Matrimonio [revisionato]

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Prima della guerra, l'uomo promise alla donna di sposarla a breve. Non riuscivano a stare distanti, nonostante si conoscessero da pochi anni. Probabilmente, a causa di questa storia lei non ce la faceva più a credere nei sentimenti.

SAMANTHA'S POV

Sentii la porta sbattere così smisi di accarezzare la cagnolina ed andai nell'atrio, dove trovai Mikael.

-Hai sue notizie?- 

-Sta bene.- Rispose in fretta; a quell'affermazione il mio cuore riprese a battere e d'istinto mi venne da sorridere. Mikael tolse la sua giacca e gliela appesi, preparando poi del tè per entrambi.

-Non ci credo ancora che sia ebrea.- Ammise lui stanco, con un gomito sul tavolo e una mano sotto il mento. Il suo sguardo sembrava perso nel vuoto.

-Io non lo sapevo e secondo me neanche lei.- Aggiunsi io, versando il tè pronto nelle tazze.

-Se lo avesse nascosto anche a noi, invece?-

-Come puoi dire una cosa simile!?- Mi innervosii e strinsi la tazzina tra le mani. -Sai anche tu che i suoi genitori sono morti e poi anche i nonni, è sempre rimasta sola, non ha mai condiviso bei ricordi con loro. Noi siamo gli amici più stretti che ha.- Gesticolai con le braccia, piuttosto alterata. Non mi capitava spesso di perdere il controllo ma quelle parole pesarono realmente.

Calò il silenzio. Mikael sorseggiò il tè complimentandosi con me per quanto fosse buono. Poi si alzò ed andò via, lasciandomi un freddo bacio sulle labbra.


LIANNE'S POV

Era ormai pomeriggio e, non so per quale grazia, ci avevano ordinato di restare nelle baracche e non uscire assolutamente, insomma, nessun lavoro estenuante come sempre. Non appena chiusi la porta sentii un risolino provenire dal fondo della baracca, ero spaventata.
Avanzai titubante quando la fiamma di una candelina apparve sotto il mio naso.

-Ma cosa..?-

-Sorpresa!-
Alzarono non troppo la voce le altre. Una di loro accese l'unica specie di lanterna lì presente per far luce alla stanza e subito rimasi senza fiato nel vedere tutte attorno a me con un gracile sorriso mentre Luise teneva tra le mani una grande fetta di crostata con sopra una candelina.
-Spero ti piaccia, abbiamo faticato tanto per permettercela.-

-Come avete fatto? Il dolce... La candela...- Il mio focus passò prima su un punto poi un altro, metabolizzando a fatica tutta la situazione.

-Beh, abbiamo pur dovuto ricavare qualcosa dalla cena preparata da noi ieri sera! Abbiamo preso in prestito anche una candela che era lì sul tavolo, nulla di che...- Sorrise beffarda Luise.

-Nulla di che?! Ragazze, grazie tantissimo, lo apprezzo davvero tanto ma siete matte. Potevate essere scoperte e...-

-Tranquilla, Marina ci ha coperto in parte.- Sarah mi fece l'occhiolino.
-Te l'ho detto che puoi fidarti di lei.- Continuò Sarah.

-Ecco... Grazie. Davvero, grazie a tutte. Prendiamone tutte un pezzo.- 

E in un attimo finimmo quella buonissima crostata che in quei giorni potevo solo immaginare. Incredibile, erano passati solo due giorni.
Ed era il mio compleanno. 

Subito dopo l'atmosfera gioiosa corse via, tutti i sorrisi dati da quel momento scomparvero lentamente e sguardi spenti presero il posto. Eravamo anche stanche, così mi distesi affianco le altre per riposare anche se non riuscivo a chiudere occhio e mi rigiravo più volte, tormentata da mille pensieri. Nella nostra baracca c'erano anche Emily ed Elisa, abbracciate sullo stesso letto. Notai Emily ancora sveglia, cercare di soffocare dei singhiozzi.

-Emily-, sussurrai -Tutto bene?-

-No...-

-Ti va di parlarne..?- Mi sedetti di fianco a lei sullo stesso letto e in poco tempo poggiò la sua testa sulla mia spalla, scoppiando a piangere cercando di non fare tanto rumore.
-Emily...-

-Lianne,  sai, io ho il mio compagno qui al campo...- Iniziò lei, continuando a singhiozzare. -Si chiama Adam, ha gli occhi verdi ed i capelli bruni, siamo fidanzati da tre anni e... Dovevamo anche sposarci. Ma poi... Ma poi è cominciata la guerra, le deportazioni, anche lui è ebreo e...- la vidi agitarsi di più.

-Emily, coraggio. Ho capito, è bello che vi piacete molto. Questo vostro amore non finirà con una sciocca guerra, lo sai, vero?- Ella annuì, così continuai. -Sono sicura che ora lui sta lottando minuto per minuto per il vostro futuro, come stai facendo tu. Pensaci sempre. Dimmi, non vi siete visti mai qui..?-

-Solo una volta, mentre stavamo andando a consegnare dei pezzi di fabbrica incrociai il suo sguardo in un'altra fila... Due settimane fa...-
Sprofondò nel mio petto e mi venne d'istinto accarezzarle la schiena.
-Voglio vederlo...- Mugolò con tono arreso.

-Ti ci porto io.- Asserii.

Allora alzò la testa incredula delle mie parole. -Cosa?!-

-Sì, ho deciso. Tu sai dove si trova la sua baracca, più o meno?- Annuì. -Bene, allora andremo adesso, dobbiamo solo stare attente alle guardie; comunque di notte il campo è meno caotico. Non devi ringraziarmi, Emily; anche voi avete rischiato tantissimo per me, per il dolce. Questo è il minimo che io possa fare per le mie amiche.- 

-Amiche...?-

-Certo. Siamo tutte grandi amiche.- 

-Io non... Non so che dire... Sei... Sei davvero sicura, Lianne?-

-Sì, lo sono.-


Rose e spine [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora