In fondo sono anch'io un semplice essere umano: se cado e mi faccio male sanguino e posso piangere. Non c'è alcun divieto in questo.
LIANNE'S POV
Corsi verso la foresta a perdifiato, con la poca visibilità che la notte offriva. Più volte mi balenò l'idea di scappare via ma dove? La tentazione che il recinto oramai lontano mi dava premeva nella mia testa con insistenza ma una strana e inaspettata parte di me raccomandava di seguire le indicazioni date dal soldato, giungendo al centro della foresta in breve tempo. Mi voltai innumerevoli volte per l'ansia fin quando non andai a sbattere contro qualcosa.
-Lianne!
-Josef!- Ribattei col cuore in gola.
Un attimo dopo, senza che me ne accorgessi, mi sentii stretta forte tra le sue braccia, lasciando che il mio cuore palpitante potesse sentirlo anche lui.
-Vieni con me, andiamo in un posto più sicuro. Lì ci sono solamente io, non preoccuparti.- Volle alludere all'abitazione che mi aveva mostrato precedentemente, invitandomi all'interno senza troppi indugi. La casa era calda grazie al camino acceso che contribuiva anche ad illuminare meglio la sala. Mentre lui si diresse in cucina io non riuscii a muovermi, ero rimasta lì su due piedi a contemplare tutto con una gioia immensa. Riuscii a tendere una mano verso il divano, tastando con evidente curiosità ed entusiasmo il morbido tessuto che lo rivestiva; già alla sola vista mi sembrava così morbido ed accogliente e non resistetti più, sedendomi in fretta. Sorrisi per la piacevole sensazione del calore del fuoco sulle gambe, per le fiamme dorate che accesero anche i miei occhi, danzando verso l'alto, magnetiche.
-Io, io non so cosa ti piace, spero vada bene...- Il suono di un vassoio poggiato sul tavolino mi risvegliò e Josef accolse la mia espressione incredula con un sorriso. Vi era del tè fumante ed alcuni biscotti molto invitanti che presi con incertezza.
-Va... Va più che bene, ti ringrazio...- Distolsi lo sguardo.
Il silenzio predominò la stanza, appena interrotto dallo scoppiettio del fuoco. Josef esitò ancora e copiò i miei gesti, osservando con attenzione anche lui le fiamme propagarsi verso l'alto.-Mi racconti qualcosa di te..?- Spezzò quella quiete, guardandomi insistentemente negli occhi, mentre il suo volto chiaro sembrò arrossato per via del calore in quella stanza. -Vorrei conoscerti.- Aggiunse deciso.
-Non saprei cosa dire...-
-Quanti anni hai?- Domandò con un po' di esaltazione, schiarendosi poi la voce -sempre se non sono indiscreto...-
-Venti.-
-Oh...- Il suo tono sorpreso era buffo in quel momento, sorrise di rimando ed attese che io finissi il tè nella tazza per poi offrirne un altro ma che volli rifiutare, mi sembrava più che sufficiente e grazie ad esso sentivo calore anche all'interno, era molto piacevole.
Pian piano, parlai più liberamente con lui, mi venne sempre più spontaneo; decisi di raccontargli delle amicizie che avevo a Berlino e dell'università che frequentavo, sperando di non annoiarlo troppo o risultare superficiale per qualsiasi cosa nonostante lui ascoltasse in silenzio e sempre con un'espressione gioiosa in volto. Solo dopo una breve pausa volli dirgli anche delle nuove amicizie che avevo fatto in quei giorni, menzionando persino le ultime litigate prendendo quella come un'altra opportunità per sfogarmi. Parlai tanto senza neanche rendermene conto, blaterando ogni mio pensiero come ero spesso solita fare. Mi sentivo nuovamente bene, più leggera e con poche pressioni addosso, come se fossi in una vita diversa, in una condizione diversa. Per quasi tutta la sera non feci altro che raccontare di me e le mie amiche, ricercando io l'attenzione di Josef più volte, fino a quando il fuoco non si spense.
-Ho pensato che potrei accompagnarti domani mattina, all'alba.- Disse d'un tratto. -Per questa notte potresti dormire al letto al piano di sopra, certo, sempre se tu vuoi, naturalmente...- Aggiunse insicuro ma ciò non fece altro che rendermi più entusiasta. Davvero. Non pensai neanche due volte ad abbracciarlo, diventando io rossa un secondo dopo.
Mi sembrava sempre un sogno, dall'acqua calda che bagnava il mio viso, lasciando alcune gocce sul naso e le sopracciglia scure, al cuscino in piuma e le lenzuola così linde e profumate che mi accoccolavano durante la notte. Mi chiusi a guscio per sentire sempre meno il freddo ma non riuscivo a chiudere effettivamente occhio: ero in quella stanza sola, Josef aveva deciso di dormire sul divano e lasciare a me il suo letto matrimoniale. Proprio in quel momento mi tornarono in mente le parole di mia nonna che scaturirono l'ennesimo sorriso sbarazzino sul mio viso, lo ammettevo, mi piaceva Josef. Nonostante fosse un soldato del Reich, nonostante i primi giorni, non riuscivo a non convincermi di stare bene in sua presenza.
Una idea sciocca pressava la mia mente così decisi di metterla in atto, scendendo silenziosamente dal letto ed andando al piano inferiore cercando di fare meno rumore possibile, trovando lui esattamente sul divano con solo una leggera coperta. Quello era l'unico momento in cui potevo osservarlo con attenzione, cogliendo anche i più piccoli particolari, i lineamenti davvero perfetti, il naso dritto ed alcuni ciuffi tanto chiari allora scompigliati sulla fronte che mi invogliavano a rimetterli in ordine. Nonostante stesse dormendo il suo volto pareva teso e stanco, così presi coraggio ed accarezzai con estrema delicatezza una sua guancia rasa mentre lui mugolò qualcosa, sembrando anche più tenero.
Mi paralizzai quando lo socchiuse gli occhi accorgendosi della mia presenza; non disse nulla ma prese la mia mano baciandola e facendomi diventare paonazza. Non mi sarei neanche aspettata che mi prendesse le guance tirandomi a sé per richiedere l'ennesimo bacio delicato, così dolce e meraviglioso, non potevo farne a meno...
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Rose e spine [IN REVISIONE]
Roman d'amour[AVVISO: la storia è entrata nuovamente in revisione, i capitoli che saranno riscritti ufficialmente per la seconda volta conterranno un ◾] Storia ambientata all'apice del nazismo, focalizzata su un campo di concentramento e di come, nonostante mill...