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Erano due giorni che veniva e che di nuovo non mi rivolgeva la parola mentre continuava a fare la dolce con Piotr. Era una situazione che non reggevo più e decisi di parlarne con lui.
"Senti Piotr, ma con Federica cosa c'è?" Gli domandai appena trovai il momento giusto.
"Perché mi chiedi questa cosa?" Si grattò la testa e abbassò lo sguardo. Era sempre stato un ragazzo timido, non mi raccontava quasi mai di avventure o ragazze di passaggio, mi parlava solo di cose importanti.
"La vedo spesso intorno a te e volevo capire"
"Qualche volta usciamo insieme, mangiamo fuori o cinema.. spesso stiamo da me" disse facendomi capire a che si riferiva senza però dirlo esplicitamente.
"Lei ti piace?"
"Mi piace sì, però.." scosse la testa "diciamo che ora mi sta aiutando a superare Laura, non voglio altro al momento. Però mi piace e ci sto bene con lei" mi sorrise rosso in volto.
"Ho capito, quindi non ti stai innamorando, vero?"
Rise e scosse la testa.
"No, credo proprio di no. Ma perché me lo chiedi?"
"Perché la vedo problematica come ragazza e non vorrei che ti incasinasse ancora di più"
"No" scosse la testa in disaccordo con me "è tranquilla, non ho problemi" disse.
Definire Federica una ragazza tranquilla era davvero da pazzi. Però il fatto che lei gli desse tranquillità mi fece rilassare, volevo solo il bene del mio migliore amico.
"Va bene, stai solo attento. Sai come sono le donne.."
"Si lo so, grazie del pensiero" mi abbracciò e ci prese una Bacardi a testa che bevemmo insieme. Dopo poco se ne andò e decisi di fare lo stesso. Non andai a casa, aspettai che si facesse l'una per vedere Federica nell'orario di spacco in fabbrica. La attesi all'uscita e all'una e due minuti uscì, con il camice e la sua sigaretta.
Mi vide e sbuffò voltandosi dall'altro lato.
"Come devo fare con te Fede? Mi mandi fuori di testa" mi avvicinai ma sembrava fregarsene.
"Ma se non ti sto proprio pensando" rispose piagnucolando come se le dessi fastidio.
"Appunto. Voglio ricominciare daccapo con te e avere una relazione insieme" dissi.
"Una relazione?" Chiese e poi iniziò a ridere rumorosamente "Vuole una relazione" ripeteva mentre continuava a ridere.
"Cosa c'è di strano? Ti voglio e so che tu vuoi me" mi avvicinai ancora di più, le tolsi la sigaretta dalle mani e gliela buttai. La baciai. Le sue labbra tremarono per un attimo, chiuse gli occhi e unimmo le nostre lingue. Poi una sua ginocchiata tra le mie gambe ruppe il momento e anche qualcos'altro.
"Ma sei pazza? Mi fai male!"
"Non ti voglio Aro! Lasciami stare, okay?" Rientrò in fabbrica sbattendo la porta e lasciandomi lì come uno stupido.
Non sapevo più che fare con lei ma di sicuro non mi sarei arreso.
La volevo e non riuscivo a togliermela dalla testa. Avrei continuato ad insistere perché sapevo che anche lei mi voleva. Poteva rifiutarmi e trattarmi male ma quello era stato un bacio vero, il suo respiro era diventato irregolare e la sua lingua cercava la mia. Non ero stupido, certe cose le capivo.
Me ne tornai a casa e poi andai agli allenamenti.
Il giorno dopo aspettai che uscisse dalla fabbrica alle cinque e la seguii fino a casa sua.
"Fede!" Urlai quando parcheggiò sotto casa.
"Che ci fai qui tu?" Si guardò intorno e mi tirò dietro un muretto "perché mi segui, cosa vuoi?"
"Possiamo parlare tranquillamente qualche minuto?"
"Non ho nulla da dirti" fece per andarsene ma la fermai.
"Solo un minuto" le chiesi. Eravamo occhi negli occhi e potevo vedere la paura passare attraverso i suoi. Non so di cosa ma potevo percepire che aveva il terrore che potesse succedere qualcosa giù casa sua.
"Federì! Invece di perdere tempo, sali che ci stanno i panni da stirare! Muovt!" Una signora si affacciò dal balcone e la chiamò. La guardammo entrambi e lei si mortificò.
"Non voglio che vieni qui, se ti vedo di nuovo fuori casa mia giuro che ti denuncio. Devi starmi lontana"
"Ti vuoi movr o no? Chi è chill, quello che ti scopi adesso? Vir si te presta coccos e sord oi! E muoviti a salire" urlò ancora. Capii ciò che aveva detto, ormai il napoletano lo capivo abbastanza bene.
"Perché ti tratta così?" Le chiesi. Aveva gli occhi lucidi ed era rigida.
"Non voglio vederti più qua, sono stata chiare Arek?"
Annuii, era scossa e provata e non volevo peggiorare la situazione.
"Fai finta di non aver sentito niente, mia mamma ha problemi"
"Va bene, se ti serve una mano io.."
Mi fermò e parlò lei.
"Non ho bisogno di niente. Ciao" voltò le spalle e se ne andò, come suo solito.
Me ne andai anche io, tornai a casa e pensai tutta la serata a quello che era successo. Non doveva essere facile vivere così, avrei voluto aiutarla ma non sapevo come.
Non si lasciava aiutare anzi non si lasciava avvicinare e questo mi rendeva tutto più difficile. Dovevo trovare un modo per aiutarla e per convincerla a stare con me.
Insieme sarebbe stato tutto più facile se solo lei me lo avesse permesso.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora