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"Perdonami, ragazzino mi hanno appena chiamato dicendomi che Yeril ha la febbre abbastanza alta e adesso sto andando in ospedale quello centrale dei bambini. Non ho voluto svegliarti, dormivi beatamente. Mi sarebbe piaciuto svegliarmi insieme a te ma il dovere mi chiama"
-JK

«Perchè provochi questo uragano dentro di me quando mi dici queste semplici e dolci frasi? Cazzo...» Jimin prese tra le mani i suoi capelli con disperazione quando finì di leggere quel bigliettino trovato sul suo comodino «Sto impazzendo, lo so!»

«Quale uragano? Perché stai impazzendo, Jiminie?» chiese improvvisamente Taehyung lanciandosi contro il suo corpo.

«No, TaeTae. Devo uscire» il corvino scansò l'altro dal suo corpo e si mise in piedi «Ho un impegno!»

«Chiamato Jeon Jungkook?» insinuò con un sorriso.

«Si, c'entra lui, cazzo!» si diresse verso l'armadio per prendere un paio di vestiti.

«Non ti scaldare, cuoricino. Più tardi mi racconterai allora» Taehyung con affetto stampò uno dei suoi soliti baci sulla guancia del più basso «Buongiorno, eh»

«A te, tesoro» ricambiò Jimin con un sorriso «Adesso esci! Devo cambiarmi» esclamò.

«Ok ok, sto andando! Ti amo, lo sai!» urlò Taehyung quando uscì dalla stanza.

«Anch'io» sorrise per poi iniziare a prepararsi per andare da Yeril e anche...

Da Jungkook.

...

Jimin guidò velocemente, con fretta verso l'ospedale e parcheggiando in pochi secondi la sua auto, scese per dirigersi all'entrata dell'edificio dove un'infermiera dietro una scrivania lo attese.

«Salve, mi dica pure!» parlò quella donna di mezza età.

«Salve! È qui, Jeon Yeril? Sono un amico del papà» sorrise leggermente.

«Si, è qui la piccola di 4 anni con la febbre» lesse un foglio «La stanza è la numero 56 e si trova al terzo piano» indicò garbatamente.

«Grazie mille per il suo aiuto, arrivederla!» l'infermiera sì limitò a chinare la sua testa con un sorriso.

Jimin s'incamminò verso l'ascensore ma vedendo la lunga fila e attesa che lo aspettava, decise di prendere la via più sbrigativa ossia le scale. Corse su per queste e dopo qualche minuto, arrivò direttamente al piano indicato. Un lungo corridoio a pareti bianche e blu si prospettava davanti ai suoi occhi che immediatamente captarono la figura di Jungkook seduta sua una sedia. Il più piccolo si avvicinò trovandolo con il capo chino e le braccia conserte, sembrava dormire.

«Jung-» stava per dire ma si fermò perché un'idea balenò nella sua mente. Si diresse verso la macchinetta dei caffè e tirando ad indovinare quale fosse il tipo preferito del rosso, ne comprò uno. Per ultimo andò a sedersi al suo fianco «Jungkook...» sussurrò lentamente e picchettando al contempo sul suo braccio «Jungkook...» continuò. L'altro si mosse lievemente «Jung-»

«Ehi! Sei per caso amico di mio fratello minore?» interruppe una voce adulta e Jimin dedusse che fosse il fratello maggiore di Jungkook, di fatto lo era. Quello lì era la sua versione solo più adulta.

«Ciao! Si, sono Park Jimin, un amico di Jungkook» sorrise il minore allungando la mano verso l'uomo che all'istante la strinse.

«Oh, finalmente ho il piacere di conoscerti. Io sono Jeon Min Yuk, fratello maggiore di Kook. So che sei anche un suo nuovo collega di lavoro, mi ha parlato qualche volta di te» Jimin arrossì leggermente e morse la sua guancia interna «No, stai tranquillo! Non giudico mio fratello e dovrei farlo con te? Assolutamente no!» ridacchiò con dolcezza e il minore poté tirare un respiro di sollievo.

«Sono entrato nella sua compagnia per via di un mio amico ma è una storia lunga» rispose il corvino con ancora il caffè fra le mani.

«Un giorno dovrai raccontarmela, eh!» Jimin annuì «Comunque vedo che Kook sta per svegliarsi. Io vado così potrai dargli il caffè, è stato un piacere!» strinsero nuovamente le loro mani.

«Anche per me!» curvò le sue labbra teneramente e l'altro andò via «Jungkook» sussurrò e nel frattempo, si sedette sulla sedia a fianco. Il menzionato aprì i suoi occhi seguito da uno sbadiglio per poi sgranchirsi le braccia «Ti ho portato un caffè!» affermò porgendoglielo.

«Ragazzino?» dubitò il maggiore strofinando i suoi occhi debolmente «Che ci fai qui?»

«Volevo sapere come stava Yeril, tutto qui. Ora tieni, prendi questo caffè e bevilo» Jungkook prese la bevanda e per ringraziarlo baciò la sua guancia con un sorriso.

«Buongiorno, eh» rise brevemente e bevve quel bicchierino di caffè «Comunque per quanto riguardo Yeril, adesso sta molto meglio. A quanto pare è stato solamente un colpo d'aria mischiato al raffreddore che aveva già. Stanotte poi gli si è alzata la temperatura corporea fino a 40 e mio fratello ha deciso di portarla in ospedale. L'hanno tenuta sotto osservazione per tutto il resto della notte e fra un po' credo che la dimetteranno. È ancora debole ma sta bene»

«Per fortuna non è stato nulla di grave. Appena ho letto il bigliettino che mi hai lasciato, sono corso qui per vedere il suo stato e ho avuto anche il piacere di conoscere tuo fratello» gli occhi di Jungkook si aprirono di colpo.

«Davvero? Cosa ti ha detto?» domandò sorpreso.

«Si, qualche minuto prima che tu ti svegliassi. Nulla di che. Ci siamo presentati e mi ha detto che sapeva del mio lavoro perché tu gliene avevi parlato e che era stato un piacere conoscermi» sorrise Jimin.

«Interessante» sembrò pensare.

«J-Jiminie...» interruppe una vocina un po' più deboluccia rispetto a come il corvino la ricordava. La piccola Yeril usciva dalla stanza fra le braccia del fratello di Jungkook «J-Jiminie...»

«Ciao piccolina!» salutò il minore afferrandola fra le sue di braccia «Come stai? Ci hai fatto preoccupare tutti!» accarezzò la sua guancia. Yeril circondò il suo collo con le sue piccole braccine.

«B-Bene» bisbigliò teneramente.

«Brava, tu sei una bimba forte!»

«Si, Jiminie!» urlò felicemente ma con poca voce.

«Già si conoscono, Kook?» domandò Min Yuk quando vide la dolcezza di quella scena.

«Si, gliel'ho fatta conoscere qualche giorno fa e pare che gli voglia già bene» rispose il rosso non staccando gli occhi da quei due. Min Yuk accorciò maggiormente la distanza che lo divideva dal fratello.

«Se gli hai fatto conoscere mia nipote vuol dire che è molto importante per te o lo sta diventando...» sussurrò dissimulando il più possibile «So che adesso mi risponderai con "non sono cazzi tuoi" ma ho voluto dirtelo ugualmente, Kook» rise facendo sbuffare l'altro «E ti dico anche un'altra cosa... Ho scoperto una cosa sul tuo telefono quando stanotte sei arrivato e mi hai prestato il telefono per avvisare Hara delle condizioni della bimba. Bella quella foto, eh... Ma nemmeno mi stai ascoltando perché non riesci neanche a smettere di guardarlo o di guardarli» Jungkook con confusione si voltò.

«Eh? Non ti seguivo, scusa. Puoi ripetere?» grattò la sua nuca continuando a guardare sua figlia fra le braccia di Jimin.

«No, nulla. Continua pure a guardarlo» ridacchiò Min Yuk.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora