Prova a chiudere gli occhi davanti a lui, a lui che temi. Ci riesci? No? Questo è il cattivo: ti rende impotente, spaventato... Semplicemente non ti lascia più vivere.
Quel giorno l'alba non tardò ad arrivare assieme ad un insopportabile mal di testa; in quaranta secondi sarei dovuta riuscire ad alzarmi, svegliarmi completamente, uscire dalla baracca assieme alle altre per l'appello quotidiano. Temporeggiai buttando fugacemente lo sguardo verso la porta, una volta che quasi tutte uscirono, riuscii a spezzettare quel poco di cibo datomi da Josef con Emily, Luise ed anche Federica, spiegando loro tutto in un secondo momento. Non sapevo se fossero ancora infastidite a causa mia ma quella mattina, dopo tanto tempo, le vidi sorridere.
Uscii ed il freddo sbatté contro il mio viso con rabbia ma non rabbrividii per quello, più per ciò che vidi un attimo dopo e che mi gelò istantaneamente il sangue. Lui era lì, tra noi, camminava a passo lento, con le mani dietro la schiena ed un'aria di superiorità che dava semplicemente il voltastomaco, un piccolo ghigno caratterizzava il suo volto ma poi quello scomparve e la sua espressione si fece fin troppo seria. Ci scambiammo uno sguardo che sembrò quasi di sfida, dal quale non riuscivo neanche a sottrarmi. Quando terminò l'eterno appello scattai verso le altre cercando di nascondermi, sembrare invisibile, ma invano, naturalmente; mi prese, sbattendomi ad un muretto come fossi fatta d'aria.
-Lianne!- Urlarono le altre ma una kapò le spinse immediatamente via.
-Hai avuto fegato ma questo è il prezzo che devi pagare.- Egli s'era inginocchiato di fronte a me e sibilò infido tali parole da lasciarmi ulteriori brividi lungo la schiena. ''Recupereremo adesso'' aggiunse con grinta, prendendo il mio polso e trascinandomi via da lì, al solito posto isolato da tutti, con la scusa del volermi infliggere delle semplici punizioni. Riuscii a gridare ma fu inutile, servì solo ad alimentare la sua rabbia nei miei confronti e, nonostante desiderassi veramente che Josef venisse in mio soccorso, sperai anche che non potesse assistere ad una scena del genere.
Johann con tono lascivo si avvicinò al mio orecchio sussurrando parole poco caste, da farmi trasalire. Si prese il permesso di toccare ancora le mie labbra, i miei capelli, la mia pelle, ansimando, stringendomi a lui così da sentirmi impossibilitata a fuggire. Eppure, poi, mi accarezzò la schiena come se volesse confondermi, farmi abbassare la guardia.
-Guardami.- Ordinò, senza accettare repliche. -Hai davvero degli occhi belli, lo sai?- Rise con il suo solito modo di fare sfacciato, sentendosi un capo che poteva fare tutto ciò che voleva, gestire tutto a proprio piacimento.
-Sei uno stronzo.- Sputai acido ma mi arrivò uno schiaffo in pieno volto, come avrei dovuto immaginare.
-Io faccio ciò che più mi piace.- Alzò le spalle, concentrandosi nuovamente su di me. Alla mia ennesima parola mi strinse il collo con una mano, allentando di poco la presa solo per infierire a parole, giustificando le sue azioni col fatto di trovarmi oggettivamente attraente, di bell'aspetto, cosa che difficilmente avrebbe ammesso se non fosse irritato della mia tanta insistenza. La sua mente doveva essere così annebbiata che a stento rifletteva. Un secondo dopo si allontanò bruscamente da me, bloccò anche il contatto visivo; dopo un lungo silenzio mi congedò e, senza pensarci due volte, mi dileguai in fretta con un respiro di sollievo. Non mi feci altre domande, volevo solo togliermi dalla mente l'orrida scena di quel mattino e sperare che quell'uomo, se così potevo chiamarlo, si allontanasse volontariamente da me, si stufasse in qualche modo.
Proseguii la giornata come al solito, dovetti lavorare nella villa dello stesso comandante dove lavorava Luise, così almeno potevamo passare un po' più di tempo vicine. Non nascose il timore che quel luogo le dava ma tentai di rassicurarla, promettendo di proteggerla ad ogni costo, come avrei fatto in qualsiasi altra occasione, del resto. Cominciai a pulire la cucina, sentendomi meno affaticata del solito e stando anche a mio agio in quel tenue silenzio, finché un rumore improvviso, proveniente dalla sala, mi fece sobbalzare: sentii anche le grida di un uomo infastidito seguite da quelle di Luise; mi precipitai immediatamente abbandonando la mia postazione così da notare la ragazza a terra con attorno tanti piccoli cocci e quell'uomo spaventoso dinanzi a lei.
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Rose e spine [IN REVISIONE]
Romance[AVVISO: la storia è entrata nuovamente in revisione, i capitoli che saranno riscritti ufficialmente per la seconda volta conterranno un ◾] Storia ambientata all'apice del nazismo, focalizzata su un campo di concentramento e di come, nonostante mill...