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Will ricevette un sms.

«Sicura che non riusciamo a trovare un modo per convincere tua madre?» Era Clara e alludeva ancora alla festa.

No, non c'era nessun modo per convincere Reagan Woods a darle il permesso. E lo sapeva benissimo. Nessuna interazione sociale fuori controllo era parte del pacchetto di nuove regole del ruolo di mamma-depressa-divorziata che ormai interpretava. Sembrava che sua madre godesse nel vederla frustrata e glielo aveva dimostrato quella stessa mattina quando si era sciolta davanti a Ethan. Erano settimane, se non mesi, che Will cercava un modo per far riprendere sua madre, per farle rendere conto che non valeva la pena soffrire per suo padre, e non era servito a niente. Era completamente insignificante ai suoi occhi. Poi arrivava Ethan a irrompere in casa e buttarla giù dal letto e lei subito si rimette a vivere.

Si sarebbe persa la festa e avrebbe dovuto aspettare il resoconto di Clara del giorno dopo. A lei rimaneva soltanto l'immaginazione. In quella aveva già vissuto la serata infinite volte e tutte una meglio della precedente. Indossava l'abito blu perché era quello che si intonava meglio alla sua carnagione ed evidenziava poco le forme dritte del suo corpo. In più era sufficientemente corto da mettere in mostra le gambe senza farla sentire una sgualdrina esibizionista. Era spigliata, allegra, divertente. Rideva in modo contagioso e calamitava tutta l'attenzione con le sue battute irresistibili. Si era vista ridere ai ragazzi, audace come non era mai stata, fino ad incontrare gli occhi di Liam che la fissavano incerto se fosse davvero lei, la ragazza acqua e sapone che incontrava casualmente a scuola, oppure un'altra. E quando la riconosceva nel suo sguardo poteva leggere la consapevolezza nel domandarsi come aveva fatto a non accorgersi di lei in tutto quel tempo. Lei così perfetta. Oh sì. Il momento in cui lui si offriva di accompagnarla a casa era quello che preferiva in assoluto. Fermava la macchina davanti al vialetto e l'ascoltava terminare quell'aneddoto spassoso. Poi un istante di troppo in cui si guardavano tesi ma desiderosi e lui le rubava un romantico bacio inaspettato ma sperato, prima di aspettare che aprisse la porta e rientrasse in casa.

Il primo gennaio avrebbe potuto essere l'inizio di una nuova vita per Will. Avrebbe potuto svegliarsi fidanzata col ragazzo più carino della scuola. L'amore della sua vita. E invece niente, perché mammina non voleva.

Tornò a fissare le parole scritte sullo schermo. E se per una volta avesse fatto di testa sua? Che cosa mai poteva succedere a disobbedire a sua mamma, a parte farla infuriare? Le avrebbe detto che suo padre l'aveva invitata a cena, tanto quei due a malapena si rivolgevano la parola, Reagan non lo avrebbe mai chiamato per averne conferma. Per una volta tanto suo padre poteva anche dimostrarsi utile e farle da copertura.

«Tutto risolto. Ci sono», scrisse di getto con le mani che tremavano.

La risposta non tardò ad arrivare. «Sei seria? Fico! Nel pomeriggio sono da te.»

Will sorrise. Andava alla festa! Per una volta nella vita non avrebbe fatto la parte della sfigata. Decise di fare un piccolo regalo alla sua amica del cuore. «Mio zio è in città.»

«Ethan?»

Faccina sorridente. Sapeva che Clara aveva una specie di venerazione per lui anche se si passavano circa dieci anni.

«Tra i buoni propositi di questa notte metterò anche quello di riuscire finalmente a portarmelo a letto!»

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora