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I mesi passarono, venne l'estate. Partii per la Croazia con Sam che nel frattempo mi era stata sempre vicina. Passammo tutto il mese a mare, ci divertimmo senza esagerare. Dovetti ammettere che l'ultimo anno mi aveva cambiata e non poco. Non ero più la solita, non mi andava più di ubriacarmi, di ballare fino a notte fonda, di fare sesso con chiunque. Avevo finalmente capito il mio valore, mi volevo bene nonostante sapessi di non essere perfetta. Mi aveva cambiata soprattutto la possibilità concreta di diventare mamma, di legare indissolubilmente la mia vita ad un'altra persona che dipendeva completamente da me, che non mi avrebbe mai lasciata, che avrei amato per sempre. Anche ora che non ero più diventata mamma, mi sentivo quella responsabilità addosso.
Sam mi aiutò molto. Quando stavo male per Arek, mi diceva che era colpa mia che l'avevo lasciato senza motivo, che per essere felice dovevo stare con lui ma che se non volevo dovevo andare avanti e fare affidamento su di lei che era la mia unica vera famiglia.
Vidi Arek poche volte. All'inizio venne da me tutti i giorni, mi scrisse lettere, striscioni, mi mandò fiori. Mi aspettava fuori la fabbrica, in lacrime mi chiedeva di tornare con lui. Dissi sempre di no, ringraziai per i pensieri e i regali ma gli chiarii sempre che non sarei tornata con lui, per il suo bene. Poi venne l'estate e partì per la Polonia per stare in famiglia. Non lo vidi fino a settembre quando io ritornai in città e lui aveva già iniziato il nuovo campionato. Mi venne a salutare una volta, mi disse che non mi avrebbe più disturbata, che se la mia decisione era quella di non stare più con lui, l'avrebbe accettata. Ne fui felice, all'inizio. Poi mi mancò anche solo il pensiero che mi volesse ancora. Mi mancò sempre di più, giorno dopo giorno. Da ottobre iniziai a tornare al suo locale, facevo la parte indifferente, come se stare lì non mi facesse male, non mi facesse battere il cuore a mille ogni volta che lo vedevo avvicinarsi. Ci salutavamo con una semplice parola, non andammo mai oltre. Una volta fece un brindisi e capii che era rivolto a me ma non ne ebbi mai la sicurezza. Non lo vidi mai con nessun'altra ragazza, al locale era professionale con tutti, non si prendeva confidenze con nessuno, neanche con le ragazze che gli ronzavano continuamente intorno.
Parlai spesso con Piotr, mi raccontò che Arek era stato male, che aveva passato le vacanze a deprimersi, a pensarmi. Diceva che mi amava ancora e che non avrebbe mai smesso di farlo. Le sue parole mi fecero stare subito bene, come se la promessa del suo amore eterno mi desse linfa. Non lo disse mai direttamente a me, o almeno non più da quando mi annunciò che avrebbe accettato la mia decisione.
Più cercavo di andare avanti, più tornavo indietro. Ritornavo ai nostri mesi insieme, alle nostre risate, ai nostri mille problemi, ai pianti. Tornavo con la mente sempre a quando mi accarezzava e mi diceva che senza me non poteva stare, che 'Non esisteva Arek senza Federica' che 'La vita con me aveva un altro sapore' . Non nego che piansi spesso, fu il periodo più brutto della mia vita dopo la perdita della nostra bambina.
Arek mi mancava, mancava al mio cuore a pezzi, alla mia mente fragile, al mio corpo.
Lo rivolevo ma sapevo di non meritarmelo.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora