#13

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Stavo tornando al bar dopo gli allenamenti per controllare un po' la situazione. Il locale era sempre pieno di gente, dalla mattina per la colazione fino alla sera per il dopocena. Gli affari andavano a gonfie vele e il mio team era tra i migliori della città.
Arrivai e corsi nel mio ufficio per firmare degli assegni per i fornitori, avevo deciso di tenere io sotto controllo il lato finanziario dell'attività almeno per il primo anno.
Quando andai al banco vidi Fede con Sam che chiacchieravano e poi arrivò anche Marek che però venne prima a salutarmi.
"Arka, da quanto tempo eh.." disse ironicamente visto che ci eravamo visti nemmeno un'ora prima a Castelvolturno.
"Ti mancavo?"
"Sì tanto.. ma mai quanto manchi a lei" disse indicando con lo sguardo Federica.
"Io non credo proprio. Te l'ha detto lei?"
"No ma si vede. Altrimenti perché sarebbe sempre qui?"
"Perché è stronza e le piace farmi i dispetti, è come i bambini dell'asilo, capricciosa ed egoista" risposi, lui annuì, era d'accordo con me.
"Questo lo so però le piaci, altrimenti neanche perderebbe tempo con te"
"Ha uno strano modo di dimostrarmi che le piaccio allora"
"Tipo?"
"Dice che non le interesso e che non ho speranze con lei. Mi fa fare cose tremende che nella mia vita non ho mai fatto, solo per dimostrarle che la voglio ma poi mi dice che non basta. Sono due mesi che andiamo avanti così"
"Arka.." mi avvicinò a lui prendendomi per un braccio "non fare guai per colpa sua, ricordati che sei un calciatore del Napoli"
"No certo, questo mai. Lei mi piace ma non butto la mia vita per colpa sua, non ho ancora perso del tutto la testa" dissi e con la coda dell'occhio la vidi alzarsi e venire verso di noi. Era sempre così bella, nonostante fosse ancora vestita per la fabbrica, mi attraeva sempre.
"Del tutto no, ma poco ci manca.." continuò il capitano e tornai a guardarlo.
"Non esageriamo" risposi e lei ci raggiunse.
"Ciao ragazzi, io vado" fece un cenno con la mano e se ne andò. Marek la salutò con un semplice 'ciao' mentre io non dissi niente.
"Parlale" mi spronò lo slovacco "dille cosa vorresti con lei"
"Glielo dico in continuazione ma mi fa passare per uno stupido e sono stanco"
"Diglielo di nuovo, in amore l'orgoglio va messo da parte" mi spinse come a buttarmi verso di lei.
Aveva ragione, dovevo ribadirle il mio pensiero.
"Giuro che è l'ultima volta che ci provo"
"Sì certo, ora vai" annuii e uscii dal locale. Decisi di non prendere l'auto perché lei era a piedi. Casa sua non distava molto dal mio ristorante e conoscevo la strada. Camminai a passo veloce e dopo qualche minuto la vidi in lontananza. Avanzai ancora il passo e la raggiunsi. Le misi una mano sulla spalla per fermarla ma reagì. E fu una reazione che proprio non mi aspettavo.
Sentii solo uno spruzzo e non vidi più niente, poi calci e pugni nello stomaco.
"Ferma, ma sei pazza! Che cazzo mi hai spruzzato in faccia!?" Urlavo ma nemmeno mi ascoltava visto che continuava a picchiarmi. Poi ad un certo punto si fermò mentre io mi dimenavo ancora per il bruciore agli occhi.
"Arek, porca puttana! Ma tu non stai bene, mi hai spaventata a morte!" Urlò e mi diede un ultimo calcio.
"Ah io! Cosa diavolo mi hai combinato? Domani ho una partita!"
"Alzati demente" mi prese per un braccio e mi aiutò ad alzarmi "è solo spray al peperoncino, tra poco ti passa"
"Tu sei pazza, ma non hai visto che ero io?" Le domandai con gli occhi lacrimanti.
"No, ma se ti vedevo te lo facevo lo stesso" grugnì.
"Tu abiti quì, no? Fammi salire così mi sciacquo la faccia, mi sento il fuoco negli occhi e in gola"
"Non se ne parla" scosse la testa "tornatene a casa" disse spingendomi.
"Ma come ci torno a casa? Non ci vedo! Dai fammi salire un minuto.."
"No ho detto no. Ti accompagno a casa tua con l'auto"
"Fai come vuoi ma sbrighiamoci" mi guidò fino alla sua auto parcheggiata poco distante e mi portò a casa.
"Ho dolori ovunque, picchi come un uomo chi ti ha insegnato?" Cercai di raddrizzarmi ma sentivo dolori ovunque. Alzò le spalle.
"Facevo boxe fino a qualche anno fa" rispose sedendosi sul mio divano.
"Complimenti davvero.."
"Mi dispiace, non volevo farti male"
"Tranquilla" non sapevo avercela con lei per più di cinque minuti "mi faccio una doccia, aspetti un po' o vai via?"
"Ti aspetto"
"Okay" le feci una carezza ma subito ritrassi la mano. Non sapevo mai come comportarmi con lei.
Mi buttai sotto la doccia e il bruciore si affievolì mano a mano, i dolori invece erano ancora abbastanza forti.
"Eccomi" tornai in cucina in accappatoio e lei mi fissò qualche secondo.
"Cosa volevi dirmi di così importante da inseguirmi come un ladro?"
"Non ti stavo inseguendo.."
"Cosa vuoi dirmi?" mi interruppe.
"Niente di nuovo. Volevo ribadirti che non faccio che pensarti, voglio stare con te senza giochetti e stronzate varie"
"Niente di nuovo, hai ragione. E neanche io ti dirò qualcosa di nuovo, ti ripeto di no. Non me la sento" scosse la testa, non mi sembrò la stronza arrogante di sempre. Forse aveva anche lei dei sentimenti.. forse.
"Un domani? Posso sperarci?"
"Aro.." alzò lo sguardo piantandolo nel mio "non ti posso promettere niente, non sono brava a mantenere promesse. Non sono brava in nulla"
"Non dire così.. voglio solo sapere se c'è anche un solo piccolo spiraglio di possibilità, perché Fede se c'è, sono disposto ad aspettarti e a sopportare le tue angherie" Spiegai, ben sapendo di star firmando la mia condanna, l'avevo praticamente autorizzata a martoriarmi. Annuì.
"A questo non posso dire di no, non lo so cosa accadrà in futuro"
"Okay, mi basta"
"Fammi vedere cosa ti ho fatto" mi tirò sul divano con lei e iniziò a guardare tutti i lividi che stavano iniziando a formarsi sul mio corpo. Li accarezzò e poi iniziò a baciarli.
"Mi dispiace.." sussurrava prima di ogni bacio "perdonami.." continuava.
Chiusi gli occhi e mi godetti i suoi baci. Per la prima volta la vidi più dolce come se le interessasse davvero qualcosa di me.
I baci si fecero sempre più caldi e nonostante i dolori la presi su di me e iniziammo a fare sesso.

Sempre il solito ed inutile sesso a cui però non sapevamo proprio rinunciare.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora