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«No, Jungkook. Non sono in vena di scherzare. Apri questa cazzo di porta!» esclamò il minore girandosi verso il maggiore che lo tenne fermo contro quel pezzo pesante di legno.

«Chi ha detto che stiamo scherzando, ragazzino? Fare sesso vuol dire scherzare? Ma quando mai! È solo un piacere soprattutto per i tipi come te, come me» parlò con un tono seducente.

«Non mi va, ti ho detto» ridisse Jimin sfuggendo dalla sua presa ma Jungkook fu più furbo, lo accalappiò con le sue braccia circondandogli i fianchi con forza.

«Non usciremo da questa stanza, ragazzino. Ho accettato il tuo schiaffo e poco fa mi hai anche tirato mezzo bicchiere di liquore addosso, ti sembra poco? Sono stato anche troppo buono» strinse ancora di più la sua presa sul corpo contrario. Jimin pose le sue mani sulle braccia che circondavano i suoi fianchi «Mi sono stancato dei tuoi capricci, mi fanno tremendamente arrabbiare» farfugliò contro il suo collo mentre le sue mani si intrufolavano all'interno della camicia del corvino precisamente sul suo ventre.

«Te li sei meritati, idiota!» esclamò per poi staccarsi un'altra volta dal rosso cadendo così sul letto, l'altro sorrise.

«Ah, bene! Già sei pronto per l'azione» affermò con sarcasmo «Perchè ti ostini a scappare se ami quello che faccio? Adori da morire quello che facciamo, ammettilo» la pelle del minore rabbrividì e quando girò il suo sguardo per osservare la porta del bagno, una presunta via d'uscita, aveva già il più grande sopra il suo corpo, a sovrastarlo ulteriormente.

«J-Jungkook...» richiamò il più basso.

«Sai che ho ragione. La tua voce trema perché ti rendo maledettamente nervoso, perché sai che il tuo corpo vuole farlo anche se ti ostini a fare il ribelle» bisbigliò lentamente al suo orecchio.

«Non voglio farlo» pronunciò a stento cercando di alzarsi ma l'altro non glielo permise assolutamente, lo tenne imprigionato fra le sue grinfie.

«Sei così cocciuto ma malgrado tu mi abbia già fatto due torti» segnalò «Avevo pensato di accontentare le tue richieste, di farti prendere il controllo anche se per poco ma se continui a comportarti male faremo come sempre abbiamo fatto, io sopra e tu sotto senza alcuna ribellione perché te lo ripeto un'altra volta... Deciderò io quando si uscirà da qua» spiegò mentre le sue dita si dirigevano verso i bottoni dell'altra camicia, iniziando ad aprirla con ferocia.

«Questa è v-violenza! Vai c-contro la mia v-volontà» sbottò il minore.

«No, non lo sarà perché a te piace, perché a te piace farti fottere il culo da me anche se ti costa ammetterlo. Ti piace da morire» confermò con una risata macabra.

«N-No...» tentennò mentre premeva i suoi palmi contro la schiena contraria e socchiudeva i suoi occhi. Jungkook a quel punto poté togliere la sua camicia a lasciagli a nudo quella zona in seguito osservò le sue espressioni totalmente in bilico.

«Ragazzino pulisci quello che hai fatto con la lingua, su» ordinò il maggiore afferrando la nuca del corvino e portando così il suo viso fra la sua spalla e il suo collo, entrambi in ginocchio uno davanti all'altro «Puliscilo, ora»

«È scorretto che succeda al di fuori delle telecamere» ricordò Jimin.

«Non me ne fotte un cazzo, ragazzino. Quando ho voglia di fottere lo faccio dove e con chi voglio. Tu mi hai fatto venire la voglia e tu mi soddisferai costi quel che costi. Ti ho fatto passare già troppo cose... Un altro al posto mio ti avrebbe già rotto il culo contro una parete ed io invece no. Quindi ritieniti fortunato e adesso fa quello che ti dico e poi forse potrai andare via» sentenziò con un certo fastidio.

«No, non lo farò. Non sono la tua puttana, idiota» Jimin sembrò ritornare in sé e sfidò il più grande con lo sguardo.

«E che sei? La puttana del porno?» rise stringendo la sua presa sulle braccia dell'altro.

«Ma parli proprio tu? Davvero? Gigolò di merda! Questo sei, un gigolò di merda!» gli urlò contro.

«Sei un fottuto bastardo» sbottò il rosso che dopo qualche secondo addentrò la sua mano all'interno del pantalone di Jimin toccando proprio la sua intimità che rispose piacevolmente.

«A-Ah, a-ah...» sussurrò il minore che posò la sua fronte sulla spalla del più grande mentre le sue mani trattenevano inutilmente, debolmente il braccio contrario.

«Come riesco a farti cadere, piccolo ribelle, eh?» farfugliò al suo udito «Basta un minimo e sei già fottuto...» disse continuando a torturare quella zona ormai troppo calda e dolente.

«B-Basta...» provò a dire il corvino.

«Lo dico io basta e non tu» asserì. In seguito abbassò i pantaloni del più basso continuando a stimolarlo.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora