I personaggi all'interno del racconto non corrispondono alle persone descritte nella vita reale se non per nome, aspetto fisico e fama. Ogni altro riferimento è puramente casuale. Qualsiasi cosa riguardante la Modest! è totalmente inventata.
Attenzione: linguaggio e contenuti espliciti. Leggere a vostro rischio e pericolo.
Si prega di non pubblicare commenti riferiti ai Larry, potrebbero infatti creare fastidio.
Non accanitevi contro di me, non ho il tempo per rispondere alle vostre frecciatine.È bastato uno sguardo per presentarti, per farti conoscere, dirmi chi eri ed irrompere come l'inverno fra i capelli.
Monotona. Ecco come potevo definire la mia giornata. Il rumore dei miei tacchi contro il legno del pavimento scandiva costantemente il tempo mentre mi affrettavo verso la scrivania.
"Due caffè macchiati, un espresso e quattro biscotti allo zenzero.
Per favore nel mio ufficio, grazie Annabeth.
Adrian Walden"
Ordinava il post-it del mio superiore.
E mi ritrovai per la medesima volta a percorrere lo stesso corridoio verso il piano bar. Proprio come la mia vita, affollata di persone ma mai nessuno disposto a fermarsi, tutto così caotico e senza tempo.
Ero stanca di essere me stessa, stanca di alzarmi dal letto sospirando, stanca di vedere un nuovo giorno come uno qualunque e stanca di vivere nell'ordine.
Mi sistemai il vestito troppo stretto e fastidioso dando un'ultima occhiata alle scarpe alte e scomode. Mi accostai alla porta dell'ufficio di Mr Walden con tutto ciò che mi aveva chiesto, bussai ed entrai senza indugiare.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti mi fece storcere le labbra, ma ormai niente era una novità: ragazze su un piedistallo, dritte nella loro postura, con gambe slanciate e seno prominente aspettavano che il solito ragazzo famoso figlio di papà scegliesse una di loro da spacciare ai parenti e ai soci come attuale fidanzata. Insomma, storia risaputa quella della Modest.Entrai silenziosamente e appoggiai il vassoio sul tavolino di vetro davanti alle ginocchia del mio capo, affiancato dalla grande presenza di colui che doveva essere un manager; entrambi mi fecero un cenno di ringraziamento e io non tardai ad allontanarmi da quel giro di corrotti uomini dello spettacolo.
Volevo scappare, evadere, uscire da tutto ciò che mi circondava e sentire la vera libertà, quella che profuma, quella che si percepisce sulla pelle, quella che annebbia i pensieri. O forse semplicemente avevo bisogno che qualcuno entrasse.
Non mi rimaneva altro che sognare le belle estati, le famose notti sopraffatte dalle emozioni tanto da non chiudere occhio, il calore di un abbraccio e qualsiasi cosa di cui avesse bisogno una giovane ragazza.
Vecchia. Ecco come mi sentivo. Già con un lavoro fra le mani, non che mi facesse proprio schifo, ma trovare l'impiego migliore in quel momento non era la mia priorità. Ero semplicemente stata costretta a maturare troppo in fretta. Costretta.
Feci per oltrepassare la porta dell'ufficio desiderando di chiudere con quella porta tutte le angosce e le preoccupazioni, quando una voce sconosciuta rimbombò nella stanza.
«Lei chi è?». La voce divertita e impertinente mi fece girare di scatto verso l'emittente. Un ragazzo alto, bel fisico, occhi verdi e labbra carnose; dimostrava avere circa vent'anni, più o meno la mia età. Mi squadrava dal basso verso l'alto e mi sentii improvvisamente troppo stretta nella stoffa del mio tubino bordeaux.
Era senz'altro lui. Harry Styles.
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month » h.s
Fanfiction❝E forse mi accorsi troppo tardi che le bastò solo un mese per farmi cadere nella sua ragnatela d'amore.❞ lostsof © all right reserved cover by @woahmarvel highest rank in fanfiction #1