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«La odio!» urlò Will lanciando l'ennesimo vestito sul letto.

«Vedila da un'altra prospettiva», minimizzò Clara, la sua migliore amica. «Non venire alla festa ti impedirà di indossare questa roba» e indicò la pila di abiti che si accumulavano.

Will l'aveva chiamata per raccontarle tutto. Di come aveva pensato di cavarsela, di come il suo piano era fallito prima che potesse anche solo pensare di metterlo in atto, della scenata che aveva fatto con sua madre.

«Non ho molte occasioni per uscire», disse con una smorfia.

«Si vede. Avrai questa roba almeno dalle medie.»

Ecco a cosa servono le amiche del cuore: ad essere sempre sincere, anche quando il loro punto di vista urta i tuoi nervi.

«Quando mi hai detto che saresti venuta alla festa non ci ho creduto. Ho capito subito che doveva esserci sotto qualcosa. Conoscendo tua madre era impossibile che avesse improvvisamente cambiato idea.»

«Speravo di potermela cavare con qualche bugia», sospirò Will sconfitta.

«Chi? Tu? La Brava Ragazza per eccellenza? Se esistesse il premio Figlia Obbediente dell'Anno avresti il primato», rise Clara.

«Non puoi capire.» Will andò a sedersi nel suo angolo di davanzale. «Da quando papà se n'è andato è cambiato tutto.»

«Tuo padre è così figo», sospirò Clara sognante.

Will inarcò un sopracciglio.

«Se fossi stata in tua madre avrei tenuto bene gli occhi aperti. Quelli a una certa età vanno in crisi e cercano le ragazzine per vedere se ancora sono capaci a letto.» Clara alzò le spalle. «E lo zietto invece?»

«Non vedevi l'ora di chiedermelo, vero?»

«Sinceramente? Sì. Delle tue disavventure con Reagan ormai non ne posso più. Passi la tua vita a lamentarti e piangerti addosso. Io te l'ho detto cosa devi fare: tirare fuori il carattere. Io perché l'ho sempre vinta? Perché parlo sempre con mia madre. Anzi, per la verità litigo. Però alla fine lei sa come la penso, si sente in colpa e cede. Fine della storia. Avere i genitori divorziati mi renderebbe invincibile. Invece mio padre lavora da casa e non ha una segretaria.» Clara lo disse come se le dispiacesse sul serio. «Comunque, tornando a discorsi seri, chiama Ethan per favore e digli che la donna della sua vita è qui che lo aspetta.»

Will fissò l'amica per un lungo istante. Clara era appariscente, senza dubbio. Indossava sempre magliette aderenti, il suo fisico glielo permetteva. Non era magra nel senso convenzionale del termine, ma era soda, bella. Il suo seno sempre in vista faceva perdere la testa ai loro coetanei e il sedere strizzato nei jeans si meritava infinite occhiate quando camminava per strada.

«Come fai ad essere sempre così sicura?» chiese Will quasi pensando ad alta voce.

«Sicura di cosa?» domandò Clara lasciando cadere disgustata una felpa col cappuccio peloso.

«Di tutto. Sembra che la vita sia solo uno stupido gioco per te.»

Clara si morse il labbro, come se dovesse raccogliere i pensieri. «Perché è proprio così, tesoro.» Prese una gomma dalla borsa e se la ficcò in bocca masticando rumorosamente. Poi lanciò il pacchetto a Will che si servì. «I tuoi genitori sono divorziati, sai che roba. Ormai più della metà dei matrimoni finisce con un fallimento. I miei stanno insieme da una vita e comincio a credere siano loro quelli sbagliati, quelli che non hanno capito un cazzo.» Alzò le spalle. «Hanno voglia addirittura di fare ancora sesso», aggiunse disgustata. «E te lo dico perché, credimi, mia madre non è per niente silenziosa in certe cose.» Si sedette sul letto. «Però sono entrambi così maledettamente presi dal loro lavoro che non hanno mai un po' di tempo per me. Abbiamo una super villa, d'accordo, un mucchio di soldi e questo per molti sarebbe sufficiente. Ho tre fratelli più piccoli e se domandi a loro ti risponderanno che conoscono meglio la vita della tata che quella di mia madre. Per questo faccio quello che voglio. Per questo lei si sente sempre in colpa. Volevano la famiglia allargata, grande, numerosa, ma non volevano prendersene cura. Eppure insieme sono felici. Sono certa che se io e i miei fratelli sparissimo da un momento all'altro loro comunque sarebbero felici sapendo di essere rimasti.»

«Quindi il tuo consiglio quale sarebbe?» domandò Will.

Clara le si avvicinò e occupò l'altro lato del davanzale. Will osservò le sue unghie dei piedi laccate di viola scuro, il piercing al naso e il piccolo tatuaggio a forma di croce dietro l'orecchio che si vedeva solo quando legava la sua voluminosa chioma riccia, come in quel momento.

«Comincia a prendere il controllo della situazione. Vuoi venire alla festa? Vieni. Alla peggio si arrabbieranno, e quindi? Ti chiuderanno in camera? È legalmente impossibile c'è l'obbligo scolastico. Devi far capire a tua madre che è meglio se collabora, le darai meno pensieri, poche preoccupazioni. È tutto più semplice se cessa le ostilità. Altrimenti dacci sotto. Comincia a non rispettare gli orari, falla preoccupare di proposito. È crudele lo so, e ci starai malissimo anche tu, ma attirerai la sua attenzione. Ti chiederà una tregua.»

Will pendeva dalle sue labbra. E se invece di andare a quella stupida cena di finto buonismo fosse andata davvero alla festa? Cos'avrebbe fatto sua madre? Subito le venne in mente la brutta immagina di Reagan che irrompeva alla festa, faceva interrompere la musica e accendere le luci e la cercava in mezzo alla folla.

Avrebbe avuto il coraggio di opporsi? Poteva divertirsi, disobbedirle e vivere. E farlo di nuovo. E poi ancora. Alla fine sua madre sarebbe stata costretta a cedere, a concederle tutto pregandola almeno di metterla al corrente delle sue intenzioni. Meglio sapere dove fosse e con chi, piuttosto che chiederselo dopo un litigio e una porta sbattuta. Will si scoprì a sorridere.

Clara la stava ancora guardando. «Wow, potevo quasi sentire la colonna sonora del trailer che si è appena svolto nella tua testa», commentò. «Ora che hai finito di elaborare il tuo primo piano di evasione per Ragazze Ribelli, mi chiami tuo zio per favore?»

Will prese il cellulare. «A dir la verità non ho mai visto lo zio con una ragazza, credo non ne abbia mai portata nessuna a casa», commentò.

«Stai forse insinuando che tuo zio è gay?» esclamò Clara sbigottita. Poi sospirò nella sua maniera tragica. «Sono sempre i migliori a dimostrarsi irraggiungibili.»

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora