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"Stranamente dopo tre partite consecutive da titolare e altrettanti gol, Carlo Ancelotti ha deciso di lasciare Arek Milik in panchina quest'oggi, forse per dargli un po' di riposo.."
Ero seduta al bar con Sam che dall'ansia per poco non si mangiava le dita.
"Che gli hai fatto, perché non gioca?" Mi chiese mettendosi poi a ridere. Per lei fu una semplice battuta dato che non sapeva che era davvero colpa mia.
"L'ho picchiato ieri, aveva lividi ovunque" le risposi ma lei mi rise ancora di più in faccia.
"Solo che lo picchi ci manca, poi gli hai combinato di tutto" disse continuando a ridere.
"No davvero. Mi ha seguita a piedi fino a casa e io pensavo fosse un rapinatore o peggio ancora uno stupratore, gli ho spruzzato lo spray urticante negli occhi e l'ho preso a calci. Aveva lividi sulle costole e sulle cosce" rimase a bocca aperta e occhi sgranati.
"Non ci credo"
"E dopo abbiamo anche scopato come se niente fosse, penso che stamattina stesse a pezzi, perciò non gioca"
"Io.. non ho parole, tu sei davvero pazza" scosse la testa sempre più allibita.
"Non sapevo fosse lui, non l'avrei mai fatto" cercai di giustificarmi.
"Non è stato uno dei tuoi stupidi giochi?"
"No che dici, assolutamente no"
"Speriamo che si riprenda presto, la squadra ha bisogno di lui" disse e io annuii.
Ero davvero dispiaciuta per ciò che era successo però se l'era cercata. Poteva anche chiamarmi da lontano o fare qualcosa per farsi riconoscere invece che apparire dal nulla alle mie spalle.
Guardammo la partita che vincemmo per 1-0 nel finale, Arek non era proprio entrato. Chissà quale scusa si era inventato col mister per quei lividi, avrà trovato qualcosa di plausibile sicuramente. Speravo solo che il mister non lo punisse o cose del genere perché non volevo in alcun modo compromettere il suo lavoro.
Il fatto che mi preoccupassi così tanto per lui mi fece riflettere. Perché ci pensavo così tanto? Perché in un modo o nell'altro era sempre tra i miei pensieri ricorrenti? Scossi la testa per scacciare la risposta a quelle domande, Arek non poteva piacermi, non ora.
Non potevo diventare debole e provare dei sentimenti per lui, non me lo potevo permettere. Avevo così tanti casini a casa con mia madre, a lavoro e con me stessa che gestire una relazione ora mi sarebbe stato davvero impossibile. E per quanto Arek si avvicinasse al mio canone di ragazzo perfetto non potevo stare con lui. Almeno non ora, non prima di aver risolto i miei problemi personali.
Presi il cellulare e mandai un Whatsapp a Piotr.

Ci vediamo stasera?

Sì devo scaricare l'adrenalina, alle nove da me

Ok

Stare con Piotr mi aiutava non solo a far ingelosire Arek e a farlo attaccare ancora di più a me, ma soprattutto mi serviva a non pensare troppo a lui. Piotr era un passatempo, una distrazione da Arek. Non volevo stare da sola perché sapevo che prima o dopo sarei finita con Arek, nella migliore delle ipotesi a letto peggio ancora a fare qualcosa di carino insieme. Fino ad ora ero riuscita a resistere solo grazie a Sam e a Piotr, non so senza di loro a questo punto in che situazione sarei con Arek.
Ero sempre decisa a torturarlo, a testarlo per essere sicura di ciò che farebbe per me ma non sapevo se poi mi ci sarei messa davvero con lui.
Il mio cuore diceva di sì, di correre da lui e di mandare il resto a fanculo. Ma con il tempo avevo imparato a mettere il cuore in mute e a far decidere il cervello.

Ora non potevo sopportare delusioni, quindi preferivo avere sempre io il comando della situazione. A qualunque costo.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora