𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민

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«...Siamo come cane e gatto, non riusciamo a trovare un punto d'incontro» spiegò Jungkook sedendosi accanto a lui.

«Non posso farci niente, grand'uomo» rispose l'altro mentre incrociava le sue gambe e abbassava il suo capo.

«Invece puoi, possiamo farci qualcosa. Perché sei in questo stato? Arrabbiato? Triste? Perché? Me lo puoi spiegare e così magari possiamo risolvere il tutto»

«Che dovrei dirti? Io vorrei essere tuo amico ma per te io sono solo "un bel visino e un buon culo da fottere"» disse con voce bassa.

A quelle parole, la mente di Jungkook fu colpita da un flashback della chiaccherata con Namjoon in mattinata. Lui stesso aveva detto quelle parole.

«Se ti stai domandando se io abbia ascoltato la tua piccola conversazione con Namjoon, si l'ho ascoltata! E odio che la gente stia vicino a me solo per il mio aspetto, non è colpa mia che i cromosomi dei miei genitori portassero questi minchia di caratteri. A scuola, in discoteca e addirittura per strada alcuni ragazzi hanno il coraggio di farmi questi "complimenti" così idioti. Li odio ed è per questo che non ho mai voluto avere un ragazzo perché la maggior parte vuole solo arrivare a quello. Nessuno più riesce e vuole andare oltre l'aspetto fisico. Preferirei essere apprezzato per il mio modo di essere, per il mio carattere e non per il mio dannato culo. Che rabbia, Dio!» sbuffò e grattò la sua nuca che Jungkook afferrò e portò rapidamente contro il suo petto.

«Ok, hai ragione. L'ho detto! Ma secondo te, se fossi stato solo quello per me, io ti avrei fatto conoscere mia figlia? No, non te l'avrei presentata! Scusami se ti ho offeso, non era mia intenzione» ammise il maggiore mentre accarezzava i suoi capelli «A me piace il tuo caratterino malgrado te ne dica di tutti i colori. Pian piano mi sto abituando a questa tua esuberanza»

«Lo dici per farti perdonare, ne sono sicuro» aggiunse il corvino.

«Ti ho chiesto anche scusa, ragazzino!» lo strattonò mentre rideva «Vuoi che mi metta in ginocchio, pere caso?»

«È così importante per te ottenere il mio perdono?» sorrise con arroganza.

«Vuoi sentirti elogiato? Non ti dirò nulla, ragazzino» affermò Jungkook facendo sedere Jimin sulle sue gambe.

«Non ho bisogno dei tuoi elogi, grand'uomo. So quanto valgo e quello che posso riuscire a fare» confermò il corvino con più arroganza.

«Smettila di essere così arrogante! Lo so anch'io quanto cazzo vali» Jungkook strinse le sue guance al dirlo.

«Lo dici solo in ambito sessuale!» urlò il minore.

«Stiamo nuovamente litigando! Non lo dico solo per quello! Se ti ho fatto conoscere mia figlia è perché non sei solo un collega di lavoro ma anche qualcos'altro, un amico...» titubò un po' su quest'ultima parola «Fidati e non essere così scontroso, porca puttana. Sarei qui, se tu fossi stato solo un buon culo da fottere? Sono stato qui fuori, dentro la mia cazzo di macchina per quasi un'ora, sembrando un maniaco di merda e solo quando ho visto Taehyung, sono uscito» raccontò con un sorriso.

«Nessuno ti ha chiesto di farlo» sul suo volto apparve un broncio.

«Oddio! Mi farai impazzire anzi no, sto già impazzendo! Smettila di comportarti in questo modo! Sono completamente sincero» sbottò il rosso legando le sue braccia attorno al corpo contrario.

«Va bene, la smetto... Ammetto di essere a volte un po' pesante, un po' lamentoso, un po' insopportabile ma ho anche dei pregi, giuro» sorrise.

«Lo so che hai dei pregi, ragazzino» guardò sorridente i suoi occhi ricordando poi la foto vista «Comunque ho visto una foto... Eri molto carino da bambino, una piccola pallina ripiena di tenerezza e dolcezza» il minore pose un'espressione confusa, arrossendo nello stesso tempo.

«Ma... Ma quale foto hai visto?»

«Quella all'entrata. Il tuo amico baciava la tua guancia e tu sorridevi» rispose.

«Ah, si! Cazzo, quella è una delle mie foto preferite insieme al mio migliore amico. Quello ritratto era il mio settimo compleanno e Taehyung il mio unico amico» ricordò con occhi brillanti e con un filo di tristezza «Amo tanto Taehyung ma non amore nel senso di coppia ma proprio amore fraterno. È un pezzo fondamentale se non essenziale dalla mia vita. Molte volte ci diciamo a vicenda "ti amo" o "amore" ma ripeto, il nostro rapporto non ha mai avuto secondi fini. Siamo molto simili anche come esperienze di vita e ci completiamo a vicenda» spiegò Jimin con totale adorazione.

«E i succhiotti di quel giorno?»

«Ancora? È stato un momento di eccitazione per entrambi, ridevamo mentre lo facevamo. Non possiamo fare nulla insieme, è passivo quanto me, anche se va pure con le donne» ridacchiò dolcemente.

«Ma sicuro che sia solo amore fraterno?» domandò con insistenza.

«Beh, non si sa mai in questa vita... Taehyung diventerebbe attivo con me» insinuò sorridente e aggrappandosi al collo contrario.

«Dirò a Jin di darsi da fare con lui...» sussurrò serio facendo ridere l'altro «Hai già finito tutto il cioccolato che ti ho portato?»

«No, è qui» lo prese fra le sue mani «Ne vuoi un pezzettino?» il maggiore negò con un sorriso «Allora, lo finirò io» annunciò portandosene un pezzo alla bocca.

«Adesso ho una voglia folle di baciarti» affermò senza mai smettere di guardare i suoi occhi e i movimenti della sua bocca.

«Non puoi, sto mangiando il mio cioccolato!» disse prendendone un altro pezzetto.

«Sarà più intenso, con un altro gusto...» farfugliò roco prima di prendere le sue guance tra le mani e attaccare rapidamente le sue labbra dove potè assaporare il tipico gusto di Jimin con quello dolce del cioccolato. Una miscela a dir poco allettante, perfetta quasi da creare dipendenza. Jungkook leccò voracemente la lingua di Jimin e quest'ultimo fece la stessa cosa. Con passione e intensità continuarono e continuarono finché l'ossigeno abbandonò i loro polmoni, costringendo i due a separarsi. Entrambi respirarono con difficoltà.

«Se sei venuto qui per sesso, è meglio che vai via» bisbigliò Jimin. Jungkook lo baciò nuovamente.

«Sai come rovinare ogni momento, eh» rise «Un bacio non deve per forza portare ad un livello più intimo ed io non sono qui per quello»

«Dovrei iniziare a cucinare...» il minore fece mente locale.

«Andiamo!» esclamò il più grande alzandosi dal letto con Jimin in braccio.