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Will camminava per riprendere fiato dopo la corsa del mattino. Era una pazza ad uscire con quel tempo e sperava di essersi vestita adeguatamente per evitare un'influenza. Sarebbe stato il colmo farsi in quattro per andare alla festa e poi essere bloccata dal raffreddore.

«Will?» si sentì chiamare.

Si voltò di scatto sorpresa e il cuore le saltò in gola quando vide Liam, il suo Liam, davanti a lei in abiti casual e giaccone pesante con il cane al guinzaglio. Le stava sorridendo.

«Ciao», squittì prima di rendersi conto di avere addosso dei leggins rosa fluo e un giubbino da corsa impermeabile azzurro cielo comprato per pochi soldi.

Perché non aveva mai fatto caso a come si vestiva per andare a correre? Rimasero fermi un lunghissimo istante uno di fronte all'altra, imbarazzati, a fissarsi senza avere niente da dire.

«Come stai?» le uscì infine.

«Bene e tu?»

«Anche.» Di nuovo silenzio. «Che fai da queste parti?» chiese ancora sentendosi una stupida. Non c'erano molte cose che poteva fare uno in un parco col cane a seguito.

«Tolstoj voleva prendere aria», sorrise Liam.

Will per un istante non capì niente. «Amante della letteratura russa?» chiese.

Liam scoppiò a ridere. «Il nome l'ha scelto mia sorella, in realtà», spiegò. «Anche se alla fine lei se n'è andata e il cane è rimasto a me.» Alzò le spalle. «Ti va di fare due passi? Sai, non gli piace stare fermo a lungo.»

Will sbattè ripetutamente le palpebre come se si stesse risvegliando da un sogno. Si incamminarono insieme.

«Allora, come stanno andando le tue vacanze?» le chiese Liam.

«Molto bene», rispose con un sorriso. «Per la maggior parte mi sto rilassando e sto con la mia famiglia.»

Chiuse gli occhi e si morse la lingua. Lui sicuramente stava occupando le vacanze stando fuori tutta la notte con gli amici, o andando alle feste in cerca di belle ragazze che di certo non gli si sarebbero negate. E lei davvero voleva fare la parte della brava bambina? «Però insomma, mi diverto anche», cercò di recuperare. «Voglio dire, sai com'è..»

«Io mi sento un eremita ormai», disse LIam. «Vivo rinchiuso in casa. Sto aspettando le risposte dal college e voglio essere a casa quando arriveranno. Certo, lo so che è ancora presto, però magari sono rimasti fulminati dalla mia bravura e non vedono l'ora di dirmi di sì», sorrise imbarazzato e Will lo trovò ancora più bello.

Bello e modesto. Il ragazzo perfetto.

«Sono sicura che sarà così», disse rapita.

Liam cambiò espressione. «Diciamo che non ho molte alternative», spiegò. «Tutti a casa si sono sempre aspettati il meglio da me. Un ottimo percorso di studi e una buona laurea. Come mia sorella. A mamma verrà un infarto se fallisco.» Sgranò gli occhi come se avesse detto qualcosa di spiacevole. «E tu cosa vuoi fare in futuro?» chiese poi deviando su Will la conversazione.

Liam la guardò e per un momento Will si perse nei suoi occhi chiari. «Non lo so ancora», ammise. «Papà mi vorrebbe dentista, ma non credo di essere portata per la medicina. Vorrei studiare letteratura, magari, ma credo che mi prenderò tutto il tempo che posso per ragionarci bene.»

«Letteratura? Vuoi fare la giornalista?»

«L'insegnante. È un sogno che avevo da piccola. Ma appunto forse dovrei un attimo riconsiderare la questione.»

«Perché? Io lo trovo bello», Liam sorrise. «Sicuramente faresti girare la testa a un sacco di studenti», aggiunse poi senza guardarla.

Il cuore di Will perse un battito. Le aveva davvero fatto un complimento o lo aveva immaginato? Stavano flirtando? Accidenti perché nessuno le aveva mai spiegato come funzionava quel genere di cose?

Camminarono in silenzio ancora per un po'.

«La tua matrigna ha già partorito?» domandò Liam.

Will si fermò e lo guardò sorpresa. Era la prima volta che pensava a Vivian come alla sua matrigna e la cosa non le piaceva per niente.

«Sai, a scuola le voci girano», si giustificò lui.

Will tornò a guardare avanti. Quindi la scappatella di suo padre con annessi e connessi era circolata a scuola. Lei non ne aveva parlato sperando che la vita privata rimanesse tale, ma alcuni studenti erano pazienti di suo padre e immaginava che lui non fosse altrettanto discreto.

«Non ancora», rispose infine.

Non le andava di parlarne.

«Io non ne farei una tragedia», commentò Liam che evidentemente voleva invece continuare il discorso. «Voglio dire, si allarga la famiglia, no?» Le lanciò un'occhiata di sbieco. «Mettiamo che i tuoi siano tipi da liti furiose, sei comunque fortunata ad averli ancora entrambi, no? Mio padre è morto e non so cosa darei per stare con lui, anche se volesse dire dividerlo con la sua fidanzatina e il loro marmocchio urlante.»

Will non rispose. Probabilmente Liam stava solo pensando ad alta voce, ma il discorso sembrava un vero e proprio rimprovero. Anche la storia del signor Brooks morto in un incidente stradale era circolata parecchio in fretta. Sua madre si era presentata a scuola scortata dalla polizia.

«Ci sei alla festa stasera?» domandò d'impulso per cambiare argomento.

«Certo!» Liam sorrise di nuovo. «E tu?»

Will inspirò profondamente prima di scagliare la sua bugia al mondo. «Ovviamente», esclamò radiosa.

Erano intanto arrivati al limitare del parco.

«Fico», commentò Liam. «Adesso devo andare. Ci vediamo stasera però», disse. «Tienimi un ballo solo per me», concluse strizzandole l'occhio.

Mentre Will lo guardava allontanarsi trascinato da Tolstoj, sentì suonare il cellulare. Era suo padre.

«Papà?»

«Tesoro, ciao, come stai?»

«Bene. Sono a correre.» Poi le venne un dubbio. «Il bambino è nato?» chiese col cuore in gola. Per Liam poteva anche essere una cosa bella, ma per lei ancora non era accettabile.

«No, tesoro», rispose lui.

Will sorrise rincuorata.

«Tua madre te l'ha detto cosa succede stasera?» si sentì chiedere.

«Cosa succede stasera?» Il sorriso le sparì dalla faccia.

«Vengo con Vivian a cena dai nonni. Sei contenta?»

Cosa? Non poteva essere vero! I suoi genitori si odiavano e i suoi nonni odiavano suo padre, com'era possibile che avessero deciso una cosa simile? Da quando andavano d'accordo a distanza così ravvicinata? E poi perché? Lei aveva una festa alla quale partecipare e così saltava tutto. Avrebbe dovuto escogitare un altro piano. E non ci sarebbe riuscita. Avrebbe dovuto dire a Clara che le aveva mentito, avrebbe fatto al figura della sfigata e Liam si sarebbe divertito con qualcun'altra. Al ritorno a scuola l'avrebbe accolta la notizia che si era trovato la ragazza e guarda un po'? Non sarebbe stata lei.

«Contentissima», rispose con le lacrime che già le rigavano le guance.

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora