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Non aspettai oltre, corsi da lei. Bussai forte alla porta del suo nuovo appartamento, la sentii sbraitare da dietro la porta e poi mi aprì.
"Arek.. ciao" sorrise e aprii la porta, io entrai e mi misi seduto sul divano in pelle in soggiorno.
"Ora tocca a me parlare" dissi, feci un respiro profondo e iniziai "sono qui perché ti amo e non voglio stare più senza di te. Che sia qui, in Spagna, in America o in Cina, ti voglio con me. Da quando sei nella mia vita ho cambiato prospettiva, immagino tutto con te e non riesco a farne a meno. Ti amo Federica e ti chiedo, stavolta sperando in un risultato diverso dall'ultima volta, di sposarmi. Te lo chiedo perché lo voglio davvero, voglio comprare casa con te, andare in vacanza, poi sulla neve, in collina. Prendere un cane oppure no, come vuoi. Voglio creare una famiglia con te, voglio essere la tua famiglia, la tua casa. Quindi, ripeto la mia domanda.." presi di nuovo l'anello dalla tasca e mi inginocchiai "mi vuoi sposare?" Le chiesi con il cuore che mi rimbombava fino in gola.
La osservai mentre aspettavo la sua risposta. Tremava, aveva una mano sul cuore e con l'altra si faceva aria come se fosse un ventaglio. Gli occhi grandi erano lucidi, le labbra secche.
"Sì, si, si! Lo voglio e lo vorrò sempre. Ti amo amore mio" disse e con un gridolino emozionato mi saltò tra le braccia.

Organizzammo il matrimonio per l'estate, sulla spiaggia a Positano. Vennero tutte le nostre persone più care, venne anche sua madre che nel frattempo era definitivamente guarita e stava riprendendosi la sua vita. Con il suo aiuto riuscimmo a portare Beatrice in una casa di recupero dove sperammo venisse aiutata a guarire al più presto. Vennero i ragazzi della squadra, anche Marek e Sam che si presero qualche giorno di vacanza dalla Cina.
Comprammo casa sempre a Posillipo ma una più grande e con più comodità. Quando a settembre ci assestammo nelle nostra nuova casa e nella nostra nuova vita, decidemmo di iniziare a provare ad avere un figlio. Non fu semplice. Ci provammo per diversi mesi senza risultati, Federica spesso piangeva e si incolpava di non essere più in grado di procreare. I dottori ci assicuravano che non avevamo niente che non andasse, dicevano che era l'ansia e lo stress ad impedirci il concepimento. Così decidemmo di non provarci più con insistenza, di fare l'amore quando ne avevamo voglia e vedere come andava. La portai in vacanza alle Maldive per rilassarci, a Capodanno. Il mese dopo, scoprimmo di essere incinti. Sì, finalmente. Scoppiammo a piangere di gioia, non credevamo ai nostri stessi occhi e a quel test fatto in pochi minuti nel bagno di servizio. Le feci fare subito le analisi e risultò incinta di tre/quattro settimane. Non eravamo nella pelle, iniziammo a fare progetti e sogni su quel bambino. La gravidanza non fu semplice e gli ultimi mesi Federica li passò a riposo a letto. Ma dopo tutti i nostri sacrifici e la nostra caparbietà, nacque Sara, una bellissima bambina di tre chili e mezzo con gli occhi verdi come i miei e i capelli neri come la madre.
Eravamo felici e pieni di amore, noi e la nostra famiglia.

FINE.

Heartless | Arkadiusz MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora