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Dopo quella sera le cose cambiarono molto. Federica non si fece pù vedere al locale, né a lavoro né per svago. Non si vide più nemmeno con Piotr che nel frattempo era tornato con Laura ed era felice e non si vide più con me. Non la cercai, mi sentivo troppo sporco, troppo un codardo, un traditore. Non avevo il coraggio di parlarle, di guardarla negli occhi. E avevo ragione a sentirmi così perché neanche lei mi aveva mai cercato quindi era vero che le facevo schifo. Chiesi a Sam più volte di lei, la ragazza dai lunghi capelli neri mi rispose solo che Federica stava bene e che era tornata alla sua vita di sempre. Non le chiesi più niente perché mi autoconvinsi che quella risposta corrispondeva alla verità e ne ero soddisfatto. In realtà in fondo al mio cuore sapevo che non era così ma facevo di tutto per scacciare il pensiero di lei triste e disgustata dal mio comportamento.
Una cosa, invece, non cambiò: Beatrice. Me la trovavo di continuo al locale, in ufficio, anche a Castelvolturno.
"Mi sembrava di essere stato chiaro.." le dissi quando mi invitò per l'ennesima volta a casa sua.
"Lo sei stato ma so che la tua è solo paura" mi prese la mano e me la baciò. La tirai via e sbuffai, mi aveva davvero stancato. Ora capivo come doveva sentirsi Fede quando insistevo per stare con lei. Le situazioni sono sicuramente diverse, io resto convinto del fatto che lei mi voleva anche se mi rifiutava, mentre io a Bea proprio non la voglio. Inutile ripensarci comunque, ho rovinato tutto e non ho più speranze con lei.
"Non ho paura, che c'entra la paura? Non voglio stare con te, dovresti tornare da tuo marito che ti ama e ti sta aspettando" dissi.
"Quello non è un uomo, non lo voglio nemmeno più vedere.." si interruppe nervosa "io voglio te"
"E io non voglio te, non mi costringere ad allontanarti a forza, per piacere" ero esausto, mi faceva ripetere sempre le stesse cose, ogni giorno da almeno venti giorni.
Saltò giù dallo sgabello e roteò gli occhi spazientita.
"Mi dici sempre le stesse cose ma tesoro.." mi prese di nuovo la mano "non devi avere paura di ciò che senti nel cuore per me" disse con tono accorato. Mi venne da ridere, mi ripresi la mano e la allontanai.
"Pensi ancora a mia sorella che ti ha sempre riempito di bugie e falsità? Sei uno stupido" Disse acida, tornai serio ma non le risposi. Non sapevo a che si riferiva e non sapevo nemmeno se fosse sincera.
"Ho capito, è meglio che vado" disse ma poi il giorno dopo tornò e quello dopo pure. Mi stavo quasi abituando alla sua presenza asfissiante.
Un pomeriggio venne Marek con Sam e mentre la ragazza chiacchierava con una sua amica, io e il Capitano uscimmo sul retro per stare un po' in tranquillità, lontano dalla gente che riempiva il bar. Chiacchierammo del più e del meno, prendemmo in giro Insigne che nell'allenamento di quella mattina aveva subito un tunnel da Fabián, ridemmo insieme. Poi il volto di Marek si oscurò improvvisamente, mi voltai e alle mie spalle, in lontananza, la vidi. Era nel suo solito camice bianco e appena mi vide spalancò gli occhi. Si fermò, rigida contro il muro, si strinse una mantella che aveva sulle spalle incrociandosela addosso. Mangiucchiava nervosamente un tronchetto di legno. Non aveva la sua solita sigaretta tra le labbra e mi sembrava nervosa. Si coprì ancora di più con lo scialle e abbassò lo sguardo. Smisi di guardarla e chiesi a Marek la cortesia di tornare dentro. Mi seguì e continuammo la conversazione dentro.
Mi sentii scombussolato tutta la giornata e le giornate seguenti, rivederla mi fece uno strano effetto. Non sembrava più lei, aveva occhi stanchi, occhiaie violacee e carnagione pallida. In quei pochi minuti che l'avevo osservata mi sembrò irrequieta, come se fosse divorata da chissà cosa. E se stava così a causa mia? E se era stato il mio comportamento a ridurla in quello stato? Non potevo pensarci, mi sentivo ancora più uno schifo di prima.
Nei giorni seguenti non uscii sul retro per non vederla, non volevo sentirmi ancora più colpevole.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora