Lacrime

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Il vuoto dentro di me si fa spazio, mi allaga, mi spinge a soffrire.
Lacrime calde solcano il mio viso, scorrono senza incontrare ostacoli, cadono nel vuoto.
Un dolore lancinante mi penetra il petto, e io non faccio nulla per fermarlo. È giusto che io soffra, sarei dovuta morire io.
Non loro.
Io.

Strappo in mille pezzi il giornale che, prima di chiunque altro, mi ha distrutto la vita.
Che, prima di ogni altro, ha fatto crollare le mie certezze.

Non riesco a non guardare i loro nomi, scritti in nero sotto la voce; uccisi.
I miei genitori non se lo meritavano, è stata tutta colpa mia.
Esco dal bagno del secondo piano e mi asciugo le lacrime, pronta per la colazione.
Non voglio dire nulla a nessuno, il giornale farà il suo lavoro.
Sorpasso a testa alta tutte le coppiette in ritardo per la colazione e mi fiondo in sala Grande.

Mi siedo si fretta sulla panca e afferro la brocca di succo di zucca.
-Allora Evans? Sai che giorno è oggi?
-Non posso uscire con te oggi, Potter.
-Perché? Me lo avevi giurato.- la sua espressione sbigottita mi trapassa il cuore.
-La mia promessa non vale più adesso.- mi volto prima di far scontrare i miei occhi pieni di lacrime con i suoi, e scappo via, verso il lago.

Senza volerlo James ha rigirato il coltello nella piaga.
La sera della partita mi ha fatto giurare sui miei genitori, ed io non riesco neanche a reagire.
Fa un male tremendo sapere che oltre ad aver perso i miei genitori, potrei perdere anche lui.

                                  ***

Rimango fermo come un sasso.
A guardarla correre via, mentre tenta di nascondere le sue lacrime.
Ero talmente preso dall'idea di uscire con lei, che non mi sono neanche accorto della sua espressione.

La mia promessa non vale più adesso.

Le sue parole si ripetono nella mia mente, senza acquisire un senso logico.
Cosa significa che non vale più?
Non ricordo neanche su cosa l'ho fatta giurare.

Sono donne, forse è meglio lasciarla in pace.

Mi dirigo verso il campo da Quiddich per allenarmi, visto che a quanto pare il mio appuntamento dei sogni è andato a monte. Incontro la squadra e dopo aver liberato le palle dò il via all'allenamento.

Quaranta minuti dopo sono nello spogliatoio con tutti gli altri.
La mia mente è ancora presa da Lily, ma per quanto mi sforzi di ricordare non ci riesco. Massaggio il livido che mi sono procurato sulla spalla e sorrido alla vista di Marlene e Sirius fuori dal tendone.
-Ehi capitano. Hai visto il giornale stamattina? I morti babbani aumentano, purtroppo.
-Cosa?- mi volto verso Hands e lo guardo aprire il giornale.
-Ecco vedi, Miranda Houfman, Quentin Evans, Margaret Evans, Patrick Letterman e anche....
-Dammi quel giornale Hands.- gli strappo dalle mani la gazzetta e lascio scivolare lo sguardo fino ai morti.

Improvvisamente mi sento stordito.
Questo significa che...loro sono...morti?
I due gentilissimi signori che ho incontrato il giorno di natale sono morti? Lasciando Lily da sola?

Mi viene da sbattere la testa al muro per quanto sono stato stupido.
Come ho fatto a non ricordarmi su cosa aveva promesso?

Butto il giornale tra le braccia di McNorris e mi dirigo verso l'uscita.
-Devo andare, metti tu a posto l'attrezzatura Hands.- proclamo tirando fuori dalla tasca la mappa.
-Ma James! Dove vai ancora con la divisa?- mi urla lui, io ignoro Hands e afferro la mia borsa.

Di un'occhialuto cercatore e una rossa mezzosangue- [Jily]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora