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«No! Non scenderò! Voglio vedere il tuo bambino o la tua bambina, adesso!» avvertì il più basso incrociando le braccia contro il suo petto.

«Cerca di scendere, ragazzino. Non sono in vena di scherzare. La mia vita privata non ti devi interessare, sono affari miei e di nessun'altro» disse il più grande stringendo le sue mani attorno al volante.

«D'accordo, hai ragione per certi versi... So di non essere il ragazzo più maturo o migliore di questo mondo ma tutti abbiamo dei difetti! Ti ho fatto impazzire e lo ammetto, non sono mica stupido... Ho sbagliato ad agire certe volte come per la schiuma in bocca o per la scarpa ma lo schiaffo te lo meritavi» asserì il corvino con serietà «Ammetto che a volte mi comporto in modo infantile ma altre volte sei tu che cerchi le mie azioni o le mie volgari parole. Non starò mai ai tuoi ordini ma penso che questo tu lo abbia capito»

«Allora sarà meglio che inizi a registrare con un altro visto che il mio modo di fare le cose non ti sta bene» dichiarò il maggiore.

«Non puoi essere solo un po' meno dominante? Sei troppo duro, troppo intransigente. Dovresti lasciare un po' di spazio anche all'altro e non decidere tutto tu» spiegò per poi poggiarsi contro il sedile e guardare in avanti «Ho sentito parlare Namjoon... Molti altri si sono lamentati ma solo io ho avuto il coraggio di sbatterti in faccia il tutto»

«Tu e dico specialmente tu non dovresti neanche aprire bocca. Non ho detto a nessuno che eri un vergine, ti ho dato alcuni consigli e la prima volta ti ho anche coperto il viso con la mia mano pur di non far vedere le tue lacrime alla telecamera» ricordò il più alto con indifferenza «Questo è il ringraziamento, ragazzino» sbuffò.

«Va bene...» pose una delle sue mani sulla maniglia dello sportello ma la ritirò subito dopo «Potremmo... Potremmo ricominciare da capo? Senza litigi, senza inutili discussioni o altro?» propose il più basso mettendo da parte il suo profondo orgoglio «Concentrandoci solo sul nostro lavoro?» Jungkook ghignò.

«Hai paura di poter registrare con un altro che non sia io, eh?» domandò il rosso con un piccolo sorriso.

«Non è questo, grand'uomo... Io-» il corvino si fermò per un momento «Nulla, non importa» abbassò il suo sguardo.

«Perchè d'un tratto così timido? È una semplice domanda, ragazzino» affermò con ovvietà.

«Possiamo cambiare argomento?» sorrise ironicamente l'altro.

«Non capisco perché non vuoi rispondere alla mia domanda... Ti piace solamente farti riprendere con me visto che sono il tuo preferito? È questo?» Jungkook continuò a non cambiare discorso.

«E anche se fosse questo? Che ti importa?» sbuffò imbarazzato.

«Certo che mi importa sono io quello in questione! Ho rinunciato però...» confermò il più grande.

«Davvero vuoi rinunciare?» chiese Jimin con una smorfia quasi tenera agli occhi dell'altro.

«Tu mi hai costretto a fare questo... Sembri quasi triste. Dai, dovresti essere contento!» rise Jungkook «Va bene. Ripenserò alla mia decisione se proprio ci tieni»

«Non ci tengo, tranquillo» controbattè sarcasticamente.

«Rinuncerò, basta» sentenziò.

«D'accordo, hai vinto! Ma per favore... Potresti essere un po' meno dominante come ti ho detto prima?»

«Penserò anche a questo ma non sperare che io cambi dall'oggi al domani perché non lo farò» assicurò seguito da un profondo respiro.

«Va bene...»

«Ora scendi, grazie» disse seriamente il rosso guardandolo direttamente.

«No, dai! Almeno me la fai vedere una foto?» domandò con dolcezza.

«Ma di chi?» fece il falso disattento.

«Stronzo... Almeno dimmi se è un maschietto o una femminuccia?»

«Ma chi?» continuò a dire.

«Cazzo... Tuo figlio, tua figlia! Non lo so! Mi hai messo curiosità ed ora voglio saperlo!» esclamò Jimin felicemente.

«Che ti importa? Vuoi per caso giocare anche insieme a lui o lei?» ridacchiò fortemente.

«Quando ero più piccolo badavo ai miei cuginetti, due gemelli, quindi me la cavo!» raccontò «Allora mi dirai qualcosa oppure vuoi rimanere qui fino a domani?» domandò il minore.

«Aish! È una femminuccia, contento?» sbottò Jungkook.

«Si! È piccolina?» sorrise.

«Si, ne ha 4 quasi 5» rispose con un'espressione seria.

«Aw! Immagino già quando crescerà e avrà i suoi periodi e tu dovrai comprarle gli ass-»

«Ok, basta!» il rosso bloccò le sue parole «Non voglio pensare a quando sarà grande preferisco pensare al presente»

«Come si chiama la baby?» rise armoniosamente.

«Yeril» rispose semplicemente.

Jimin annuì mentre la sua mente vagava e gli poneva davanti altre domande da porre al maggiore che se ne accorse all'istante.

«So a quale domanda arriverai e ti risponderò senza giri di parole ma come ho mantenuto il segreto della tua verginità, tu manterrai il mio. Nessuno qui dentro sa di mia figlia a parte Namjoon, Hoseok e Jin. Non voglio che altri lo sappiano» avvisò il più alto.

«Non dirò nulla, lo giuro!» cucì la sua bocca con un immaginario ago e filo «Quindi... Hai capito la mia prossima domanda?»

«Si, è scontata... Una notte casuale in discoteca. Ero ubriaco e lei ugualmente, anche se un po' meno rispetto a me. Non mi piacevano più le donne ma quella notte ero decisamente troppo andato per capire se stessi facendo sesso con uomo o con una donna. Può sembrare surreale ma è andata così. Nove mesi dopo quella ragazza, con cui sono stato quella notte, si è presentata a casa mia e ha lasciato la piccola alla mia donna delle pulizie che quando ritornai a casa mi disse "È sua figlia, signor Jeon. Un ragazza me l'ha consegnata e mi ha detto che non la voleva più tenere perché si sarebbe sposata a breve"» spiegò con una risata al concludere «Un porno attore e un padre single. Chi l'avrebbe mai detto, eh?» Jungkook osservò il volto di Jimin totalmente scioccato.

«Già, che storia... Però che figlia di puttana lei! Non ho mai capito come può un genitore abbandonare il proprio figlio, è inaccettabile!» alzò la voce con fastidio.

«Non mi frega più di tanto... Almeno la tengo tutta per me» dichiarò sorridente facendo spallucce.

«Wow, sono stupito. Non ti facevo così protettivo, così amorevole. Ti somiglia?»

«Per fortuna, si» espresse con orgoglio per poi girare la chiave e mettere in moto.

«Che stai facendo?»

«So per certo che finché non te la farò vedere non scenderai dall'auto o, peggio ancora, mi torturerai per tutto il tempo quindi andiamo ora prima che me ne penta. Devo portarla a scuola»

«Oh, si!» disse con felicità «Però cazzo, sono conciato come la merda e poi ho ancora i capelli un po' umidi!» si osservò attraverso lo specchietto.

«Tranquillo, non sono quelli i particolari che una bimba di 4 anni nota» controbattè mentre guidava.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora