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"Che significa che devi andare via?" Le chiesi quando mi accorsi che stava facendo sul serio.
"Che non posso più stare qui" si interruppe e mi guardò"con te" concluse.
"Di che stai parlando?" Scesi dal letto e la seguii mentre metteva le sue cose in un borsone.
"Non è giusto" disse farfugliando.
"Cosa non è giusto Fede?" Domandai "Cosa?" Insistetti tirandola per un braccio e costringendola a guardarmi.
"Non è giusto tutto quello che hai passato e stai passando a causa mia" disse.
Non so bene a cosa si riferisse ma si vedeva chiaramente che stava soffrendo, era solo un momento di sbandamento, non poteva dire sul serio.
"Tu non hai colpa di nulla e smettila di dire queste cose" la tirai a me e la abbracciai, baciandole la testa. Si divincolò quasi subito e tornò a fare la valigia.
"Non posso, non puoi stare con me solo perché ero incinta di tua figlia" disse e sentii chiaramente il mio cuore farsi in mille pezzi. Come poteva anche solo pensare questo di me?
"Non sto con te per quello, io ti amo davvero" le risposi. Lei mi guardò negli occhi, si asciugò i suoi bagnati e poi tornò ai suoi vestiti.
"Mi dispiace ma mi ringrazierai, io non sono nata per amare ed essere amata, nemmeno mia figlia mi ha voluta.." smise di parlare per trattenere le lacrime "non voglio rovinare anche te"
"Non voglio sentirti dire queste cose Fede, giuramelo, mai più. Non hai rovinato nessuno" la abbracciai ancora e scoppiò in lacrime tra le mie braccia "mi hai dato più amore tu in questi mesi che chiunque nel resto della mia vita" continuai, anche io commosso.
Si staccò da me, si ricompose.
"Se non ti avessi detto di essere incinta magari non ci rivedevamo più. Tu non sei innamorato di me, sei innamorato di ciò che vorresti io sia"
"Non dire cazzate, so come sei e ti amo"
"Tu ami la me degli ultimi mesi, la me tranquilla e dolce. Che mi dici della me dispettosa, apatica e aggressiva? La me traditrice, subdola, bugiarda?" Si fermò e restò in silenzio aspettando me e la mia risposta.
"Amo te, in qualsiasi versione e non ho nessun dubbio"
"No? E se ti tradissi di nuovo con Piotr?"
Scossi la testa disgustato.
"Non lo farebbe mai" dissi di getto. Fece un sorriso triste, una lacrima le scese lungo la guancia, la tirò via con un dito.
"Lui non lo farebbe mai, di me non diresti la stessa cosa" disse.
"Neanche tu lo faresti mai, ne sono sicuro. So che nonostante tu non me l'abbia mai detto, mi ami. Lo sento quando mi guardi, quando mi parli, quando ridiamo insieme, quando abbiamo pianto. L'ho sentito e lo sento ancora. So che mi ami" conclusi.
"Io sono troppo volubile, troppo lunatica.. non puoi stare dietro la mia testa, non ci riusciresti. Oggi potrei amarti e domani tradirti con chiunque, non puoi stare con me"
"Sopporterò"
"Non lo sopporterai, dirai che ti ho delusa, che ti faccio schifo e mi lascerai. E io crollerò, non posso permetterlo" si mise il borsone sulle spalle e si avviò al piano di sotto.
"Fino ad ora mi hai tradito?" Le urlai per le scale.
"No, non ci ho nemmeno mai pensato" rispose indignata.
"Allora perché pensi ad un eventuale tuo tradimento? Non ti capisco"
"Perché mi conosco"
"Non sei una traditrice" le presi le mani "non tradisci chi ami" dissi.
"Mai dire mai"
"Siamo sotto al cielo, no? Può capitare anche a me ma non ti lascio ora per il rischio che possa succedere un domani, è insensato"
"Tu non lo faresti, non è da te.. io invece.." si interruppe e distolse lo sguardo "io invece non sono come te, io ho la testa pazza"
"Stai dicendo un mare di cazzate"
"Come sempre Arek, te le ho sempre dette e tu pur di stare con me, pur di non perdermi hai sempre creduto a tutte le mie bugie. E questo non è giusto, non dopo questi mesi"
"Ora le cose sono diverse, io e te siamo diversi" cercai di nuovo le sue mani ma non me lo permise.
"Devo andare" rispose dopo qualche secondo di pausa e un lungo sospiro.
"No, aspetta.." aprii il cassetto di un mobile in salone e presi il cofanetto che avevo comprato la settimana prima. "Stavo aspettando il momento giusto, volevo portarti a Dubai o alle Maldive ma tu mi rovini sempre i piani e allora.." diventai rosso come un pomodoro, le mani erano infuocate, le ginocchia molli.
Mi inginocchiai e le porsi lo scatolino, aprendolo d'avanti ai suoi occhi.
"Mi vuoi sposare?" Le chiesi mostrandole l'anello in oro bianco con un piccolo diamante che spiccava sulla punta. Fino a quel momento era stata impassibile, non si era mossa. Appena vide l'anello e me inginocchiato, mi fissò per un'infinità di secondi. La vidi passare lo sguardo da me all'anello, dall'anello a me. Deglutì e guardandomi negli occhi fece un passo indietro.
"No" rispose solo, prese le chiavi della sua auto e andò via.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora