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Jimin salì qualche ora dopo in camera della minore. Entrando all'interno della stanza si accorse che Yeril stava iniziando a muoversi sicuramente si sarebbe svegliata da lì a poco. Così si affrettò per porsi al suo fianco mostrandole che la promessa era stata mantenuta, che era lì al suo risveglio.

Il corvino in quel frattempo si dedicò ad osservarla meticolosamente con un sorriso e occhi curiosi, curiosi di sapere quali tratti della piccola appartenessero alla "madre". Lo sguardo, il taglio degli occhi e le labbra erano completamente uguali a quelli di Jungkook. Forse i capelli, forse il naso... Non sapeva con precisione non avendo mai visto quella donna ma restava comunque il fatto che quel dolce e piccolo essere era stupendo con tutti i suoi lineamenti del maggiore e non.

Jimin osservò come gli occhietti della piccola si aprivano poco a poco per poi incontrare i suoi sorridenti. Yeril ridacchiò e si afferrò al suo collo debolmente.

«Jiminie! Tei qui!» esclamò felicemente.

«Si, sono qui! Come ti senti adesso, Yeri?» domandò scompigliandole i capelli.

«M-Meglio. Papi Kookie dov'è?» sorrise.

«Dai su, tu sei forte! Papi Kookie sarà sicuramente sul divano, andiamo da lui?»

«Si, Jiminie!»

Jimin aiutò Yeril a mettersi prima seduta e poi la fece scendere. Le pose in seguito le ciabattine e per mano uscirono dalla stanza. Scesero le scale ed arrivando in salotto trovarono una donna con il più grande, si notava adulta. Il minore pensò che da quanto fosse stato sommerso dai suoi pensieri, non captò neanche il suono del campanello ma osservandola capì immediatamente si trattasse della madre di Jungkook e il grido di Yeril confermò la sua tesi.

«Nonna! Nonna!» urlò la piccola correndo verso la donna che sorrise dolcemente.

«Nipotina mia! Come stai? Ho saputo che hai avuto la febbre! Hai fatto preoccupare tanto la nonna» entrambi si abbracciarono e Jimin non poté evitare di mostrare un sorriso malinconico.

La sua mente a quella scena iniziò a viaggiare fra mille ricordi di quell'infanzia felice e spensierata ma ormai troppo lontana. Quando ancora la sua famiglia lo accettava, quando lo consideravano ancora parte di quella famiglia dalla mentalità antica e quadrata. I suoi nonni paterni, cavolo... Le persone più importanti della sua vita, andati però via troppo presto per colpa di una malattia a cui non c'è scampo. I suoi nonni paterni... Quelli che adorarono, amarono e appoggiarono Jimin come l'essere più prezioso e bello di questo mondo fino all'ultimo giorno della loro vita.

La vita è fottutamente bastarda si porta con sé sempre quella o quelle persone a cui si tiene maggiormente come se essa aspettasse nei momenti più inaspettati di vederti crollare e cadere a pezzi. Jimin possedeva questo filosofia dal momento in cui i suoi nonni non furono più al suo fianco e la sua vita si trasformò in una totale schifezza.

Jungkook si alzò dal divano e si affrettò a porsi al fianco del più piccolo notando come gli occhi di quest'ultimo fossero diventanti magicamente trasparenti, lucidi, brillanti di tristezza. Collocò una mano sulla sua schiena e Jimin parve riprendersi dal suo profondo momento di sconforto. Respirò a fondo come se fosse appena uscito da un apnea soffocante durata ore.

«Che ti è successo, ragazzino?» sussurrò al suo orecchio con preoccupazione.

«No, n-nulla. Sto bene. Pensavo ad una cosa... Non è nulla» cercò di sorridere e poi vide la donna avvicinarsi insieme a Yeril.

«Nonna! Lui è Jiminie, un amico di papi»  presentò la minore con felicità. L'adulta sorrise con tenerezza e approssimandosi ancora di più verso Jimin, baciò la sua guancia con affetto e carezzò quella zona.

«Ciao tesoro... Io sono Min Dae, mamma di Jungkook. Molto piacere» la sua voce suonò delicata e allo stesso tempo amorevole, forse avendo notato la sua tristezza.

«Il p-piacere è mio, signora Jeon! Sono Park Jimin come le ha già detto anche Yeril» sorrise verso la bimba e poi in direzione la donna.

«Perchè sei triste, tesoro? Ti ho messo o ti incuto paura?» ridacchiò prendendo le sue mani. Jungkook sorrise lievemente.

«No, no assolutamente anzi è molto dolce e amorevole... Ho solo ricordato i miei nonni vedendo come sua nipote l'abbracciava» rispose tristemente.

«Oh... Eri molto affezionato a loro?» domandò carezzando le sue mani.

«Si ma proprio tanto. Sono state le persone più importanti della mia vita ma vuol dire che doveva andare così anche se avrei voluto viverli di più...» sospirò e strofinò i suoi occhi.

«Mi dispiace, tesoro. Quanti anni hai? Sembri molto giovane» Jimin rise.

«Si, ne ho 19 ma a breve 20»

«Oh, ma sei appena maggiorenne! Sei piccolino ancora» curvò le sue labbra con serenità «Kook ma da quanto mi tenevi nascosto questo tesoro?»

«In realtà te ne ho parlato ma stai invecchiando, ma. La tua memoria è più scarsa. È un mio collega di lavoro» disse con un sorriso passando un braccio per le spalle del più basso, gesto che non passò inosservato sia da quest'ultimo che dalla madre.

«Prendi in giro tua madre? Quella che ti ha messo al mondo? Ingrato!» gli diede un breve schiaffo sul braccio «Povero, tesoro! Ma come puoi stare vicino a questo figlio mio così ingrato?»

«Ormai sono abituato al suo carattere, signora Min Dae» sogghignò.

«Lo so. Mio figlio ha un carattere un po' particolare, un po' sulle sue!»

«Mamma ma tu non conosci lui... Ti dico solo che ho ricevuto... Una scarpa sulla schiena, un bicchiere di alcool rovesciato addosso, uno schiaffo e del sapone in bocca. Il suo carattere è peggio del mio» sorrise al guardarlo incontrando anche i suoi occhi.

«Non è vero! Mi hai portato tu a compiere determinate azioni! Alcune un po' esagerate ma va bene lo stesso!»

«Solo un po'? Strusciare la tua mano piena di schiuma contro la mia bocca, ti pare poco esagerato?»

«È un po' irruento mio figlio!» esclamò la mamma ridendo.

«Molto! Te lo meritavi, grand'uomo!»

«Non farmi parlare, ragazzino!» segnalò come avvertenza ma tenendolo sempre sotto il calore del suo braccio.

«Non sono belli, mia piccola Yeril?» chiese Min Dae osservando con complicità la minore che senza perdere tempo annuì felicemente.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora