Due cuori che si ricongiungono [revisionato]

1K 33 9
                                    

Doveva far sì che fosse una volta a parlare la sua anima e non il suo orgoglio. Stava rischiando di vivere senza colori, senza profumi, in un mondo scarno e privo di qualsiasi sfumatura; sotto un cielo costantemente torbido che lo accompagnava solo negli attimi di pioggia, noncurante di poter inumidire la sua frivola divisa.


Aspettammo che si facesse più buio per poter uscire dalla baracca di soppiatto ed attraversare l'intera zona. Quella sera, era supervisionata dalla kapò Marina che ci permise di andare, fortunatamente, dicendoci di prestare attenzione alle altre guardie che di tanto in tanto illuminavano il recinto con i fari accecanti. Così, raggirammo la zona, passammo verso destra e riuscimmo ad entrare nella parte maschile, a sua volta tanto silenziosa e morta.

-Lianne, ho tanta ansia.- Mi sussurrò alle spalle Emily.

-Stai tranquilla, non ci scoprono.- Sussurrai a mia volta.

-No, ho ansia di vederlo...- Confessò e le sorrisi spontaneamente. -Ma... Guarda come sono ridotta: ho i capelli corti, gli zigomi pronunciati, sono pallida... Non credo di piacergli più, Lianne...-

-Emily, non dire queste cose! Mi hai detto che state insieme da un sacco di tempo, come può un uomo stare al tuo fianco per tutti quegli anni se non ti ama? Anche se hai i capelli corti e la pelle pallida, sei bellissima.- Le sorrisi, sussurrando tutto ciò che volevo esporle realmente.
Alle mie parole si convinse ancora di più e proseguimmo il cammino, passando dietro le baracche.

-Sai quale sia la sua, di preciso..?-

-No...-

Un bel problema; mi venne in mente l'azzardata idea di bussare ad una minuscola finestra sul retro di una baracca dove ci vide un uomo che ci fece segno di poter entrare. -Cosa ci fate voi qui..?- Chiese anch'egli a bassa voce.

-Stiamo cercando un certo Adam.-

-No. Mi spiace...-

-È alto, ha gli occhi verdi ed i capelli scuri...- Si intromise Emily titubante.

-Forse... Oh, credo di sì. Vedo spesso un uomo piuttosto giovane, sulla trentina forse, molto forte che mi ha anche aiutato spesso. La baracca dove dorme lui è dopo queste due, ma, ragazze, fate attenzione...- Ci disse l'uomo con un'espressione cupa in volto.

-La ringraziamo.-

Dopo la conversazione attraversammo le altre due baracche passando sempre dal retro, oltrepassando anche alcuni vecchi rovi che ci segnarono le caviglie scoperte. 

-Scusatemi, ragazze, perché siete qui..?- Chiese con una voce leggera come quella dolce di un bambino, il ragazzo che ci aveva aperto la porta con lieve ansia.

-Stiamo cercando un certo Adam, è qua..?-

-Sì, sta dormendo ora.- Scosse appena la spalla di un uomo, forse perché non aveva abbastanza forze. -Adam, ci sono due ragazze.-

-...Cosa?- Domandò lui, con la voce impastata dal sonno. Focalizzò le nostre immagini soffermandosi su Emily, in particolare. Allora sgranò gli occhi non credendo a ciò che stava vedendo.

-Emily... -

-Adam...-

E in un attimo si abbracciarono forte, si strinsero forte, dimenticandosi e facendo dimenticare anche a noi che quello era un campo di concentramento, che eravamo in piena guerra; non riuscii a trattenere le lacrime di gioia nel vederli così felici assieme, così sorridenti, come due ragazzini. Davvero sembrava essere così bello l'amore di due persone; rafforzarsi insieme. Non avevo mai avuto una relazione, mai provato sensazioni simili, ma, forse, non doveva essere troppo diverso dall'amore della famiglia.


-Ma, Emily, come hai fatto a raggiungere questa zona?-
-È grazie a lei.- Ed indicò me. -Si chiama Lianne, è arrivata da due giorni ma abbiamo già legato molto, è veramente speciale.-

-Ciao.- Gli sorrisi.

-Ti ringrazio, davvero.- Poggiò le sue mani sulle mie spalle. -Ma dovete stare attente, è veramente rischioso ciò che avete appena fatto. Qui fuori ci sono controlli su controlli, se mai vi dovessero scoprire io non me lo perdonerei mai.-

-Adam, lo sappiamo ma dovevo vederti. Almeno una volta.- Aggiunse Emily. In tutta risposta Adam sorrise, ci invitò a sederci su un letto libero e parlammo del più e del meno, mentre teneva stretto tra le sue braccia la gracile Emily, come se avesse paura che gli scivolasse via.

-... Dunque, Lianne; tu sei tedesca.-

-Sì, non sono neanche ebrea, per la verità.-

-E... Come fai ad essere qui?-

-Mio padre credo lo fosse, compresi i miei nonni paterni. Nonostante non viva più con loro da troppo tempo, i soldati hanno voluto portarmi qui, infischiandosene del fatto che io non ne sappia nulla della cultura ebraica.-

-Capisco...-

-Ma parlando di cose belle, noi siamo qui anche per un altro motivo, vero Emily?- Le lanciai un sorriso complice.

-Cosa? Quale?-

-Il vostro matrimonio!-

I due mi guardarono sorpresi. -È carino da parte tua, ma, ci vogliono molti preparativi per un matrimonio e...-

-Non preoccuparti, Emily, ci arrangeremo qua.- Sorrisi ancora e questa volta entrambi si convinsero, pesando forse che fossi matta. Magari lo ero per colpa di quel campo.
-Dunque, io detterò le parole.- Così cominciai a recitare le frasi che avevo più sentito nei matrimoni cattolici, gli unici ai quali avessi partecipato in vita mia. Annunciai il bacio tra i due futuri sposi e ne seguirono gli applausi ed auguri di me ed altri uomini lì presenti. 

Ma quel momento magico venne interrotto da qualcuno che stava aprendo con forza la porta, urlando.

-Oh no, se vi vedessero sarebbero guai... Nascondetevi qui.- Adam aiutò Emily a nascondersi dietro il letto, gli altri finsero di dormire mentre io rimasi paralizzata al centro della stanza, senza trovare un altro punto in cui nascondermi, fino a quando Adam non si parò davanti a me, rivolto verso la porta.

-Adam!-

-Non preoccuparti.-

La porta si spalancò ed entro un soldato, o meglio, il solito soldato che incrociavo tutte le volte per mia sfortuna e che era sempre presente durante i miei sfoghi.  L'amico del corvo, Josef. Mi scrutò con profondo odio.

 -Come sei entrata qua?! Adesso vieni con me!-
Spostò senza fatica il corpo di Adam, non curandosi minimamente di lui, e mi trascinò per un braccio, facendomi tanto male per quanto me lo stringesse.

-Lianne!- Esalò l'ultima parola Adam, prima che si chiuse la porta e quel Josef mi trascinasse per chissà dove.

Avevo tanta paura.

Mi faceva tanta paura.


Rose e spine [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora