ventitré.

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"When you are guilty, it is not
your sins you hate but yourself."
- Anthony de Mello

Taehyung POV

Sembrava come guardare un pendolo. Il solo movimento avanti e indietro del ragazzo biondo emanava il suo stress e la sua preoccupazione sotto forma di onde.

Jimin aveva abbandonato il cellulare sul divano quando non aveva ricevuto alcun messaggio di riposta e già da tempo si era dimenticato del film che stavamo guardando.

«Siediti, per favore. Mi stai mettendo ansia.» Sospirai, era ormai la millesima volta che glielo ripetevo.

Nonostante ciò, si passò le mani tra i capelli e camminò verso la cucina, la cravatta allentata gli pendeva attorno al collo.

Ritornò con un succo di frutta e si sedette sulla poltrona reclinabile. «Che merda.» Mormorò, sorseggiando con entrambe le mani strette attorno al succo.

«Avere l'astinenza da fidanzato?» Risi leggermente. «Non posso capirti.»

Ci fu una risata e rivolsi lo sguardo al mio amico, i suoi capelli si mossero mentre scuoteva la testa. «Protesti se non fossi un tale codardo.»

Gli lanciai un cuscino contro quel viso dall'espressione preoccupata.

«Yoongi è un adulto, non è obbligato a risponderti ad ogni secondo che ti metti a frignare.» Roteai gli occhi e tornai a concentrarmi nuovamente sul film. Una donna stava piangendo ma mi ero perso quanto era accaduto. Che fastidio. Jimin sospirò offeso e con la coda dell'occhio riuscii a vederlo incrociare le braccia.

Rimanemmo in silenzio, erano udibili solo le voci provenienti dal film, il quale era già impostato a un volume basso a quell'ora tarda della sera.

Solo quando sentimmo il rumore di una porta che si apriva, uno di noi due si mosse per alzarsi dal divano. Ovviamente era Jimin.

Era saltato in piedi non appena la porta era stata aperta e dei familiari capelli disordinati avevano fatto capolino. Il succo di frutta venne abbandonato accanto al cellulare. «Yoongi!» Sorrise.

Il biondo raggiunse a metà strada l'altro ragazzo, le braccia sollevate per poterlo salutare con il solito abbraccio, ma Yoongi si voltò per andare in cucina.

Improvvisamente il film non fu più così interessante, piuttosto fui preso alla sprovvista da quel ragazzo che, solitamente già silenzio di suo, adesso sembrava ancora più distaccato.

«Yoongi?» Ripeté Jimin, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Era rimasto accanto al tavolino, non si era nemmeno mosso per avvicinarsi al suo ragazzo.

Mi misi seduto e poggiai i gomiti sulle ginocchia con l'intenzione di allungare una mano verso il telecomando per mettere in pausa il film, dato che l'atmosfera si era caricata di tensione.

Yoongi uscì dalla cucina facendo il giro dei banconi con un bicchiere d'acqua tra le mani. «Non hai risposto ai miei messaggi.» Disse Jimin. Era un'affermazione più che una domanda.

«Ero impegnato.» Yoongi scrollò le spalle.

Vidi Jimin prendere un respiro profondo, il suo petto si sollevava e abbassava per via di qualsiasi emozione stesse pompando all'interno di quel piccolo corpo. Improvvisamente mi venne voglia di andarmene per non venire coinvolto in qualsiasi cosa stesse per accadere.

«A fare cosa?» Chiese Jimin, chiaramente bisognoso di fare altre domande.

Yoongi si poggiò contro il bancone di fronte a noi, il bicchiere d'acqua pendeva tra le sue mani. «Sono andato a quello spettacolo di cui avevo i biglietti.» Aveva una delle più calme espressioni possibili e mi fece venire la pelle d'oca. Lo sguardo che gli rivolse Jimin fu pieno di confusione e ancora più agitato di prima.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora