«Jiminie tesoro, sei qui! È da un po' che ti stavo cercando. È quasi ora di pranzo» disse Min Dae, la madre di Jungkook, quando vide e trovò il minore seduto fuori sull'erba dopo averlo cercato per un po' per tutta la casa, suo figlio non gli rispose quando gli chiese dove fosse.
«Si, sono qui» rispose Jimin con debolezza. Pensava e ripensava. Non aveva avuto il coraggio di alzarsi da quella postazione e affrontare nuovamente il maggiore.
«Succede qualcosa? Ho visto anche mio figlio e, come te, non mi sembrava che stesse tanto bene. Lo conosco come il palmo della mia mano e so per certo che è arrabbiato, infastidito. Avete discusso? Non voglio intromettermi ma magari posso darti qualche consiglio da donna di età ormai adulta» affermò la donna sedendosi vicino al minore che immediatamente venne invaso da un calore colmo d'affetto.
Quella donna sprizzava calore materno da tutti i pori, trasmetteva proprio quel senso di protezione e amore tipico di una madre che ama e adora i propri figli.
«Si, abbiamo discusso...» rispose affranto poi inizio a riflettere «Sa... Il maggior difetto della relazione tra me e Jungkook è sempre stato quello di non riuscire a trovare mai un punto d'incontro. Sin dall'inizio siamo sempre stati come cane e gatto... Lui andava contro di me, io andavo contro di lui, cattive parole, cattivi e infantili gesti... Ad un certo punto abbiamo deciso di ricominciare da capo perché urlarci contro non ci stava più bene, stava diventando troppo, troppo come il sentimento che cresceva in noi giorno dopo giorno. Ma i nostri caratteri sono sempre quelli della prima volta in cui ci siamo conosciuti orgogliosi, arroganti, spigolosi, stronzi ed oggi sono nuovamente venuti a galla per sbraitarsi contro, perché lui non riesce a capirmi e ed io a lui»
«In una coppia ci sta avere qualche piccola discussione, è normale tesoro! Non sempre può filare tutto liscio... Si hanno punti di vista differenti, si vuole avere la ragione... Può succedere! Ma se l'amore è forte, è tanto, un punto d'incontro lo si trova sempre. Bisogna saper dialogare e mettere da parte l'orgoglio perché è quello che rovina la maggior parte dei rapporti... Mio figlio è molto orgoglioso, ha i suoi difetti ma se si comporta in certo modo c'è un motivo»
«Già... È questa situazione di merda che ci sta, me soprattutto, mettendo sotto pressione. Sono confuso. Non riesco a ragionare con lucidità. Non capisco cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e il timore, la paura che qualcosa possa succedere a noi e a voi non mi lascia vivere in pace. Starei con Jungkook per tutta la vita perché lo amo da morire, anche se adesso lui ne dubita...» la sua mano passò per il suo volto con frustrazione.
«Tranquillo, va bene?» il minore respirò a fondo e poi annuì «Che ne dici di parlarne davanti ad una tazza di tisana rilassante?» propose con un sorriso.
«Ma è quasi ora di pranzo...»
«Non ti preoccupare, abbiamo ancora un po' di tempo! E poi, è già pronta. L'ho preparata circa un'oretta fa» sorrise dolcemente «La prendo ogni giorno, è un'abitudine ormai e poi è molto efficace, te lo assicuro. Andiamo, dai!»
Min Dae si alzò e anche Jimin imitò la stessa azione. Entrambi entrarono all'interno della casa e all'istante il minore si ritrovò faccia a faccia con il più grande, seduto su una poltrona. Il suo volto denotava malumore, fastidio ma era camuffato per la piccola che riposava beatamente fra le sue braccia. Jungkook percepì dopo qualche secondo l'intenso sguardo di Jimin su di sé così ricambiò il gesto con ancor più intensità.
«Jiminie ti aspetto in terrazza per prendere la tisana!» l'adulta sorrise e andò via ma il corvino rimase a fissare l'altro come pietrificato, come se non sapesse cosa dire o cosa fare.
«Che cazzo vuoi, Jimin? Resterai ancora lì a guardarmi per molto tempo o te ne andrai a fanculo come ti avevo detto?» sbottò d'un tratto Jungkook con un sorriso totalmente sarcastico. Jimin ferito da quelle parole si avvicinò di scatto a lui «Vuoi per caso montarmi? Ho mia figlia tra le braccia, mi dispiace... Non posso darti il mio cazzo» sputò arrogante.
Sapeva di star sbagliando.
Sapeva di star ferendolo ma la rabbia che provava, parlava al posto suo in quel momento.«È proprio per lei che non ti prendo a sberle, hai capito brutto stronzo del cazzo? Stai esagerando adesso, Jungkook! Stai esagerando!» mormorò sul punto di piangere per l'ennesima volta e a poco dallo sfiorare quel suo volto così etereo.
«È colpa tua se mi comporto in questo modo! Ora togliti dai coglioni! Ero in pace fino a quando non sei rientrato...» controbattè acidamente. Jimin, a quel punto, afferrò fortemente con le sue mani la mandibola di Jungkook esercitando una piccola pressione su di essa stando attento a non svegliare la piccola ma il suo intento fu invano. Dovette lasciare la sua presa dopo poco, Yeril cominciava a muoversi irrequieta.
«M-Mi stai f-ferendo, lo sai v-vero?» la sua voce suonò tremante, strinse poi i suoi denti per frenare la sua voglia di piangere ininterrottamente.
«Lo so ma d'altronde anche tu lo hai fatto con me» continuò il rosso mentre cullava la sua piccola fra le braccia.
«Sei solo un bastardo egoista! T-Tu non vuoi capirmi, maledizione!» attaccò abbassando tristemente il suo capo verso il pavimento e giocando freneticamente con le sue dita. Jungkook lasciò la bambina sul divano e con uno scatto, si trovò difronte a Jimin.
«Cos'è che non capisco?! Che non mi ami abbastanza e che quindi non vuoi combattere per questo nostro "amore"? Questo mi hai fatto capire e non voglio più ripeterlo perché come già ti ho detto, mi sono rotto il cazzo! Continueremo con questa pantomima all'infinito! Ora vai a prenderti la cazzo di tisana che non voglio più parlare con te!»
Jimin d'istinto aggrappò le mani sulle sue spalle e baciò la sua bocca stringendosi con forza contro di lui ma Jungkook lo allontanò all'istante senza corrispondere a quel gesto, anche se in cuor suo avrebbe voluto assaporarlo per bene finché i suoi polmoni non avessero ceduto per la mancanza di ossigeno.
«No, no» sussurrò il maggiore.
«Io ti amo con tutto me s-stesso, Kook» parlò supplicante e occhi cristallini per via delle lacrime che minacciavano di uscire.
«Non è vero» assicurò l'altro.
«Smettila! Sai perfettamente che è tutto vero! Ti amo davvero!» proseguì.
«Smettila tu! Non è vero, punto» confermò per poi riprendere la piccola fra le braccia e sedersi nuovamente sulla poltrona.
«Mi stai facendo s-soffrire, Kook...» Jimin corse via di fretta su per le scale. Non andò dalla madre di Jungkook per la tisana, si rinchiuse in quella che sarebbe stata la sua, e del maggiore, camera per quei giorni.
Si nascose fra le coperte e lì, sotto quel buio, diede sfogo al suo doloroso pianto.
Era stanco di tutta quella situazione.
STAI LEGGENDO
𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin fa un provino per diventare un porno attore e Jungkook è il suo porno attore preferito; [Perché la leggete? Scusate il cringe!] ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ sᴍᴜᴛ ʟɪɴɢᴜᴀɢɢɪᴏ sᴄᴜʀʀɪʟᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇᴊɪɴ