cinquantadue.

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"I see these lights, every time
I look into your eyes. It crosses my
heart, and makes me feel in love."
- Jayson Engay

Jungkook POV

Fu uno degli scenari migliori. Quel sorriso non abbandonò il suo viso per tutta la sera da quando sua madre era andata via, durante l'intera cena e anche dopo aver salutato suo padre circa un'ora fa.

Dalla mia posizione sul letto potevo ancora immaginare quello stesso sorriso mentre parlava senza sosta riguardo qualsiasi cosa gli passasse per la testa, sia che fosse la canzone che gli era rimasta in mente tutto il giorno, sia che fosse la bevanda color rosa alla frutta del bar in cui stavamo per recarci.

Continuò. «-e il modo in cui rideva con Jimin mi ha ricordato molto i tempi di scuola!» Taehyung era in piedi e stava scavando dentro i cassetti con i miei vestiti. «È stato davvero bello, Kook.»

Mi limitai ad annuire con un sorriso pigro ad adornare i miei lineamenti, occhi fissi su di lui adesso che finalmente si era voltato verso di me, mettendo in pausa la sua ricerca di vestiti. «Si vede che sei felice, è una bella cosa.» Dissi.

Taehyung ricambiò dolcemente il sorriso, le guance rosa e gli occhi che gli brillavano, ma fallì nel distogliere lo sguardo: i nostri occhi si incontrarono.

Per un istante lanciò uno sguardo al mio corpo e il solito Taehyung sfacciato era ritornato, poggiò le mani sui fianchi e innarcò un sopracciglio. «Aspetta, hai intenzione di uscire vestito in quel modo?»

Diedi una veloce occhiata alla mia maglia a tinta unita nera e ai miei pantaloni da tuta grigi, consapevole di quanto fossi comodo in quel modo e sicuramente non dell'umore di infilarmi le cosce in un paio di jeans attillati. Annuendo, rivolsi nuovamente lo sguardo al mio ragazzo. «Ehm, sì?»

«No.» Disse, voltandosi nuovamente verso il mio armadio e riprendendo a scavare in mezzo a dei jeans piegati abbandonati sul pavimento. «Puoi tenere la maglietta, ma di certo non uscirai con la tuta.»

Dopo aver trovato un paio di jeans strappati che Taehyung ritenne decenti, indossai un paio di anfibi neri e afferrai le chiavi della mia auto. L'altro ragazzo, invece, stava parlando al telefono con un Jimin piuttosto confuso e che non capiva come raggiungere il club.

«Passa il telefono a Yoongi hyung.» Taehyung si era spazientito.

Riuscivo a capire quanto il ragazzo dai capelli color miele fosse frustrato semplicemente guardando la sua fronte aggrottata e le spalle tese. «Piccolo.» La mia mano accarezzò la sua schiena con piccoli cerchi immaginari, la voce ridotta a un sussurro mentre parlavo a poca distanza dal suo orecchio. «Usciamo e parliamo in macchina, va bene?» Dissi.

Taehyung sospirò e mi guardò annuendo. Mi assicurai di tenergli la mano durante il tragitto verso la macchina, così che non la potesse agitare in aria nel tentativo di spiegare le indicazioni a un Jimin ancora confuso e un Yoongi certamente non d'aiuto di sottofondo.

«Ehi Kook, puoi farmi un favore?» Taehyung mi domandò mentre ci avvicinavamo alla mia auto parcheggiata. Prima che potessi chiedere di cosa si trattasse, il mio adorabile ma drammatico ragazzo si mise davanti l'auto, con le braccia aperte e la telefonata con il nostro amico in comune ancora aperta. «Investimi, per favore e grazie.»

«Porta il tuo culo dentro la macchina.» Scossi la testa ridacchiando. «E di' a quel bambino di usare il GPS.»

Taehyung sbuffò, ma si avvicinò comunque all'auto e salì dal lato del passeggero. Io feci lo stesso dopo aver chiuso lo sportello per lui. «Okay, prima di tutto quel "bambino" è comunque un tuo hyung, quindi non fare il moccioso.» Taehyung disse quando misi in moto la macchina e cominciai a guidare. «E glielo avevo già detto, non è colpa mia se non capisce lo spelling.»

Alla fine la chiamata terminò e Taehyung era improvvisamente di buonumore, niente riusciva a rimanere nella sua mente così a lungo da influenzarla negativamente. Una delle cose che mi piaceva di lui era proprio vederlo felice.

«Stasera non berremo troppo.» Stabilì ed io annuii in risposta, occhi fissi sulla strada e mani aggrappate al volante in maniera rilassata. «E tu hai preso le tue medicine prima di uscire, giusto?» Annuii nuovamente. «E hai messo le giacche nel sedile posteriore, vero? In base a quando decidiamo di andarcene stasera, potrebbe fare freddo-»

«Sì, mamma.» Lo interruppi. «Ne ho due e ho anche una coperta, dato che ti addormenti sempre durante il tragitto verso casa.»

Taehyung mi rivolse un'occhiataccia per un istante, ma poi il suo sguardo si addolcì. «Questa è una cosa dolce, quindi non mi arrabbierò per il fatto che mi hai interrotto.»

Successivamente ci fu un silenzio confortevole, il mio palmo era poggiato sulla sua coscia e le sue dita giocavano con gli anelli che portavo. Ci vollero solo altri cinque minuti per raggiungere il club, il quale era già illuminato da luci al neon e tremava per via delle persone intente a ballare e per il martellare della musica.

Gli occhi di Taehyung si illuminarono per l'eccitazione mentre ci avvicinavamo alle porte e ci immergevamo in quell'ambiente, i miei invece brillarono per la soddisfazione quando lo vidi tirarmi per la mano così da farci strada in mezzo alla folla di corpi sudati per raggiungere uno spazio vuoto vicino il bancone.

«Non vengo in un locale da un bel po'.» Il mio ragazzo urlò sopra la musica, mentre si guardava intorno e tamburellava le dita a ritmo di musica contro la superficie in vetro.

Mi limitai a mormorare e stringere con più forza la sua mano, strattonandolo più vicino a me e guardandomi intorno. Non era altro che un comune club in cui andare la sera tardi per trovare alcolici a basso costo e musica decente. Però la musica era davvero forte e non riuscii a capire l'ordine che Taehyung aveva fatto al barista, vidi solo il sorriso sul suo volto quando si girò nuovamente verso di me e mi strizzò leggermente la mano. «Possiamo ballare?» Urlò vicino al mio orecchio così che potessi sentirlo.

«Voglio aspettare Yoongi e Jimin, così da sapere se chiamano o hanno bisogno di qualcosa.» Risposi. «Tu vai pure, ti cercherò dopo.»

Taehyung aveva un aspetto splendido proprio in quel momento, i capelli gli coprivano la fronte e i suoi occhi che brillavano guardavano soltanto me, le labbra piene e rosa di natura erano stirate in un sorriso che avrebbe potuto distrarre chiunque. Fu sorprendente il fatto che io però mi accorsi di qualcuno che ci stava fissando.

Quegli occhi scuri mantenevano uno sguardo fisso e le labbra erano sollevate in un piccolo ghigno. Sapevo che ci stava guardando e sapevo che aveva visto Taehyung baciarmi le labbra prima di andarsene. E dovetti lottare contro me stesso per non innervosirmi e trascinare Taehyung fuori da quel posto.

Non era ammesso alcun tipo di problema quella sera. Ci trovavamo finalmente in una bella situazione, io fuori dai miei casini e Taehyung era felice. Io ero felice con Taehyung. Aveva quasi rischiato di lasciare che la comparsa di Jae rovinasse tutto ciò su cui avevo lavorato per poter mettere i pezzi al loro posto.

La mia attenzione venne catturata dalla bevanda che Taehyung aveva ordinato, un drink fruttato e di color rosa che mi fece ridacchiare. Quel ragazzo a malapena ne gradiva il sapore, gli piaceva soltanto il colore acceso e le fragole sul bordo del bicchiere. Tenni la sua bevanda in mano e la mia presa cominciò a rilassarsi, soprattutto dopo aver visto che Jae non era più dentro il mio campo visivo.

Il mio cellulare vibrò e guardai il nome, stavo aspettando una chiamata da uno dei due da un momento all'altro. Magari parlare con Jimin era la piccola distrazione di cui avevo bisogno per ignorare quella sensazione di agitazione nel mio stomaco e di preoccupazione che aveva cominciato a tormentarmi dall'interno non appena avevo visto quel viso familiare.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora