Una bambina bionda si avvicinò con cautela cercando di recuperare la palla da un cespuglio di rovi. Ne uscì indenne, solo qualche graffietto superficiale, eppure la paura di farsi scoprire dalla madre era anche più grande dello stesso cespuglio.
SAMANTHA'S POV
Era martedì pomeriggio quando uscii dall'università per andare verso casa di Lianne, non trovandola alle lezioni di quella mattina. Ero davvero contenta, Mikael mi aveva dato una cucciola di pastore tedesco che avevo chiamato Lulu e da subito avevamo legato tanto, come due sorelle, a dir la verità.
Quando arrivai davanti casa di Lianne avevo una strana sensazione. La zona non era molto rumorosa, non c'era il solito via vai di persone e la sua casa stessa non mostrava alcuna luce accesa. Inoltre, nessuno rispose.
Forse stava dormendo, così la lasciai riposare.Scesi dirigendomi verso casa mia, un po' triste, quando mi voltai un'ultima volta capendo che ci fosse qualcosa in realtà che non andava.
Tornai a bussare, più insistentemente, urlando il suo nome finché un vicino di casa non mi richiamò.
- Ragazza, se cerchi la persona lì dentro credo proprio ci sia più nulla da fare.- Ammise scuotendo appena la testa.
-Questa notte mi sono svegliato per delle urla, mi sono affacciato alla finestra e ho visto un soldato che trascinava con sé una ragazza. Chissà, magari era una delle sue avventure.- Commentò l'ultima frase sospirando, per poi rientrare in casa e lasciarmi lì, con mille dubbi per la testa.Non ci volevo credere.
Indietreggiai barcollando e corsi fino a casa di Mikael con le lacrime agli occhi; bussai furente finché non vidi la porta aprirsi.-Samantha! Cosa è successo?-
-Mikael! Ma hanno preso Lianne? Dimmi di no, per favore!- Chiesi esasperata e tutto d'un fiato.
-Non credo. Perché dovrebbero?- Chiese lui a sua volta turbato.
-Non lo so, per favore, dimmi... Controlla sui registri, fai qualcosa, Mikael...- Crollai nel piangere.
Mikael mi strinse a sé portandomi dentro casa per poi controllare immediatamente.-Amore, è stata deportata a Buchenwald. Questa notte alle 03:20.- Spiegò atono.
In quell'attimo giurai mi stesse crollando il mondo addosso. Non aggiunsi nulla; i dubbi in me crebbero a dismisura. Ero a conoscenza di alcuni campi di lavoro destinati a ''nemici dello Stato'' dunque ebrei ma, per quanto ne sapevo, lei non era ebrea. I suoi nonni lo erano, ma questo non voleva dire nulla.
Mikael si alzò di fretta dalla sedia, aggiustandosi la giacca -Amore, devo tornare a lavoro. Promettimi di non piangere, per favore -.
-Spiegami come faccio?! Per favore, Mikael, riportala qui...- Gridai esasperata, provocando un suono sordo battendo la mano contro il tavolo.
-Va bene, amore. Ti prometto che farò il possibile, la sorveglierò. Ora devo andare, ti amo.- Rispose lui, piuttosto sbrigativo, lasciandomi a casa sua per potermi calmare.
-Ti amo...- Risposi un po' insicura.
Quando tornai a casa mi gettai a peso morto sul divano in preda alle lacrime e Lulu corse subito da me abbaiando. Sinceramente non capivo più nulla, speravo fosse solo tutto un triste incubo dal quale avevo così tanta voglia di svegliarmi.
LIANNE'S POV
-Prova a parlarmi ancora in quel modo e ti faccio ingoiare la pistola!- Altri due calci allo stomaco e caddi a terra stremata, riuscendo a malapena a respirare.
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Rose e spine [IN REVISIONE]
Romansa[AVVISO: la storia è entrata nuovamente in revisione, i capitoli che saranno riscritti ufficialmente per la seconda volta conterranno un ◾] Storia ambientata all'apice del nazismo, focalizzata su un campo di concentramento e di come, nonostante mill...