"Youth is easily deceived
because it is quick to hope."
- AristoteleJungkook POV
Era interessante come un paio di pillole avevano il compito di aiutarti, ma un paio di troppo diventavano improvvisamente il biglietto d'ingresso sul pavimento freddo. Quelle piccole e rosa erano sistemate in maniera carina sul mio palmo, un piccolo cumulo di magia chimica.
Il suono delle pillole che cadevano di nuovo dentro il flacone arancione fu ancora più piacevole.
«Ehi Jungkook!» Sentii la sua voce dalla stanza, un suono paradisiaco così profondo e intenso da mandarmi sempre mille brividi lungo la spina dorsale.
Sorrisi dopo essere uscito dal bagno, lo zaino chiuso poggiato sulla spalla mentre gli rivolgevo uno sguardo solo per trovarlo a riposare sul letto. «Sì, Tae?»
«Vieni qui.» Taehyung mise il broncio, colpendo con la mano la parte di materasso accanto a lui sulla quale avevo dormito. «Non ho finito di abbracciarti.» Le sue parole, accompagnate da quel suo comportamento, somigliavano a quelle di un bambino al quale è stato sequestrato un giocattolo, ma ogni cosa di lui mi faceva sorridere.
Lasciai lo zaino sul pavimento e mi avvicinai a lui per infilarmi sotto le coperte, immediatamente mi ritrovai avvolto in una specie di bozzolo di calore. Il tutto era reso ancora migliore da un certo ragazzo molto carino che mi guardava.
«Sei stato tu quello a vestirsi, stupido.» Dissi subito dopo che le sue braccia si chiusero attorno al mio bacino. La distanza tra di noi era quasi inesistente e temevo che i suoi bei vestiti potessero stropicciarsi. «Comunque, perché sei vestito così bene?» Domandai.
Taehyung mormorò e si sporse in avanti quanto bastava per lasciarmi dei piccoli baci sugli zigomi fino alla mascella. «Per una cosa di famiglia.» Mormorò contro la mia pelle.
Quei baci mi facevano solletico tanto quanto le sue ciocche disordinate contro il mio viso. «Allora alzati e preparati.»
Lo spinsi per gioco, alzandomi velocemente dal letto e ignorando le lamentele che provenivano da sotto le coperte. «Vieni qua, hai dei capelli orribili.»
Taehyung sospirò e si tolse le coperte da sopra il corpo nella più drammatica delle maniere. «Amico, sembri mia madre.» Mormorò, trascinando il suo corpo verso la sedia della scrivania.
«Non chiamarmi amico.»
«Perché no, amico?» Insistette, il ghigno sul suo viso era evidente attraverso il tono della sua voce.
Roteai gli occhi e ritornai dal bagno con il suo pettine tra le mani. «Non farlo, altrimenti non farò mai più cose con te.»
Taehyung fece finta di serrarsi le labbra, ma quel sorriso sfacciato rimase. Poi si colpì le cosce mentre mi guardava dalla sedia. «Sistemami i capelli, Kook.»
Mi tentava, Taehyung mi tentava sempre. E il secondo dopo le mie gambe avevano avvolto le sue per mettermi a cavalcioni sul suo bacino, le sue mani corsero lungo le mie cosce per circondarmi il bacino così da tenermi stretto contro il suo petto. «Non. Provare. A fare niente.» Cercai di porre enfasi nel fatto che fossi serio, ma il piccolo sussulto che abbandonò le mie labbra quando mi strizzò i fianchi disse il contrario.
Taehyung semplicemente mormorò e gettò il capo all'indietro quanto bastava. C'era un sorriso sulle sue labbra e teneva gli occhi chiusi, così mi lasciò un breve momento per apprezzare la sua bellezza.
Presi il pettine e cominciai a passarlo tra le sue ciocche disordinate, abbassandole per coprirgli la fronte e lasciare solo una piccola parte scoperta sopra l'occhio sinistro. Non aveva davvero bisogno che gli venissero pettinati i capelli, rimaneva impeccabile a prescindere da tutto.
«Se non amico,» Le sue labbra si mossero lentamente nella più allettante delle maniere. Anche il pettine cominciava a muoversi più lento, dato che la mia attenzione era stata deviata. «Allora come dovrei chiamarti?»
Lasciai scivolare il pettine, mormorando dolcemente mentre usavo le mie dita per fare in modo che le sue ciocche sembrassero più naturali ma comunque in ordine. «Che ne pensi di chiamarmi Jungkook?»
«Che ne pensi se ti chiamo il mio ragazzo?»
Mi pietrificai. Quelle parole andarono dritte al mio cuore e superarono sia il mio buonsenso, sia il mio ragionamento logico, lasciandomi cadere in una spirale di confusione e adorazione. L'unica cosa che mi assicurava che non stessi sognando o sentendo assurdità erano le labbra di quello stesso ragazzo, le quali lasciavano leggeri baci sulla mia mascella.
«Mh?» Taehyung mormorò, probabilmente in cerca di una risposta.
«Vuoi che sia il tuo ragazzo?» chiesi, lo shock era ancora presente.
Taehyung aveva allontanato il viso, quello stesso sorriso era ancora lì mentre continuava a guardarmi negli occhi, in maniera tenera e intimidatoria allo stesso tempo. Annuì.
«Tu? Il ragazzo gay più impanicato che io abbia mai incontrato?» La mia era una domanda logica, non avevo intenzione di dire sì a qualcosa che avrebbe potuto finire male per me. Il cuore mi batteva velocemente e sperai che Taehyung non lo sentisse o addirittura avvertisse contro il suo stesso petto, dato che i nostri addomi si toccavano. «Di che stai parlando, Tae...» Sussurrai.
Gli angoli delle sue labbra si abbassarono lievemente, ma provò comunque a mantenere quel sorriso. Gli spostai i capelli dalla fronte, poggiandogli i palmi contro le guance e lasciando a malapena sfiorare le punte dei nostri nasi.
«Possiamo parlarne più in là, okay?» Sussurrai dolcemente, aspettando un cenno d'approvazione col capo da parte sua, prima di lasciare un leggero bacio sulle sue labbra.
Taehyung aumentò la presa delle sue braccia intorno al mio bacino, «Va bene, piccolo.» Rispose.
«Adesso,» Mi allontanai con un ampio sorriso, lasciando scorrere attentamente le mie mani lungo il suo petto per allisciargli la camicia. «Mi sa che dovresti essere da un'altra parte.»
Taehyung grugnì e gettò il capo all'indietro, lasciando cadere le mani sul suo bacino mentre io mi alzai dal suo corpo. Gli afferrai le mani con le mie e feci del mio meglio per tirarlo in piedi. «Non voglio, rimaniamo tutto il giorno al letto.» Mise il broncio.
Risi lievemente. «Per quanto sia invitante, tu hai da fare e io ho una lezione da tenere.»
Taehyung sbuffò, ma si lasciò comunque trascinare in piedi. «Facciamo qualcosa dopo.» Disse, recuperando delle scarpe eleganti da sotto il letto e indossandole.
Mi andava bene come proposta, quindi annuii. Taehyung uscì dalla sua stanza e io lo seguii fin quando non si fu fermato davanti la porta. «Mandami un messaggio quando hai finito di fare lezione, okay?» Disse, il cellulare in una mano e le chiavi che penzolavano dal dito.
Annuii e mi allungai per raggiungere la porta. «Passa da me quando hai finito, la porta non è chiusa a chiave.» Dissi.
Taehyung rise. «Lo so. Dovresti cominciare a chiudere a chiave, Kook.» Ma io roteai gli occhi a tale assurdità.
«Ci vediamo dopo.» Dissi, poggiandomi contro la porta mentre l'altro ragazzo uscì nell'atrio. Taehyung annuì e mi ricordò di chiudere la sua, di porta, prima di andarmene. «Ci vediamo dopo, Kook.» Fece un passo in avanti per baciarmi velocemente le labbra prima di allontanarsi da me.
E mentre lo guardavano andarsene, le mie labbra formicolavano per via di quel bacio, una sensazione che mi faceva battere il cuore e attorcigliare lo stomaco a causa di un'emozione piacevole e spaventosa al tempo stesso.
Era davvero molto più di qualcosa.
STAI LEGGENDO
WALLFLOWER [TRADUZIONE]
Fanfiction[TAEKOOK] Jungkook sapeva che l'altro ragazzo non ricambiava il suo amore, ma non riuscì a resistere. Si avvicinò un po', le loro fronti si sfiorarono. Il suo senso di solitudine lo spinse a far sfiorare le loro labbra, il respiro di Taehyung era ro...