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«Non si preoccupi. Sono solo delle contusioni che in un paio di settimane guariranno. Ora è meglio lasciarlo riposare, domani se riuscirà a riprendersi, lo rilasceremo... Arrivederci» il dottore sorrise e uscì dalla camera in cui Taehyung riposava.

«Non so che dire, sul serio» vociferò Jimin seduto sulla sedia a fianco al corpo del suo migliore amico. Jungkook, nel frattempo, era appoggiato allo stipite della porta con un'espressione totalmente seria, sembrava pensare «Che hai, Jungkook? A cosa pensi?»

«Cerco di pensare ma la mia mente è in subbuglio. Non riesco a riordinare i miei pensieri. Non so che fare. Sono deluso e arrabbiato con me stesso. Ho detto che ti avrei protetto da tutto e da tutti ma non sto mantenendo la mia parola e questo mi fa fottutamente incazzare. Prima tu poi Taehyung, chi sarà il prossimo? Non so quanto lontano possa arrivare la sua mente malata. Non si fermerà, di questo ne sono sicuro» rifletté malinconicamente «Abbiamo già fatto la denuncia sia che per la macchina sia che per Taehyung ma basterà? Io non lo so, davvero... Ho solo voglia di strangolarlo con le mie mani in questo momento» sospirò.

«Non devi sentirti in colpa...» si limitò a rispondere. Il maggiore inghiottì con forza e parlò nuovamente.

«So che in fondo lo pensi anche tu che sia colpa mia, non mentirmi» specificò per poi lasciare quella stanza.

«Jungkook! Non è come pensi tu...» provò a dire seguendolo sino alla porta, non poteva lasciare solo il suo migliore amico «Dove cazzo vai?» urlò.

«Cazzi miei» rispose per poi uscire definitivamente da quell'ospedale poi prese il suo telefono e chiamò un numero in particolare.

Ora o mai più.

«Dobbiamo parlare, ora! Subito! Sono solo e anche tu verrai solo! Dobbiamo risolvere sta merda! Mi hai sentito, bastardo? Sai perfettamente dove sono... Vediamoci dall'altra parte della strada. Non farmi aspettare, inutile bastardo» chiuse la chiamata imprecando contro il cielo e tutte le sue componenti. Accese poi una sigaretta per scaricare la tensione e quel fumo nocivo passò velocemente per i suoi polmoni tuttavia danneggiati dai tanti anni trascorsi a fumare. Successivamente camminò a passo deciso e felpato verso il punto d'incontro che aveva stabilito con quel pazzo demente.

Ci avrebbe provato ma sapeva in fondo al suo essere che stava solamente agendo d'impulso e non a mente fredda e che questo gli avrebbe causato altre conseguenze ancora peggiori ma non se ne curava, pensava unicamente a vendicarsi di quella persona che stava distruggendo la sua vita e quella dell'amore della sua vita.

Si stava incamminando verso la tana del lupo, già pronto al suo attacco.

Mai fidarsi.

...

Era già notte fonda. Il telefono di Jimin vibrò più volte costringendo quest'ultimo a svegliarsi dalla sua dormiveglia. Strofinò i suoi occhi e la prima cosa che fece fu controllare immediatamente Taehyung che tuttavia riposava profondamente poi acchiappò il suo cellulare, trovando alcuni messaggi sulla sua schermata di apertura. Entrò per leggerli e il suo sangue gelò all'istante.

«Y-Yeril...» sussurrò allibito.

Un numero sconosciuto gli aveva appena inviato una foto della piccola bambina mentre dormiva. Poi lesse gli altri messaggi a seguire.

"Ho appena scoperto che Jungkookie ha una figlia... È davvero un tesorino, uguale a Jungkook... Non somiglia per niente a quella troia di sua madre"

«M-Ma cosa...» coprì la sua bocca con stupore e i suoi occhi divennero lucidi.

"Scusa per averti quasi ucciso, scusa per il tuo amico ma tu proprio non vuoi capire... Jiminie..."

Poi arrivò un altro messaggio proprio mentre leggeva quest'ultimo.

"Sei bellissimo, davvero..."

Jimin tremò sulla sua sedia e d'istinto si voltò ma una mano tappò la sua bocca. Provò ad urlare ma una lama affilata per bene venne minacciosamente avvicinata al suo collo.

«Non ti farò nulla... Devi solo ascoltarmi» sussurrò con voce cattiva, sorrise poi malevolmente «Hai visto quello che mi hai portato a fare? Stavo quasi per portarmi altri due morti sulla coscienza!» ridacchiò e Jimin venne percosso da un gelido brivido a quella parola "altri", non poteva essere vero «Oh, si è proprio così. Altri due! Secondo te, dov'è andata a finire la mamma di quella dolce e tenera bimba? La donna che un giorno fu mia ma che Jungkook fece innamorare perdutamente tanto che quella puttana, che riposi in pace, si fece mettere incinta in una notte? Jungkook mi ha costretto a fare quel gesto così estremo. Lui me l'ha portata via ed io ho agito di conseguenza, l'ho uccisa e non me ne pento. Lei mi aveva abbandonato per lui! Ero così innamorato di lei nonostante mi avesse lasciato... Ho provato a vendicarmi la prima volta... Ho spezzato il suo cuore ma non sono riuscito nel mio scopo, mannaggia!» rise un'altra volta «Poi ho scoperto, che dopo avergli spezzato il cuore, lui l'aveva messa incinta e da lì non ci vidi più. Ho aspettato il momento perfetto... Ora... Non c'è nessuna occasione migliore di questa per distruggerlo definitivamente... Tu sei la mia arma vincente, Jiminie!»

Il minore chiuse le sue mani in pugni affondando la sue unghia su suoi stessi palmi e chiuse gli occhi con forza, il suo dolore era troppo.

«Sarai tu a distruggerlo, a distruggere il suo cuore, il suo intero essere... Devi lasciarlo, Jiminie. Sua figlia è così piccina... Non vuoi che le succeda qualcosa, è vero? O sei così tanto egoista da restare con Jungkook e permettere che una piccola innocente soffra? Lascia Jungkook, fallo soffrire, spezza il suo maledetto cuore e tutta questa merda finirà. La bimba starà bene, anche tu e anche il tuo migliore amico che a causa tua ha dovuto subire le conseguenze di tutto questo» ghignò malamente «Se non compi questi miei ordini, andrò prima dalla piccola e poi verrò a cercarti, saprò dove trovarti... Pensa alla mia proposta, ti sto risparmiando, Jiminie» Kyum-So baciò morbosamente la guancia del minore e in un paio di secondi sparì da quella stanza.

Jimin respirò con affanno come avesse ripreso a respirare solo in quel momento dopo averlo trattenuto per molto tempo. Il suo sguardo si riempì di lacrime per l'ennesima volta in pochi giorni e con la sua vista totalmente appannata osservò le sue mani precisamente i suoi palmi. Non aveva neanche avvertito quel dolore causatogli dalla forza con cui aveva infilzato le sue unghia su suoi ormai insanguinati palmi perché il dolore che provava il suo povero cuore era più forte di ogni altra cosa in quegli istanti così cruciali.

Corse in bagno dove chiuse la porta dietro di sé e sciacquò le sue mani con acqua ghiacciata, cercando freneticamente di scacciare via quell'incubo, quel dolore. Pulì anche la sua guancia. Ben presto quel lavabo mischiò acqua e sangue, l'amore di un presente incerto e l'odio di un passato contorto. La sua mente impazzì, le sue mani si scontrarono più volte con frustrazione contro quel marmo, poi si lasciò scivolare sul pavimento che lo trafisse interamente con la sua freddezza.

«I-Io... P-Perdonami, K-Kook...» sussurrò con poca e spazzata voce «P-Perdonami... Perdonami, a-amore...»

I suoi occhi si spostarono verso un armadietto proprio a fianco a lui, su di essa era raffigurato una croce verde, Jimin dedusse fosse un kit d'emergenza. Di fatti, all'interno vi trovò garze, un nastro adesivo adatto per medicazioni e altri oggetti di stesso uso. Utilizzò solo il primo e il secondo per medicare le sue ferite sui palmi, li fascio per bene. In seguito, asciugò le sue lacrime e ritornò da Taehyung sedendosi sempre in quella medesima sedia.

Non dormì quella notte, non chiuse occhio. La sua mente e il suo cuore si erano spenti improvvisamente. Si limitò a guardare, dalla sua postazione, oltre quella finestra che lo divideva dalla libertà, dal suo grande amore appena trovato.

Vedeva e sentiva il vuoto più immenso, più oscuro.

Soffriva in silenzio.

Dall'altra parte, Jungkook non stava tanto meglio. Il suo incontro con Kyum-So non avvenne mai. Due uomini lo accerchiarono e lo calpestarono a sangue, cercò in tutti i modi di difendersi ma non poteva contro quei due.

Anche lui, sul ciglio della strada, vedeva e sentiva il vuoto più immenso, più oscuro.

Soffriva in silenzio.

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora