D'un tratto giunse lei, forse un angelo, un animo puro aveva ed un'aura raggiante la circondava. Sprizzava calore, speranza e gioia; era la salvezza.
Piansi forte, tanto forte. Qualcuno mi scosse e pensai, forse, di trovarmi davvero nell'aldilà, quando mi voltai lentamente e vidi una ragazzina, in ginocchio, con una mano sulla mia spalla. Era vestita come me ed aveva i capelli simili ai miei, sempre corti ma castani. Continuava a fissarmi stranita però, subito dopo, sul suo volto apparve un sorrisetto amichevole.
-Ciao, tutto bene?- Aveva una voce così sottile ed a tratti buffa.
Scossi leggermente la testa.
-Stavi piangendo.-
Dove eravamo? Mi guardai intorno e vidi le stesse mura pallide di quella miserabile stanza ed a destra, perfino il portone chiuso.
-Prova ad aprirla, è quasi ora di mangiare.- Mi consigliò.
-Chi sei tu..?- Riuscii a tirar fuori un sibilo di voce.
-Oh, parli, menomale. Urlavi davvero tanto e temevo avessi rotto le corde vocali.- Rise appena per poi allungare energicamente una sua mano - Mi chiamo Rachele.-
-Lianne.- Gliela strinsi ed il contatto mi fece un effetto strano; era fredda, la sua stretta piuttosto gracile, quasi esanime. Non mi sembrava reale. - Sei stata portata anche tu qui dentro...-
-Come?-
Non capivo nulla, forse era un'immaginazione, un sogno. Quando mi voltai verso il fondo della stanza non vidi più le altre.
-Alcune sono già uscite tempo fa, io ho preferito aspettarti.- Mi informò Rachele atona. -Altre non ce l'hanno fatta e le hanno portate via.-
-Dove?- Ma ignorò la mia domanda. -Come ci siamo salvate io e te..?- Chiesi ancora.
-Non saprei. È davvero una fortuna, però. Forza, usciamo da qua.- Si diresse verso il portone.
-Ma... Se ci vedono? Non sappiamo chi c'è qui fuori...-
-Ma no, non c'è nessuno ora. Una volta immesso il gas quelli vanno via ed entrano degli ebrei incaricati di trascinare i corpi.-
Mi spaventava come sapesse così precisamente tali cose.
-Come sai tutto questo, scusami?-
-L'ho sentito.- Scrollò le spalle.
Mi sembrava così assurdo eppure era vero; ero sopravvissuta non so per quale grazia e sicuramente non avrei sprecato un'altra possibilità, avrei mantenuto la stessa tenacia e speranza che mi ero promessa sin dall'inizio, dovevo farlo a nome di tutte le persone care che avevo avuto affianco.
Mi misi davanti al portone, non aveva però una maniglia e spingendolo notai che fosse davvero pesante e non ce l'avrei mai fatta da sola, le forze scarseggiavano.
-Ti vuoi arrendere così?- La voce di Rachele mi arrivò alle spalle quasi come un eco inducendomi a provarci ancora, assieme a lei. Riuscimmo ad aprirla di poco e, senza pensarci due volte, sgattaiolai via ma all'improvviso Rachele mi spinse a terra costringendomi a rimanere col petto sul terreno.
-Ora la strada è libera, andiamo.-
Mi diede la carica per uno scatto finale, finché non entrai nella mia baracca. Avvenne tutto di fretta che solo più tardi constatai di essere sola, alternando la deglutizione col riprendere velocemente fiato e nascosta in fondo alla stanza con le gambe che tremavano appena per l'agitazione. La baracca era del tutto vuota allora, non sapevo con certezza che ore fossero e nemmeno riuscivo a distinguere i rumori all'esterno; tutto ciò a cui pensavo era la gioia di essere andata via da quella stanzetta fredda ed essere scampata alla morte forse per un miracolo. Sorrisi nervosamente, ammettendo come la polvere ed il legno mi sembrassero più accettabili e confortevoli di un pavimento ghiacciato ma prossimo alla mia fine. Infilai la testa tra le ginocchia, cercando di ovattare qualunque suono esterno alle mie orecchie per riposare, smettere di farmi domande e godermi quel momento di pace per riposare.
Qualcuna mi risvegliò scuotendomi il braccio, era Federica e, osservandomi bene attorno, la vidi circondata da Sarah, Luise, Emily ed Elisa, ognuna di loro sorpresa ma con un enorme sorriso stampato sul volto. Volevo gridare per la gioia ma subito mi ritrovai soffocata da alcuni loro abbracci. Luise mi pose mille domande agitata, tremava ed insisteva nel tenermi le mani per cercare forse di calmarsi, di scacciar via dei pensieri terribili che le erano balenati in mente.
-C'è solo un problema: quel medico si è appuntato i numeri delle persone scelte questa mattina, cosa accadrebbe se domani, all'appello, ti vedessero e notassero che il tuo numero è stato cancellato?- Notò Federica, anche allora piuttosto razionale.
-Vero... Cosa facciamo?- Chiese Luise evidentemente preoccupata.
Riflettemmo qualche minuto ma Federica prese ancora in mano il discorso, illustrando un piano, magari provvisorio, che riuscì a convincermi: - l'idea sarebbe di raggiungere gli archivi di quel medico, non vorrei sbagliarmi ma credo proprio che lavori al blocco cinquanta e che resti qui solamente due volte la settimana.-
-A me hai convinto, potremmo farcela.- Mi sorrise Emily, ricordando il folle gesto per lei ed Adam.
-E se chiedessimo a Marina?- Proposi io.
-Non credo sia opportuno coinvolgere una kapò...- Commentò Federica.
-No, no, va bene, invece. Possiamo fidarci di lei. Ci parlerò io domani, durante la pausa.- Ci rassicurò Sarah, terminando lì il discorso.
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Rose e spine [IN REVISIONE]
Romance[AVVISO: la storia è entrata nuovamente in revisione, i capitoli che saranno riscritti ufficialmente per la seconda volta conterranno un ◾] Storia ambientata all'apice del nazismo, focalizzata su un campo di concentramento e di come, nonostante mill...