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«Kook ma che cazzo fai? Sai quali sono le regole! Eri tu il primo a dire "i succhiotti no!" E adesso mi riporti Jimin in questo stato? Ah, dimenticavo... Stamattina mi avevi anche detto che avresti voluto rinunciare! Che bella rinuncia...» urlò Namjoon quando i due entrarono all'interno del suo ufficio e vide le loro condizioni «Non potete registrare così»

«Sai come sono, no? Nam ormai mi conosci! Il ragazzino mi ha provocato ed io ho risposto con gentilezza» sorrise con burla facendo sbuffare il maggiore poi guardò con complicità il più piccolo al suo fianco che ricambiò all'istante «Fai registrare altri al posto nostro e domani lo faremo noi»

«Domani ci saranno ancora quei segni, santo cielo! Anche tu li hai sul tuo corpo, Kook?» domandò spazientito.

«Si, è stato molto intenso!» rise il rosso.

«Non esagerare, cazzo!» esclamò il più piccolo lanciandogli uno sguardo infuocato.

«Non guardarmi così perché altrimenti mi si alzerà e dovrai poi risolvere il mio problemino, ragazzino» sussurrò sarcasticamente al suo orecchio.

«Ma che cazzo stai dicendo?» seguì Jimin per poi dargli un pizzicotto sul braccio.

«Ouch!» gridò Jungkook.

«Minchia! Ma perché cazzo parlate fra di voi? Il fatto qui è un altro, porca miseria!» si intromise Namjoon.

«Non capisco perché ti scaldi tanto! Sono anch'io il capo! Jin e il suo amico potrebbero registrare insieme al posto nostro. Sono più o meno sul nostro stesso piano. Jin è più esperto mentre Taehyung è la new entry. Anticipa il suo provino ad oggi» propose il rosso alzandosi dal divano di pelle in cui era seduto.

«Forse hai ragione ma... Prima e ultima volta! Frenate i vostri istinti famelici quando scopate fuori da questo luogo e pensate al lavoro che fate, porca puttana! Ora uscite dal mio ufficio che ho da fare» sentenziò Namjoon. Jimin si inchinò con un sorriso ma senza mostrare i suoi denti poi si diresse verso la porta «Non ricordavo fossi così carnale e focoso con le tue prede... Sapevo ti piacessero i ragazzini ma non così tanto» vociferò Namjoon fermando il passo del rosso che si guardò intorno prima di parlare.

«Ha soltanto un bel visino e un buon culo da fottere, tutto qui» rispose Jungkook con indifferenza «Il mio cazzo ha sempre avuto buon gusto»

«Come al solito, Kook...» sbuffò Namjoon per poi ritornare dietro la sua scrivania, Jungkook uscì senza aggiungere altro.

«Ragazzino dove se-»

«Ehm... I-Io vado a casa. G-Grazie per avermi fatto evitare la registrazione...» interruppe Jimin grattando la sua nuca con un certo imbarazzo. Quando Jungkook provò a dire qualcosa, il minore era già fuori all'azienda dirigendosi verso il parcheggio.

Jimin camminò in fretta verso la sua macchina e con le sue braccia incrociate al petto cercava di coprirsi da quella ventata di freddo che albergava nell'aria. Aveva sentito le ultime parole che si erano scambiati Jungkook e Namjoon. Non lo avrebbe mai ammesso ma il fatto che il rosso stesse con lui solo per il suo aspetto esteriore, lo faceva sentire maledettamente triste e odiava se stesso per questo.

Non avrebbe dovuto rimanerci male ma era più forte di lui. Quelle erano le solite parole, i soliti commenti che Jimin si sentiva dire continuamente.

"Bel corpo" "Culo da paura" "Bel visino" "Angelico" "Sexy" "Scopabile" "Sarà forte a letto" "Ho voglia di rompere quel culo"

I soliti commenti del cazzo che ascoltava quando passava per i corridoi a scuola, quando ballava sulla pista in discoteca o quando camminava solamente per strada ma alla fin dei conti non era mica colpa sua, se il caso abbia voluto procrearlo in quel modo così allettante agli occhi degli altri.

Avrebbe voluto essere apprezzato maggiormente per la sua parte interna, per il suo carattere, per la sua mente o anche per il suo cuore che malgrado potesse sembrare duro e pieno d'orgoglio era in realtà dolce e buono.

Ci si vuol proteggere, è normale.

Jimin percepì un calore circondargli le spalle e per un momento smise di muoversi. Jungkook lo aveva appena coperto con la sua giacca più pesante. Entrambi si guardarono negli occhi ma nessuno disse nulla come se appunto non sapessero che dire ed era molto strano per due come loro, sempre pronti a litigare, a discutere, ad avere l'ultima su tutto e ad unirsi carnalmente in ogni momento.

Fu Jimin a spezzare quella corda così tesa. Lasciò cadere via la giacca di Jungkook dalle sue spalle e raggiunse con velocità la sua macchina che cercò di aprire ma la mano del maggiore sulla sua glielo impedì.

«Che ti prende?» domandò quest'ultimo con un'espressione seria.

«Nulla. Voglio solo tornare a casa e riposare» controbattè l'altro con un tono spento guardando verso l'asfalto.

«So che hai qualcosa. Il ragazzino che io conosco, non mi avrebbe mai risposto in questo modo»

«Vuoi essere preso a parolacce per caso? Non ho voglia di insulti o discussioni in questo momento, d'accordo?!» annunciò il più piccolo.

«Perchè sei triste?» il rosso cambiò tema e cercò di toccare le guancia contraria ma il ragazzo si scansò.

«Non voglio che Taehyung registri» mentì.

«Non è per questo, lo so. Perché hai questo broncio così tenero sul tuo viso?» sorrise al dirlo e Jimin lo allontanò di colpo.

«Lasciami in pace, cazzo. Non mi va di parlare con te. Vado a casa» sbottò per poi aprire lo sportello della macchina ed entrare ma lo sportello venne afferrato da Jungkook che in seguito si abbassò alla sua altezza.

«Mi vuoi dire che ti succede? Avevo anche pensato di andare a mangiare qualcosa insieme per pranzo» comunicò il rosso guardando il capo chino di Jimin.

«Si, certo e magari dopo avremmo pure scopato! Come no... Visto che sei qui con me solo per il mio culo» pensò il corvino ma non lo disse «Perchè mangiare insieme? Posso benissimo mangiare a casa mia da solo e poi andare direttamente a letto per riposare quindi adesso spostati e lasciami in pace» provò a chiudere nuovamente lo sportello ma Jungkook continuò a contrastarlo.

«Non è meglio in due?» chiese con tono piccante. Jimin rise tristemente.

«No, cazzo! Non è meglio in due! Se non vuoi un altro dei miei schiaffi, sarà meglio che tu ti tolga da qui» riferì con totale rabbia. Jungkook a quel punto, già spazientito e innervosito, prese fortemente fra le sue dita il mento dell'altro.

«Cazzo, va bene! Vai pure! E ti raccomando di riposare bene così magari potrai darti una calmata ed essere pronto per la mega registrazione di domani» sbottò con nervi e poi si allontanò. Jimin chiuse lo sportello e girò la chiave.

«Non so se ci sarò domani» annunciò per poi sfrecciare via con la sua auto, lasciando Jungkook totalmente perplesso e in preda all'ira.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora