"The punishment of every disordered mind is its own disorder."
- Augustine of HippoTaehyung POV
Ci impiegai un secondo, dopo che la porta si fu chiusa, a sentirmi dispiaciuto. Quel forte rumore fu come uno schiaffo in faccia, la rabbia silenziosa di Jungkook era totalmente rivolta a me e sconosciuta a Jimin e Hoseok, che continuarono a parlare.
«Okay, è meglio che vada-» Jimin cominciò e io lo bloccai, alzandomi dalla sedia posizionata con cura nel suo salone. «Ho cambiato idea, posso venire?»
Jimin inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia all'altezza del petto. Sarebbe sembrato intimidatorio se non fosse stato per il portachiavi di peluche a forma di palla rosa attaccato alle chiavi della macchina che teneva in mano. «Cos'è cambiato?» Notai una piccola variazione nella sua espressione, sollevò le labbra in un accenno di sorriso consapevole, mentre con la mente viaggiava alla ricerca di chissà quante conclusioni potesse ricavare, pur sapendo a malapena qualcosa.
«Ho fame e pagherai tu perché ho lasciato il portafogli a casa.» Risposi brevemente, sorridendo alla fine per sembrare più cortese nei confronti del mio amico che semplicemente roteò gli occhi.
Borbottò qualcosa e salutò Hoseok, e io feci lo stesso prima di uscire dall'appartamento e raggiungere il garage dove la macchina di Jimin era parcheggiata.
Quando mi guardai intorno per cercarlo, non trovai alcuna figura con una felpa rosso acceso. Jimin stava parlando ma io non lo stavo ascoltando, ero più concentrato a pensare a cosa avrei dovuto dire a Jungkook e tentare di immaginare quanto sarebbe stato infastidito nel vedermi arrivare. Avevo semplicemente capito che, visto che non rispondeva ai miei messaggi, l'unico modo per parlargli sarebbe stato farlo di persona.
Ma quando il momento arrivò e lo vidi poggiato contro la macchina di Jimin con quegli occhiali rotondi e una mascherina premuta contro il naso e la bocca, la mia gola si seccò improvvisamente e la mente si svuotò di tutto.
«Ho recuperato un randagio.» Disse Jimin.
Jungkook sollevò lo sguardo dal suo cellulare e si tolse un auricolare, i lineamenti calmi e rilassati del suo viso si trasformarono in rughe ai lati dei suoi occhi non appena li assottigliò alla vista del mio arrivo con uno stupido sorriso in faccia.
Sbuffò ancora una volta e si abbassò la mascherina con fare aggressivo. «Io sto davanti.» E un'altra porta si chiuse tra di noi per la seconda volta in pochi minuti.
Dire che il tragitto in macchina fu imbarazzante sarebbe stato un eufemismo. Jimin sedeva ignaro nel sedile del conducente e cantava le canzoni di qualche gruppo femminile inserite nella sua playlist, mentre Jungkook lo guardava sorridendo e ogni tanto gli faceva dei video. Nel frattempo io rimasi seduto in silenzio nei sedili posteriori, senza sapere dove guardare, mi sentivo come se stessi invadendo i loro momenti da amici. Ma, al tempo stesso, ebbi la possibilità di guardare Jungkook comportarsi tranquillamente in un modo che non conoscevo ancora.
Il sorriso sul suo viso era ampio e genuino, denti in mostra e labbra schiuse per permettere a delle risatine di fuoriuscire ogni volta che Jimin provava a raggiungere una nota alta e assumeva poi un'espressione sorpresa quando si rendeva conto di non aver cantato poi così male.
A un certo punto venne da ridacchiare anche a me, ma fui costretto a zittirmi immediatamente perché non volevo essere invadente o dare l'impressione di stare origliando. Jimin mi sorrise dallo specchietto retrovisore e disse qualcosa, ma io ero troppo impegnato a notare l'occhiata che l'altro ragazzo mi aveva lanciato. Il sorriso di Jungkook vacillò appena e sembrò ricordarsi solo in quel momento che ci fosse anche un'altra persona in macchina. Aveva abbandonato il cellulare sulle cosce per mettersi a giocare con le dita, ma rivolse nuovamente un'occhiata dietro con espressione neutra, non c'era nessun accenno di sarcasmo né uno sguardo freddo. Un passo avanti per avere una possibilità in più di parlargli.
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WALLFLOWER [TRADUZIONE]
Fanfiction[TAEKOOK] Jungkook sapeva che l'altro ragazzo non ricambiava il suo amore, ma non riuscì a resistere. Si avvicinò un po', le loro fronti si sfiorarono. Il suo senso di solitudine lo spinse a far sfiorare le loro labbra, il respiro di Taehyung era ro...