sedici.

2.7K 223 2
                                    

"There's always another secret."
- Kelsier

Jungkook POV

La somiglianza tra due persone può essere emotiva o fisica, forse anche altri aspetti che la mia mente deve ancora comprendere. La mia solitudine sembrava molto simile a quella di Taehyung e a ciò che l'aveva spinto a comportarsi in maniera così strana, quel suo bisogno di allontanare le persone e isolarsi quando invece io ero in costante ricerca di qualcuno che mi tirasse su.

La somiglianza tra questa ragazza, Nari, e Taehyung era innegabile. Avevano lo stesso naso e gli stessi occhi marroni e profondi, i lineamenti delicati rendevano i due fratelli bellissimi. Mi avevano aiutato anche le foto che avevo notato quella mattina nel suo salone.

«Chi è lui?» Chiese Nari, i suoi occhi erano fissi su di me.

Taehyung aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono, quasi somigliava a un pesce. Roteai gli occhi alla sua mancata risposta e chinai la testa quanto bastava. «Mi chiamo Jungkook.»

Annuì e allungò ancora di più il collo, tutto di lei urlava maturità ed eleganza. Improvvisamente realizzai che avrei fatto meglio a tenere la bocca chiusa, così da non farmi scappare niente di stupido.

«Taehyung.» Cominciò sua sorella. «Abbiamo un sacco di cose da fare oggi. Dovresti essere vestito e pronto per andare a fare shopping-»

«Va bene, sì, sì.» Taehyung la bloccò, ottenendo in risposta un sopracciglio arcuato e uno sguardo incredulo. Immaginai quindi che a Nari non piacesse essere interrotta, soprattutto non in maniera così rude.

Si scambiarono uno sguardo e ciò mi mise a disagio, qualsiasi muto litigio tra fratelli stessero avendo mi aveva fatto venire voglia di andarmene. «Ehm, mi vado a cambiare...» Cominciai, rivolgendo lo sguardo a Taehyung, il quale mi stava già guardando. Deglutii sonoramente alla vista del suo sguardo così intenso, ma mi pentii di averlo fatto non appena vidi un sorriso apparire sul suo viso.

Taehyungh annuì. «Vai pure, io mi cambio dopo di te.»

Questa volta ero io a non sapere cosa dire, semplicemente annuii e lo superai per raggiungere la sua camera, non prima che Nari parlasse di nuovo, la sua intenzione di rimanere discreta e in silenzio non ebbe molto successo. «È tua la maglietta che sta indossando?»

«Un sacco di persone hanno le magliette nere, Nari.»

Non potei fare a meno di accennare un sorriso, non stava confermando che stessi davvero indossando la sua maglia, ma non lo stava nemmeno negando. Mi bastava.

Lo guardai quando mi girai per chiudere la porta della sua stanza, fu una veloce occhiata attraverso la fessura della porta e il furtivo occhiolino da parte sua mi mandò in subbuglio lo stomaco. Da quando ero diventato una scolaretta che sorride e ridacchia quando un ragazzo le fa l'occhiolino?

Mi resi conto di non avere vestiti con me, fatta eccezione per quel paio di pantaloncini eccessivamente strappati che avevo indossato la scorsa notte e una maglia bianca sporca di chissà quale drink. Per nessun motivo al mondo sarei uscito da quella stanza con quei vestiti addosso, soprattutto non davanti a sua sorella, il cui armadio sembrava contenere solo colori pastello e giacche.

Sentii bussare lievemente alla porta e subito dopo le ciocche marroni di Taehyung fecero capolino. «Puoi indossare qualsiasi cosa che trovi, così ho una scusa per venire a casa tua a riprendermi i miei vestiti.» Sorrise prima di richiudere la porta e lasciarmi a frugare.

«Okay.» Dissi silenziosamente a me stesso. Era comunque strano rovistare tra le sue cose, era qualcosa che non ero mai riuscito a fare da nessuna parte, nonostante curiosare fosse piuttosto comune tra le persone. Ecco un altro motivo del perché non invitavo nessuno a casa mia oltre Jimin.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora