cinque.

3.5K 273 62
                                    

"Midnight is for regrets."
- Holly Black

Jungkook POV

Il chiarore della luna creava un contrasto sul suo viso. Per metà era nascosto dal buio, mentre l'altra metà era illuminata da una luce azzurra, creando l'ombra delle sue ciglia e della mascella definita.

Riuscii a godere di quella bellezza naturale solo per altri pochi secondi, prima che Taehyung si sporgesse in avanti e mi baciasse. Le sue labbra erano soffici e calde contro le mie, mi sembrò quasi aggressivo mentre inclinava il capo per approfondire il bacio. L'ipotesi che potesse essere etero evaporò velocemente non appena mi afferò le cosce con quelle mani grandi e lasciò scivolare la lingua sul mio labbro inferiore, il quale subito dopo divenne vittima dei suoi morsi gentili, rubandomi un debole gemito gutturale.

Proviamo a sentirci meno soli per una volta.

Quella frase continuava a ripetersi nella mia mente mentre con le dita accarezzavo l'attaccatura dei suoi capelli sulla nuca, tirando gentilmente le ciocche e sciogliendomi al suono dei sospiri profondi che provenivano da Taehyung. Mi costrinse a schiudere le labbra e mi ficcò la lingua in bocca, ma non avrei comunque protestato.

Quando lasciò scivolare le dita al di sotto della mia camicia di seta e mi sfiorò la pelle della schiena, quest'ultima si inarcò verso di lui, la pulsazione all'interno dei miei pantaloni mi distrasse e mi fece sentire improvvisamente in imbarazzo. Probabilmente Taehyung voleva solo limonare e io invece non ero nemmeno stato capace di controllarmi.

Mi ritrassi con l'intenzione di scusarmi nuovamente, solo per rendermi conto di essere a corto di parole non appena notai le labbra gonfie di Taehyung sollevarsi in un ghigno. Con le mani mi strinse i fianchi mentre i suoi si sollevarono per sfiorare la mia erezione. Affondai i denti nel labbro inferiore e chiusi gli occhi per il piacere, desirando solo di potergli togliere quel ghigno dal viso con uno schiaffo e di poterlo baciare al tempo stesso.

Taehyung allargò le gambe per potermi reggere sopra di lui, le mani stringevano la mia vita mentre muoveva i miei fianchi in alto e in basso, così da creare la frizione che entrambi stavamo bramando. In quel momento tutto era eccitane.

Le labbra di Taehyung si spostarono sul mio collo, mi stringeva ancora i fianchi con forza mentre si spingeva contro la mia erezione, mi pizzicava la pelle con i denti e ansimi abbandonavano le nostre labbra ad ogni respiro.

Le mani non mi tremavano più, il petto aveva smesso di volersi chiudere su se stesso. La mia mente si sentì a suo agio mentre cercavo di inseguire il piacere che mi stava dando quel ragazzo apparso improvvisamente nella mia vita. In quel momento non avvertii nessuna agitazione o lotta dentro la mia mente per tenere lontani quei pensieri oscuri che mi perseguitavano da mesi. Ero semplicemente egoista e volevo approfittare di quei pochi minuti per distrarmi dalla solitudine e dai mostri che si facevano spazio nella mia persona ogni giorno, intenti a cancellare ogni traccia di speranza o felicità.

Nonostante il buio che ci circondava mentre i gemiti profondi di Taehyung e i miei ansimi riempivano il mio appartamento, riuscii a vedere una luce alla quale non ero abituato.

«T-Taehyung.» Dissi con voce strozzata, il capo gettato all'indietro mentre mi mordevo il labbro inferiore, sentendo lo stomaco che si contorceva nel piacere e nel calore.

Le sue mani trovarono posto sulla mia via sottile e le sue labbra cercarono le mie, camuffando gli ansimi di piacere che continuavano a fuoriuscire. «Dillo di nuovo.» Disse Taehyung, la sua voce sembrò ancora più profonda.

Non riuscivo a capire come la sua sola voce riuscisse a farmi eccitare così tanto, ogni parola mandava delle scariche di piacere alle mie vene e tremavo tra le sue braccia. «Cazzo, Taehyung!» Il suo nome abbandonò le mie labbra sotto forma di gemito e i suoi fianchi si scontrarono con i miei in risposta.

Avevamo ancora quei cazzo di vestiti addosso ed io ero già un disastro.

«Vieni per lo hyung.» Sussurrò nel mio orecchio e fu sufficiente. Arrivai al limite quando raggiunsi l'orgasmo lì, seduto sul suo bacino, respirando con affanno mentre la mia fronte riposava sulla sua spalla.

I fianchi di Taehyung si mossero ancora ed un gemito basso si liberò dal suo petto premuto contro il mio, lasciandomi avvertire le vibrazioni di ogni suo suono. Le sue mani corsero su e giù lungo le mie cosce con fare rilassato mentre cercavo di recuperare il fiato.

Tra le dita stringevo ancora le sue ciocche, che accarezzai gentilmente, sollevando il capo per incontrare i suoi occhi. I miei si riempirono di confusione quando lo vidi continuare a guardare verso il basso, le mani non si muovevano più sulle mie cosce e le spalle sembravano improvvisamente tese. «Taehyung?» Dissi in un sussurro, una sensazione di preoccupazione mi attanagliava lo stomaco e mi ritornò la nausea. Aggrottò le sopracciglia, non sembrava aver intenzione di guardarmi. Smisi di muovere le dita tra i suoi capelli e cominciai a scendere dalle sue gambe.

«Jungkook, io-» Provò a dire, ma sembrava essere a corto di parole, il che non fece altro che incrementare i miei nervi e accelerare il mio battito. «Non sarebbe dovuto accadere.»

Mi congelai sul posto. Probabilmente smisi anche di respirare ma, in tutta onestà, non riuscii a pensare razionalmente e la mente cominciò a perdersi in un vortice di pentimento e imbarazzo. «Cazzo.» Riuscì a dire a denti stretti. La rabbia era sempre il modo facile per sfogarsi quando ci si sente feriti o imbarazzati.

Finalmente riuscì a guardarmi, ma io mi ero già alzato dalle sue gambe, sentendomi sporco e disgustoso e lottai internamente per decidere se andare in bagno a pulirmi o lanciarmi dal balcone. Avrei avuto il tempo per fare entrambe le cose.

«Jungkook, aspetta-» Provò a dire.

Ma non volevo sentirlo, non c'era nulla che potesse essere adeguato da dire e io avevo solo voglia di dormire. «Stai zitto.»

Taehyung non ebbe più alternative, perché mi chiusi la porta della stanza alle spalle e afferrai un paio di pantaloni da tuta prima di andare in bagno e spogliarmi dei miei vestiti. Non mi guardai allo specchio perché non avrebbe avuto senso. Avrei visto solo il mio riflesso e sarebbe stato fin troppo deludente, soprattutto considerato quanto mi ero appena reso ridicolo.

Mi cambiai e afferrai un asciugamano e delle coperte prima di ritornare in soggiorno. Taehyung era ancora seduto lì a fissarsi le mani. Lanciai la coperta e l'asciugamano accanto a lui sul divano, mantenni uno sguardo impassibile mentre stavo in piedi a qualche passo di distanza da lui. «Il bagno si trova vicino l'ingresso e lì c'è il divano. Sai anche dove si trova la porta. Rimani o vattene, fai quello che ti pare, ma non disturbarmi.»

Il solito ronzio era ancora presente mentre mi allontanavo per sparire all'interno della mia stanza. La porta si chiuse dietro di me con un click che riecheggiò in quella stanza così silenziosa e risuonò nella mia mente un paio di volte. Mi poggiai contro il legno freddo della porta e mi sfregai il viso con i palmi, contribuendo solo a offuscarmi la vista.

Che diavolo era appena successo? Come aveva potuto dire una cosa del genere? Era stata una sua idea, cazzo!

Scossi il capo e in qualche modo riuscii a trascinarmi fino al letto, lasciandomi cadere sul materasso morbido e gemendo non appena avvertii i muscoli tesi cominciare a rilassarsi.

Non aveva nemmeno senso provare a dormire. Ultimamente non ci riuscivo ed era sempre più difficile rimanere tranquillo mentre quei mostri apparentemente innocenti, che mi avrebbero dovuto aiutare ma che in realtà mi facevano solo del male, mi pregavano di farne uso. Non avevo intenzione di prendere di nuovo quella strada. Una strada che non aveva uscita.

Piuttosto, feci ciò che facevo sempre durante quel tipo di notti. Alcune erano più difficili da affrontare rispetto ad altre, ma questa mi sembrò più semplice. Forse era dovuto alla tipologia diversa di pensieri che mi invadevano la mente, tutti collegati a quel ragazzo che sedeva sul mio divano e che ci mandava in confusione. Afferrai gli auricolari e li collegai al cellulare con dita fredde. Il ritmo di una canzone hip-hop mi riempì le orecchie e risuonò nella mia mente, combattendo piacevolmente la mia agitazione.

Fissai il soffitto per minuti o ore, non avrei saputo dirlo con certezza. Tutto mi sembrava disordinato in quel pasticcio di confusione e pentimento, desideravo solo che le lenzuola mi inghiottissero e non mi lasciassero uscire mai più da quella stanza.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora