due.

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"I'm still not totally sure
I know what's true about me."
- Kenneth Logan

Taehyung POV

Non è che io detesti i romanzi. In fin dei conti piacciono a tutti. È che non riesco a concepire l'idea di voler rimanere seduti in silenzio a leggere per ore. C'è un motivo se così tanti libri sono ricoperti di polvere.

Ma quello che più aveva catturato la mia attenzione riguardo l'amico di Jimin era che non aveva l'aspetto di qualcuno che troveresti seduto in una piccola libreria il venerdì pomeriggio. Ecco perché lo avevo chiamato "cosce grosse".

Indossava dei jeans attillati neri con degli strappi, come se ci fosse passato sopra un tagliaerba, e una semplice maglietta bianca con delle parole in rosso scarabocchiate sul taschino all'altezza del petto. Gli anfibi neri si abbinavano, insieme ai bracciali attorno al polso destro, a qualsiasi aspetto oscuro e intimidatorio stesse cercando di ottenere. Era chiaro che quel ragazzo andasse in palestra, ne ebbi la conferma alla vista dell'ondulazione dei muscoli della sua schiena e della curvatura delle sue cosce visibili attraverso gli strappi quando si era alzato per raccogliere le sue cose.

«Credo sia andata bene.» Jimin sorrise, intenzionato a sedersi nuovamente sulla sedia, ma io lo fermai. «Possiamo sederci più avanti? Magari vicino a una finestra dove c'è effettivamente qualcosa da vedere?» Gli chiesi.

Annuì e trovammo un tavolo libero per due nella parte anteriore della libreria. L'odore del caffè era più forte in questa zona e feci una smorfia, sorseggiando dell'acqua prima di richiudere la bottiglia. «Jungkook viene stasera?»

Jimin annuì e prese il menù, analizzandone il contenuto con poco interesse. «Il piano è quello.» Mormorò. Mise giù il menù quando niente sembrò catturare il suo interesse, quindi si accontentò del suo caffe.

«Non volevo sembrare maleducato.»

«Lo so.» Disse Jimin. «Jungkook è un tipo simpatico una volta che lo conosci.»

Annuii, anche se non fui sicuro del perché. Di certo non potevo essere d'accordo sul fatto che fosse un tipo simpatico. Non avrei potuto saperlo in anticipo e, a giudicare da come erano andate le nostre prime impressioni, dubitavo che ci sarei mai riuscito. E come se la situazione non avesse potuto andare peggio di così, Jimin aprì la bocca per farmi una domanda del cazzo. «Quindi, come sta la tua ragazza?»

Fu un movimento involontario, ma i miei occhi si assottigliarono lievemente e scossi la testa, forzando una risatina disinvolta che suonò più come un colpo di tosse. «Non è la mia ragazza, lo sai. Abbiamo solo scopato una volta e basta.»

«Non è stato bello come speravi?» Disse Jimin e io semplicemente scossi la testa al suo essere così ridicolo - di cui era, tra l'altro, consapevole.

«Jimin-»

«Posso trovarti qualcuno.» Azzardò.

«Jimin, abbiamo sicuramente dei tipi ideali diversi.»

«Non provare a rifilarmi questa scusa, ho visto la tua cronologia.»

Fu decisamente il momento peggiore per prendere un sorso d'acqua, perché mi ritrovai ad inspirare piuttosto che ingoiare. «Jimin!» Tossii, le lacrime mi si stavano già raccogliendo negli occhi mentre cercavo di soffocare dei colpi di tosse. «Stai zitto.» Sollevò le mani in finta resa quando gli lanciai un'occhiataccia per aver tirato fuori l'argomento. Il mio stomaco stava facendo i salti mortali e mi guardai intorno sperando che nessuno avesse sentito. Poi mi ricordai che ci trovavamo in questa libreria del cazzo in cui c'erano solamente altre due persone e l'impiegato si era appisolato.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora