La mattina dopo, Jungkook si risvegliò a fatica. Le sue ossa erano completamente doloranti e a malapena riusciva a stare in piedi. La sua mente venne colpita da flashback della notte precedente, quegli uomini totalmente coperti... Pugni, calci e poi il buio totale.
Tenendo la sua costola con la mano, iniziò a camminare nuovamente verso l'ospedale. Doveva assolutamente vedere Jimin, il suo unico pensiero in quel momento.
Non gli interessava il suo stato, non gli interessavano le botte prese o gli uomini artefici di quell'atto. Il suo interesse portava un solo nome, Jimin.
Arrivò all'interno dell'ospedale e barcollando pietosamente, si diresse verso la stanza dove era stato portato Taehyung ma entrandovi, il rosso non vide nessuno né uno né l'altro. Il letto era sistemato con lenzuola nuove.
Avevano già rilasciato Taehyung.
Con il cuore in gola, cercò di schivare tutti e finalmente uscì da quel delirio di luogo per dirigersi verso la sua macchina che aveva lasciato lì la sera prima. Entrò dentro l'auto e guardò il suo riflesso attraverso lo specchietto retrovisore.
Era in condizioni penose.
Il sopracciglio e il labbro entrambi tagliati, spaccati, un occhio via via sempre più nero e gonfio, del sangue ormai secco sotto le narici e un dolore fittizio alla costola sinistra. Decise di passare primariamente a casa sua, doveva medicarsi e lavarsi poi sarebbe corso da Jimin.
Si trovava in uno stato di ansia
frenetica, fuori di sé....
Quando terminò di prepararsi, si medicò per bene applicando una fascia elastica per tutto il suo costato e qualche cerotto sulle ferite in volto. Successivamente si precipitò in macchina guidando con velocità verso casa di Jimin, dove arrivò circa quindici minuti dopo. Scese e suonò il campanello più di una volta, il suo cuore continuava a battere con forza e il suo pomo d'Adamo scendeva e saliva velocemente allo stesso tempo.
All'interno della casa, Taehyung, sdraiato sul divano, guardava Jimin con una certa confusione. Aspettava per caso qualcuno? Quest'ultimo sapeva perfettamente chi ci fosse dietro quella porta. Ingoiò il suo brutale nodo in gola e andò ad aprire.
Sentì il suo cuore rompersi in tanti piccoli pezzettini al vedere le condizioni in cui era ridotto il più grande. Trattenne la sua voglia di catapultarsi contro di lui per abbracciarlo e non lasciarlo più andare ma si limitò a stringere la sua mano attorno alla maniglia. Soffriva maledettamente al suo interno e una maschera di ghiaccio coprì il suo tenero volto.
Jungkook provò ad avvicinarsi con occhi speranzosi e pieni d'amore ma trovò solo un piccolo Jimin scostante che voleva unicamente tenerlo lontano.
«Che ci fai qui, Jungkook?» domandò freddamente.
«Che ti succede, Jimin? Perché ti trovo in questo modo?» chiese a sua volta notando quel corvino sempre così vivo e adesso così spento.
«Non mi succede nulla» provò a chiudere la porta per coprire il suo imminente pianto, per coprire il suo falso rifiuto, perché non riusciva più a tenerlo così vicino ma al medesimo tempo così lontano. La sua voglia di abbracciarlo, baciarlo, coccolarlo, amarlo era sempre di più. Jungkook fermò a fatica quell'azione, in seguito un gemito di dolore uscì dalle sue labbra per quello sforzo, per evitare che il più piccolo chiudesse quella porta. La sua costola pungeva, posò una mano in quella zona. Jimin se ne accorse ma si limitò a guardarlo.
«Jimin...» sussurrò «Perchè sei in questo stato? Perché non lasci che io mi avvicini a te? Non capisco questo tuo comportamento, davvero» disse in totale confusione.
«A me sembra sia più che chiaro il motivo per cui io sia in questo stato...»
«Perchè me ne sono andato in quel modo dall'ospedale e adesso sono ritornato da te così?» chiese riferendosi al suo stato attuale.
«Credi sia davvero questo il motivo? Non mi importa. Io e Taehyung stavamo rischiando la vita a causa tua!» vociferò con voce decisamente seria e gelata.
«Che cazzo stai dicendo, Jimin? Che cazzo ti succede adesso? Che cazzo ti prende?!» urlò con rabbia «Non pensavi questo fino a qualche ora fa...»
«Invece sì che lo pensavo! Ora ti chiedo gentilmente di andare» mormorò con poche forze e non riuscendo a mantenere il contatto visuale con l'altro.
«Andarmene?» una lacrima scese per il suo volto, marcando la sua guancia di tristezza «Io non me ne vado» insistette.
«Devi andare via» asserì nuovamente.
«Non me ne andrò, hai capito? Finché non mi dirai veramente cosa ti sta succedendo, io non me ne andrò!» gridò il maggiore con voce tremante.
«Ho detto che devi andartene!» gridò a sua volta il minore, frustrato da quella situazione.
«Devi guardarmi negli occhi quando dici queste cazzate! Devi guardarmi! Ripetilo!» pianse Jungkook. Jimin prese il volto di quest'ultimo fra le sue mani e lo accarezzò mentre le loro lacrime si facevano compagnia a vicenda, mischiando il loro infinito dolore «Jimin...»
«Non lo capisci, vero? Non lo capisci? Tu non lo capisci!» sbottò con voce impastata dal pianto.
«Cosa non capisco? Io non capisco te!» anche Jungkook collocò le proprie mani sul viso contrario, raccogliendo quegli umidi lucciconi.
«Come puoi non capirmi, cazzo?!» urlò «Ci faremo del male, ci faranno del male a noi e alle nostre persone più care... Non si fermerà! Non si fermerà finché non ti vedrà crollare! Non si fermerà, Jungkook! Non possiamo continuare in questo modo... Lo hai detto anche tu... Io, Taehyung, tu stesso» sfiorò i tagli sul suo volto «Chi altro verrà poi? Non possiamo continuare in questo modo e lo sai» singhiozzò senza poter più fermarsi.
«Insieme p-possi-»
«Non possiamo, dannazione!» esclamò il corvino ormai distrutto internamente «Non possiamo stare insieme perché continuerebbe a voler farci del male. Ti prego, Kook... Vai via. È meglio così»
«Non voglio che tutto finisca! No! No! Lo risolveremo, te lo giuro!» supplicò piangendo.
«Come? Come!? Chiamando la polizia? Lui è più avanti di noi, troverebbe un altro modo per sottrarsi a questa! Jungkook vai via, cazzo!»
«Perchè dovrei andare via? Deve esserci un'altra soluzione! Non voglio lasciarti! Non vado via» baciò le labbra umide di pianto del minore ma questo si scostò debolmente.
«Non farlo più difficile, ti prego... Forse più in là andrà meglio...» lamentò tristemente avviandosi verso la porta. Jungkook asciugò le sue lacrime mentre lo osservava poi afferrò una delle sue mani e avvicinò la bocca al suo udito.
«Non è finita qui, te lo prometto... Non è finita qui!» scandì con tenacia «Farò tutto quello che è in mio possesso per far finire questa merda, hai capito? Arrendersi non è il mio forte, lui non mi spaventa. Adesso che ho trovato l'amore della mia vita, non posso lasciarlo andare via» Jimin pianse e Jungkook fece unire le loro bocche in un bacio pieno di speranza e amore.
«Non f-fare nulla, è pericoloso... Ti prego, a-amore...» singhiozzò nuovamente e lo allontanò notando con la coda dell'occhio, Kyum So dall'altra parte della strada che guardava nella loro direzione «Vattene! Vattene! Devi andartene!» urlò «Non devi stare qui, è pericoloso!» sussurrò con frenesia.
Jungkook capì all'istante che qualcosa non andava così decise di tenere il gioco di Jimin e attuare come se davvero fosse finita in quel momento tra loro due.
Gettò un gridò frustrazione e cadde a terra in ginocchio, con una mano tenne la sua costola e con l'altra strinse quella di Jimin che lo fissava impotente.
«Gliela daremo vinta ora ma non durerà molto, hai capito?... Gridami che non mi ami ed io andrò via distrutto come vuole lui!» mormorò.
«Non ti amo più, vattene via! Non voglio più vederti! È tutta colpa tua se adesso stiamo in questa situazione!» Jimin si staccò definitivamente ed entrò in casa sbattendo la porta.
Kyum So sorrise soddisfatto al vedere quella scena. Come Jungkook si ritorceva dal dolore, come piangeva, come soffriva. Godeva, era contento del suo risultato tanto sperato.
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𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin fa un provino per diventare un porno attore e Jungkook è il suo porno attore preferito; [Perché la leggete? Scusate il cringe!] ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ sᴍᴜᴛ ʟɪɴɢᴜᴀɢɢɪᴏ sᴄᴜʀʀɪʟᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇᴊɪɴ