trentatré.

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"No buddy is perfect."
- Saji Ijiyemi

Jungkook POV

Taehyung stava ancora dormendo quando uscii dalla doccia. Ne avevo già fatta una la sera precedente, ma i miei occhi erano ancora gonfi per il pianto e avevo bisogno di una scusa per stare da solo per un po' e pensare.

Indossai una felpa bianca e mi avvicinai nuovamente al letto, il ragazzo addormentato era rannicchiato tra le mie lenzuola, tirate fino a sopra il mento. Era difficile guardarlo senza sorridere.

Il letto si mosse quando ritornai di nuovo sotto quel calore che mi faceva sentire protetto. «Kookie?» Mormorò, la voce impastata dal sonno era ancora più profonda del solito.

Mormorai semplicemente e tirai le lenzuola per coprici entrambi, gli afferrai i fianchi e nascosi il viso nell'incavo del suo collo. Taehyung sollevò il braccio così da permettermi di accoccolarmi più vicino a lui. Chiusi gli occhi non appena Taehyung cominciò ad accarezzarmi i capelli con le dita.

«Posso portarti fuori oggi?» Taehyung disse dopo qualche istante in silenzio, i suoi occhi incontrarono i miei per la prima volta quella mattina. «Per un appuntamento vero e proprio.»

Agii d'impulso, o forse era semplicemente un'abitudine, ma mi ritrovai a sorridere e lasciai un bacio sulla sua guancia più veloce di quanto potessi immaginare. «Certo che sì. Adesso porta il culo fuori dal letto.»

Sollevai le coperte dal corpo di entrambi e risi al lamento che provenne dal ragazzo accanto a me. «No.» Sospirò drammaticamente.

«Allora come hai intenzione di portarmi fuori?» Dissi con le mani sui fianchi e lo sguardo rivolto verso il letto.

Taehyung sollevò le spalle e portò i palmi sotto la testa, guardandomi con un piccolo sorriso. «Il nostro appuntamento può svolgersi qui, guardiamo qualche film e limoniamo se ci annoiamo.»

«No?» Chiese quando non ottenne alcuna risposta da parte mia, le mani ancora sui fianchi e un sorriso innocente sul viso.

Scossi il capo e mi voltai per uscire dalla stanza, lasciando la porta aperta così che potesse sentirmi. «Andiamo, Tae! Prima usciamo e prima torniamo a casa a fare tutto ciò che il tuo cuore desidera.»

Quasi trenta secondi dopo Taehyung era già davanti la porta d'ingresso e aveva indossato le scarpe, le mie lenzuola erano sul pavimento dato che se le era trascinate dietro durante quel suo disperato tentativo di uscire il più velocemente possibile. Risi leggermente, sentendomi già un po' meglio nel vederlo indossare le scarpe e spostarsi i capelli da davanti gli occhi così che potesse vedere. «Sei così stupido.» Mormorai.

«Mhh, mi adori.» Controbatté.

Mi morsi il labbro inferiore e scossi il capo. Cercare di far uscire Taehyung dal mio appartamento fu un po' come trascinare un bambino in qualche negozio senza ricevere un minimo di collaborazione. «Possiamo uscire, per favore? Oggi?» Sollevai un braccio per indicare l'atrio, una mano sul pomello della porta pronto a chiuderla.

«Non ti facevo così entusiasta di uscire con me.» Mi afferrò la mano con un sorriso e intrecciò le nostre dita, stringendo la presa mentre mi trascinava verso l'atrio e ridacchiava.

Taehyung non mi lasciò la mano mentre scendevamo le scale o mentre passavamo davanti la donna alla reception, non la lasciò nemmeno quando uscimmo e camminammo lungo il marciapiede, mentre superavamo tutte quelle persone che si recavano al lavoro o a bere un caffè. E non smisi di sorridere per tutto il tempo.

Il cuore rischiò di esplodermi quando Taehyung scomparve all'interno di un bar per comprarci qualcosa, ritornando poi con una busta e un tè rosso scuro sicuramente per me. Il sapore del lampone invase le mie papille gustative e lo sorseggiai contento. Adoravo il fatto che ricordasse questi piccoli dettagli su di me.

«Quindi, dove andiamo?» Chiesi. Il suo pollice mi stava accarezzando gentilmente il dorso della mano ed era un piacevole rimedio contro il freddo, quel gesto era tutt'altro che minimo e insignificante.

Il ragazzo più grande mi strinse semplicemente la mano, abbassando lo sguardo con un sorriso sulle labbra. «Aspetta un altro po'.» Fu tutto ciò che mi disse.

Era stata una domanda senza senso, la mia attenzione era tutta su di lui e a malapena su ciò che ci circondava. In ogni caso, non ero a conoscenza della nostra destinazione.

Non riuscii a smettere di pensarci fin quando non si fermò sui suoi passi, la mano ancora stretta nella mia e gli occhi fissi sul mio sguardo. «Spero che tu sia ancora in vena di essere clemente.»

«Che intendi?» Stavo masticando, alcune briciole caddero dalle mie labbra quando mi fermai per guardarlo. In quel momento fu semplice capire dove eravamo arrivati, quelle strade familiari e quegli edifici erano un indizio.

Si trattava di una strada non troppo lontana da casa mia, più o meno la distanza era uguale anche rispetto allo studio di danza, ma era più vicina alla parte gradevole della città. Avrei potuto camminare in quella zona ad occhi chiusi. Era l'edificio in cui viveva Yoongi, quello in cui Jimin si era trasferito da un paio di settimane, dopo aver vissuto con Hoseok per un bel po' di tempo.

«Mi hai portato da Jimin e Yoongi per il nostro appuntamento?»

Taehyung ridacchiò. «Ti ho portato qui perché penso che sia ora che gli parli.»

Sollevai un sopracciglio, voltandomi verso il ragazzo accanto a me. I suoi capelli stavano cominciando a crescere, le radici erano di un colore più scuro in contrasto con le ciocche tinte in precedenza di un colore miele. «Da quando sei tu a decidere cos'è meglio per me e quando?»

Taehyung continuò a sorridere con la mano ancora nella mia. «Da quando hai deciso di continuare a vedermi. È tutto compreso nel pacchetto, amore.» Il sorriso non sparì e Taehyung mi lasciò un veloce bacio sulla guancia prima di entrare nell'atrio del condominio.

Il pavimento era di marmo e la reception decorata con dei fiori finti messi in fila, contribuendo al piacevole aspetto estetico di quel posto. La donna seduta alla reception ci chiese chi stessimo visitando e fu Taehyung a rispondere, dato che io avevo continuato a sorseggiare la mia bevanda di proposito, così da non dover affrontare il suo sguardo talmente intenso.

«Andiamo.» Taehyung mi diede un colpetto sul braccio dopo che la donna ebbe premuto un pulsante e ci fece entrare. Schiacciai il tasto dell'ascensore e, durante l'attesa, mi dondolai sui talloni. Il ragazzo accanto a me ridacchiò e mi fermai, le guance calde e le orecchie rosse.

La musichetta nell'ascensore era leggera e piacevole, mi ricordava la mia playlist e mi faceva venire voglia di prendere i miei auricolari, se solo non si fossero trovati sul mio letto proprio in quel momento. Fu Taehyung ad interrompere i miei pensieri rilassanti, avvertivo il suo respiro caldo contro il mio collo, era molto più vicino di quanto mi aspettassi.

«Ehi Koo.» Sussurrò dolcemente, la sua spalla contro il muro mentre mi guardava, io ero poggiato contro la mia schiena.

Mormorai mentre lo guardavo lateralmente, era fin troppo difficile non fissare le sue labbra quando parlava. «Si, Tae?»

Gli angoli delle sue labbra si sollevarono in un ghigno sottile, che venne accompagnato dal commento successivo. «Hai mai visto..» La sua voce si affievolì. Si avvicinò di più a me così che la punta delle sue labbra sfiorasse la mia mandibola ad ogni sillaba, quel sorriso provocante non aveva mai lasciato la sua bocca. «...il film Cinquanta sfumature

«Taehyung, sei assurdo.» Lo allontanai con una spinta, ma non riuscii a non ridere almeno un po' mentre lui stava ancora sorridendo e giocando con le mie dita.

«Non ti va di fare una scena erotica in ascensore adesso?» Chiese innocentemente, ma nei suoi occhi c'era tutt'altro che innocenza.

«Sono qui per fare il santo e parlare con il mio migliore amico, dunque mi dispiace per te.» Gli lasciai la mano e sorrisi, prima di uscire dall'ascensore non appena arrivò al piano.

Mormorò qualcosa che non riuscii a sentire, tuttavia stava ancora sorridendo quando raggiunse il mio fianco. Ricordavo la porta dell'appartamento a memoria ormai, era come una seconda casa per me. Non mi ero reso conto fino a quel momento, di fronte la sua porta e con un sottile pezzo di legno a separarci, che il mio migliore amico mi era davvero mancato dopo tutto quel tempo trascorso ad evitarlo. Era stato un gesto sbagliato, uno da aggiunge a tanti altri.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora