quaranta.

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"Let us cultivate our garden."
- Voltaire

Jungkook POV

Passarono un paio d'ore. Il tempo che trascorsi al telefono con mia madre mi fece da conforto, per un momento sembrò che fosse tutto okay. Le avevo raccontato ogni cosa e lei mi aveva detto che sarebbe andato tutto bene. Le avevo anche raccontato di Taehyung e lei aveva detto di volerlo incontrare. Le dissi che magari un giorno avrebbe potuto.

Yoongi rimase con me l'intera giornata. Si era già organizzato per darmi una mano, ma sapevo che avesse semplicemente paura di lasciarmi da solo.

«Jungkook.» Disse. «Le tieni o le butto?»

Sollevai lo sguardo dal pavimento della stanza e lo rivolsi verso di lui, guardando le bottigliette di tinta per capelli sotto il lavandino. «Buttale.»

E lui annuì, gettando quelle scatole in una busta della spazzatura e spostandosi verso qualcos'altro. «Li tieni o li butto?» Sollevò alcuni flaconi per pillole vuoti.

«Buttali.» Dissi con tono più basso.

Yoongi annuì semplicemente e mantenne un'espressione neutra, senza giudicarmi, provare pietà o mostrare segni di delusione. Mi fece sentire meglio. «Queste vanno buttate.» Prese l'iniziativa di decidere cosa farne del cestino che io avevo spinto nel fondo. Qualunque droga contenessero, divennero inutili nel momento in cui finirono nel sacco della spazzatura.

Andò avanti così per un po'. Yoongi mi aiutò a fare pulizia in bagno, a eliminare i sonniferi dal comodino, la scatola di scarpe contenente l'erba da sotto il letto e qualsiasi cosa di simile avessi nascosto in posti a caso. Ero stato sincero, non avevo più voglia di nascondermi e gli avevo mostrato tutto. Così mi aveva aiutato a pulire.

Anche mia madre mi aveva aiutato. Mi aveva detto che avrebbe parlato con il mio dottore riguardo le mie prescrizioni, sarei dovuto andarle a prendere tra qualche giorno.

Erano passate un paio d'ore e avevo utilizzato l'ultimo fazzoletto per soffiarmi il naso. «Hai fame, Kook?» Mi chiese Yoongi, aprendo il frigorifero.

Annuii e solo allora mi resi conto di quanto fosse diventato buio fuori. «Mi piace molto questa.» Dissi. C'era una cornice sul bancone della cucina, una foto mia e di Jimin allo studio di danza. Risaliva ad un paio di anni fa, quando avevamo appena ottenuto il nostro lavoro insieme e ne eravamo estremamente contenti.

Yoongi mi guardò e sorrise. «Jimin ne ha tante altre da poterti dare, ma ha pensato che dartele una alla volta fosse una buona idea.»

In seguito mangiammo in silenzio, Yoongi aveva preparato del ramen speziato per entrambi e avevamo anche pulito subito dopo.

«Vai a cambiarti e mettiti a letto, qua ci penso io.» Mi disse, mentre cominciava ad occuparsi dei piatti. Annuii e andai nella mia camera, portandomi dietro la mia coperta.

Dopo aver fatto tutte quelle pulizie mi sentivo sinceramente stanco, gli occhi piuttosto pesanti avevano persino cominciato a farmi male mentre mangiavamo. Sentivo ancora il rumore del lavello quando poggiai la testa sul cuscino e mi addormentai in pochi secondi.

Ciò che mi sorprese fu trovare, al mio risveglio, una coperta in più sul mio corpo e un bicchiere d'acqua con una piccola pillola rosa su un fazzoletto poggiati sul mio comodino. La ingoiai e svuotai l'intero bicchiere d'acqua.

Erano già passate le dieci quando entrai in cucina. Vidi Yoongi dormire sul divano e mi avvicinai per lasciargli la mia coperta addosso.

Questa volta avrei cucinato io per entrambi.

Yoongi si svegliò per via del profumo, dato che mi raggiunse un po' di tempo dopo, strofinandosi gli occhi e sbadigliando. «Buongiorno.»

«Buongiorno, hyung.» Dissi, voltandomi nuovamente verso la padella di fronte a me prima di spegnere la fiamma e lasciar scivolare le uova su un piatto per lui e uno più piccolo per me. Avevo preparato anche una ciotola di tofu glassato che avremmo potuto dividere. Yoongi andò a prendere due forchette.

«Questa è per te.» Gli avvicinai la porzione più grande e lui mormorò un ringraziamento stanco.

Le nostre giornate continuarono così. Yoongi era rimasto con me per un po' di tempo e avevamo fatto molte cose insieme, come ad esempio cucinare o andare a fare la spesa per comprare qualcosa di più salutare rispetto al ramen o il cibo da asporto. Mi aveva chiesto come stesse andando con i libri e solo allora realizzai che non avevo più letto con la stessa frequenza, per questo gli domandai se potessimo andare in libreria un giorno e Yoongi mi sorrise.

Presi le mie pillole e Yoongi mi accompagnò a prendere le nuove prescrizione in farmacia. Parlavo al telefono con mia madre quasi ogni giorno per un paio d'ore e lei mi raccontava dei programmi che guardava in televisione, mentre io le dicevo cosa aveva cucinato Yoongi per cena il giorno precedente. Mi aveva anche chiesto di andare da lei a fare una visita.

Jimin fece un salto, un giorno, per cenare con noi, e mi portò un'altra foto, una in cui non c'eravamo solo noi due ma anche Yoongi. La sistemai sul tavolo vicino al divano.

Le cose sembravano andare bene, era un po' come una routine forzata destinata a diventare un'abitudine. Ero consapevole che l'obiettivo di Yoongi fosse quello di tenere la mia mente lontana da tutto ciò che rappresentava una tentazione e una corruzione. E stava funzionando, per la maggior parte.

C'erano anche delle notti pessime, alcune in cui ero felice di potermi riposare decentemente, ma il sonno portava con sé sogni, ricordi dei giorni precedenti. Il dolore e tutto ciò che mi aveva portato ad odiare me stesso. Adesso ero più insensibile, non ero sicuro se stessi migliorando o semplicemente non mi importasse, ma non era poi così male. Spesso mi svegliavo, a volte avevo le guance bagnate, ma mi bastava bere l'acqua che mi lasciava Yoongi la notte e mi addormentavo subito dopo. Man mano che i giorni passavano, lui non era più nella mia mente con la stessa frequenza di prima.

Erano passati cinque giorni.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora