Chissà dove mandava tutte quelle cose che impacchettava. Forse le dava in beneficenza, forse a qualche suo amico, non so. So solo che passai davanti casa sua tutti i giorni da quando avevo scoperto che stava per andarsene e ogni giorno lo vedevo ad impacchettare cose.
Ormai non c'erano dubbi, se ne stava andando. In Cina.
Dall'altra parte del mondo dove non l'avrei più potuto né vedere né sentire. E il locale? Chissà a chi l'avrebbe lasciato. Un paio di volte fui tentata di avvicinarlo e chiedergli se voleva che lo amministrassi io ma poi ci ripensai. Non ebbi mai il coraggio nemmeno di avvicinarmi per chiedergli il motivo di quella partenza improvvisa. Ero una codarda e lo sapevo ma non ci riuscivo. Giorno dopo giorno però, dentro di me, cresceva la consapevolezza che stavo per perderlo. Non andai più spesso al locale, quasi mi dimenticai di Sam, poi mi dissi che non era giusto e tornai a frequentarla. La amai ancora di più per avermi voluta tenere lontana da quella verità che sapeva mi avrebbe fatto male. Cercai di non darle mai a vedere che sapevo della partenza di Arek e lei non mi diede mai indizi per farmelo capire in qualche modo. Tranne una volta, a casa sua. Eravamo sul suo letto a mangiare orsetti gommosi. Ne mangiava in continuazione, io parlavo lei mangiava. Improvvisamente mi interruppe con aria urgente, mi guardò dritto negli occhi.
"Andresti lontano dai tuoi cari, dal tuo lavoro, da tutto ciò che hai e che sei, per amore di un uomo?" Mi domandò. Restai spiazzata, per un bel po' non dissi niente. Poi le dissi che trovare l'amore è la cosa più difficile che esiste e che quando lo troviamo, se possiamo, non dobbiamo farcelo scappare. 'Anche dall'altra parte del mondo, ma con la persona che ami' le dissi. Lei annuì mi disse che però l'amore esisteva anche sotto altre forme, come l'amicizia, la famiglia. Le risposi, scoprendo una saggezza che non pensavo di avere, che prima o poi la famiglia tutti dobbiamo lasciarla, che non l'avremmo persa, che esistevano i telefoni, le videochiamate. Annuì ancora, sembrò rasserenarsi, mangiò tutti gli orsetti di gomma. Dopo un po' me ne tornai a casa, era mezzanotte passata ma non riuscivo a dormire. Il mio monolocale era piccolo, freddo, cupo. Sentivo chiaramente Vincenzino, il bambino della signora del piano di sopra piangere come se avesse un demonio in corpo. Il vento era forte e gli infissi vecchi scricchiolavano. In più, pensavo e ripensavo alle mie stesse parole di poco prima. Avevo detto cose vere ma non sapevo applicarle a me. Parlavo così bene dell'amore, delle follie da fare per esso e poi io stavo per lasciar andare via l'unico uomo che davvero mi aveva amata e io avevo amato in tutta la mia vita. Saltai fuori dal letto, mi dissi che dovevo andare da lui, fermarlo e gridargli il mio amore. Mi misi il jeans e il maglione, poi mi tolsi tutto e mi rimisi a letto. Mi addormentai alle quattro, mi svegliai alle sette. Mi feci una doccia e scesi per andare a lavoro ma all'ultimo istante deviai per casa di Arek. Parcheggiai, scesi dall'auto e andai verso casa sua. Era in giardino che impacchettava chissà che. Non mi aveva ancora vista, fui tentata di scappare via ma mi costrinsi a non farlo.
"Arkadiusz!" Urlai e lui alzò subito lo sguardo verso di me. Sembrò stupito di vedermi lì, aprì il cancello e mi fece entrare.
"Ciao Fede, come stai?" Disse col suo solito sorriso.
"Fa parlare prima me, poi dici tutto quello che vuoi, okay?" Iniziai subito come un treno e senza aspettare la sua risposta ricominciai a parlare. "Sono una stupida e lo so, lo so bene. Ti ho lasciato io e ora non ci parliamo nemmeno più, stavamo per avere una famiglia e ora siamo quasi due sconosciuti.." mi fermai, stava per dire qualcosa ma continuai, non volevo interruzioni "se sono qui però, è perché ho capito da parecchio che ti amo. E sono stanca di tenermelo per me, di venire al locale per guardarti di nascosto, di sognarti la notte e non poterti avere il giorno. Voglio solo amarti e sono disposta a venire con te in Cina se me lo chiederai e se lo vorrai, sono disposta a qualunque cosa pur di stare con te, a qualunque cosa Arek.." feci un paio di passi verso di lui, gli presi le mani "quindi ciò che sto per chiederti non è uno scherzo, non è per prenderti in giro. Lo voglio davvero, voglio davvero che tu sia mio marito e voglio essere tua moglie. Quindi Arkadiusz, mi vuoi sposare?" Gli chiesi alla fine del mio discorso. La sua espressione era strana, era a metà strada tra l'incazzato e lo stupito, tra il felice e l'irrequieto.
"No, mi dispiace" disse solo, prese lo scatolone che aveva scotchato poco prima e se lo portò in casa, lasciandomi in giardino.
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Heartless | Arkadiusz Milik
FanfictionIl miglior modo per non farti spezzare il cuore è fingere di non averne uno. •|Fanfiction su Arek Milik|• Pubblicata il 7/01/19