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«Si vede anche da un miglio di distanza che quella donna vorrebbe andare a letto con te» disse Jimin riferendosi alla maestra che poco prima aveva letteralmente spolpato con gli occhi la figura del più grande.

«Peccato che a me le donne non vanno, se no un pensierino ce lo avrei fatto» rispose Jungkook cercando di nascondere il suo sorriso.

«Una milf? Potrà avere 40 e più anni! E poi ti dominerebbe» esclamò scandalizzato.

«E secondo te, io glielo lascerei fare?» domandò ironicamente «E poi... Non me la farei neanche se mi pagassero! Mi sa di maniaca seriale!» Jimin ridacchiò.

«È maestra di tua figlia?»

«Ringraziando il cielo, no. Altrimenti l'avrei già denunciata per violazione visiva» rispose Jungkook iniziando a guidare.

«Violazione visiva?» rise Jimin.

«Già. Viola la mia persona con lo sguardo e anzi, dovrei denunciare anche te per questo reato»

«Ah si? Beh, allora potrei denunciarti anch'io visto che tu fai la stessa cosa con me» il corvino si strinse contro il sedile e incrociò le sue braccia al petto.

«Ti violo con lo sguardo?» i due connessero focosamente i loro occhi.

«Lo fai con tutti, non solo con me» sentenziò il più basso.

«Già, è vero»

«Comunque io dovrei ritornare in azienda per prendere la macchina e il telefono così poi posso andare a casa. Devo assolutamente cambiare questi abiti» annunciò toccando la sua camicia totalmente stropicciata.

«Dammi l'indirizzo, ti porto io così poi andremo insieme verso la compagnia» propose il maggiore.

«Sicuro?»

«Mai stato più sicuro in vita mia» ribatté con sarcasmo.

«Non sai quanto cazzo ti odio quando ti comporti in questo modo. Ti prenderei a sberle» ammise il minore dandogli poi l'indirizzo di casa «Per fortuna, abito qui vicino»

«L'odio è reciproco sappilo, ragazzino!» avvisò il rosso con un sorriso mentre svoltava a destra.

«Mi fa piacere sapere questo!» sbottò Jimin.

«A me di più!» continuò l'altro.

«Sei un bambino!» urlò il minore.

«Mi fai morire dalle risate, giuro!» disse Jungkook per poi fermare la macchina davanti ad una piccola casetta con giardino, dopo essersi accertato che il numero fosse quello.

«Zitto» ordinò il più piccolo.

«Zittiscimi, ragazzino» provocò il contrario sorridendo malevolmente.

Jimin di certo non se lo fece ripetere due volte. Attaccò le labbra del maggiore con avidità e asprezza, inserendo all'istante la sua palpitante lingua ma questo suo controllo sul bacio durò poco, Jungkook volle avere subito la meglio. Morse e lambì più volte il labbro inferiore dell'altro che, con i suoi occhi socchiusi, si lasciò scappare un piccolo gemito.

Jimin schiuse le sue palpebre e fissò gli occhi di Jungkook che già lo scrutavano seriamente provocandogli un brivido lungo la schiena. Decise poi di allontanarsi, sentendo però ancora la sensazione delle labbra del maggiore sulle sue che istintivamente bagnò con la sua saliva.

Senza dire neanche una parola scese dall'auto, sotto l'attento sguardo del rosso che non perse tempo a spegnere il motore della macchina e a seguirlo dentro casa con un sorriso che persisteva anche sul viso del minore. Quest'ultimo chiuse la porta, posò le chiavi sulla mensola più vicina e salì in camera sua facendo entrare anche l'altro.

«Che bella cameretta, ragazzino... Voglio provare il letto. Vediamo se è comodo» dichiarò Jungkook andandosi a seduto sul bordo «Si, è abbastanza morbido» ghignò e iniziò a togliere la sua maglia mentre osservava direttamente Jimin che riposava la schiena contro la porta «Fa caldo, non credi?» chiese beffardo per poi poggiare i suoi palmi contro il materasso.

«Non sopporto la tua faccia di cazzo, credimi» fece notare Jimin prima di imitare la stessa azione del più grande ovvero quella di togliere la propria maglia «Proprio non la sopporto» disse sorridendo e incamminandosi verso l'uomo che lo aspettava inerme seduto sul letto. Salì a cavalcioni sulle muscolose gambe di Jungkook che non perse l'occasione di sfiorare con i suoi palmi quella pelle che bramava da un po' di tempo.

«Le parole che mi dici da quando ci conosciamo, un giorno ti si ritorceranno contro» avvertì con la sua lingua passante per collo del minore che affondò le sue dita fra i capelli rossi dell'altro.

«Anche a te... Tutte» bisbigliò mordendo con lussuria la spalla del più alto.

«Stai dimenticando le regole, ragazzino» ricordò Jungkook che poggiò la sua mano sul volto del più piccolo per avere le sue labbra il più vicino possibile.

Desiderava smisuratamente mischiare il suo affannoso respiro con quello contrario.

Jimin mosse lentamente i suoi fianchi cercando ancora più contatto fisico con il suo amante che non smise mai di sfiorarlo in ogni parte. Jungkook morse, segnò e baciò il suo petto, le spalle, il collo, stuzzicò le sue areole con fervore e premette fortemente le mani sulla sua schiena per non lasciargli alcuna via d'uscita.

«Sei i-incoerente, lasciatelo d-dire» farfugliò il minore con totale affanno.

«Oh, senti chi p-parla!» esclamò sarcasticamente e Jimin chiuse la sua bocca con la propria mano. I loro occhi brillarono di sfida e desiderio, inducendoli a scontrare le loro fronti.

Jungkook tolse la mano di Jimin dalla propria bocca e afferrò con i denti il suo carnoso labbro inferiore mentre scrutava con profondità i suoi occhi, introducendosi al loro interno.

«È inutile dirlo... Sai come farmi diventare un animale, un cavernicolo» disse con un sorriso malizioso quando ribaltò le posizioni e Jimin finì sotto il suo peso con le dita intrecciate alle sue «Sai come tentarmi, ragazzino» ammise e strusciò la sua lingua per le areole contrarie, suscitandogli vari gemiti di piacere.

«A-Andrò all'inferno per colpa tua» asserì il più piccolo con voce affannata prima di avvicinare il volto del più grande al suo collo.

«Si vive una sola volta. I desideri, i sogni vanno esauditi» lambì il pomo d'Adamo del corvino che socchiuse le sue palpebre e si lasciò trasportare da quelle eccitanti sensazioni.

«Jiminie! Ti ho sentito arr-» urlò Taehyung entrando improvvisamente nella stanza. I due si separarono e quello rimase a bocca aperta «O-Ok, scusate!» chiuse nuovamente la porta.

«Tempismo perfetto il tuo amico, eh?» entrambi si guardarono e poi risero subito dopo.

«Avevo dimenticato di chiudere la porta...» Jimin grattò la sua nuca e si morse le labbra.

«Non me ne frega un cazzo, sai?» sorrise «Dove eravamo rimasti?» domandò per poi riprendere a baciare la bocca del più basso con foga mentre faceva aderire le sue gambe attorno ai propri fianchi.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora