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«Come ti vedi nel futuro?» domandò Emma a Ben sbocconcellando un panino preso dal carrello bar del treno.

«In che senso?» chiese lui.

Emma alzò le spalle. «Non lo so. Intendo in generale. Hai avuto già due convivenze ed entrambe sono finite male. Ci credi ancora nell'amore?»

«Immagino di sì.»

«Immagini?» fece una smorfia. «Andiamo, prof, sia più creativo.»

Diede un morso enorme e masticò in attesa.

«Credo che l'amore si sopravvalutato», disse lui. «In fin dei conti che cos'è l'amore?»

«Ti prego niente filosofia da quattro soldi», lo interruppe Emma. «L'amore è l'ispirazione di poeti e cantanti da secoli. Non glielo distruggere o ti troverai con una quantità spropositata di disoccupati sulle spalle», sorrise.

Ben ricambiò il sorriso. «Dico solo che l'amore è una cosa complicata e spesso e volentieri le persone si approcciano ad esso con delle idee che sono completamente sbagliate. False anche.»

«Del tipo?»

«Tipo.. tu come ti vedi?»

«Eh no, non mi puoi passare la domanda senza neanche aver provato a rispondere.»

«No, voglio farti un esempio al mio concetto. Dimmi tu come ti vedi in futuro in rapporto all'amore.»

Emma ci pensò un attimo. «Sposata e con un paio di bambini», disse infine.

Ben scosse la testa. «Credo che questa sia la risposta del novantotto per cento delle donne. Fin da bambine rispondete così. Mi sono sempre chiesto perché? La vostra felicità, la vostra concezione dell'amore non può ridursi solo al matrimonio e ai figli. Ci sono un sacco di matrimoni che falliscono o che proseguono senza nessun rapporto, non solo fisico ma anche emotivo, tra i coniugi. Questa è felicità? Questo è amore? E le coppie che non possono avere figli allora? Crolla il loro castello e quindi quello non può essere amore? Dai, non scherziamo.»

«Non ho mica detto che voglio che succeda domani», lo interruppe Emma. «E per la cronaca non credo all'amore eterno. Credo che due persone possano stare insieme solo fino a quando non trovano di meglio da fare.»

«Cozza un po' con la tua idea di matrimonio. Si presuppone che quello sia per sempre.»

«Stronzate!» Emma agitò la mano in aria. «Non so neanche se sarò viva o morta domani mattina, come posso sapere che il mio matrimonio durerà per sempre. Mi sposo perché amo quell'uomo adesso, ora, in questo momento. Domani sia quel che sia. Non è un problema mio.»

«Questo è già un ragionamento che condivido di più. Continua ti prego», la esortò Ben.

«Voglio prima realizzarmi nella vita. Che non significa che punto a diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti. Diciamo che mi accontenterei di scoprire chi sono. Quali sono le mie capacità. Dove mi indirizzano i miei sogni. Ecco, seguire i miei sogni sarebbe già una cosa vicinissima alla realizzazione personale. Magari non li realizzerò mai, ma saprò di non essermi accontentata per comodità o, peggio, paura.»

«Tipo fare la cantante?» chiese Ben.

Emma scoppiò a ridere. «La cantante io? Da dove ti è uscita?» domandò.

«Mi era sembrato di capire..»

«Che canto per guadagnare soldi, sì esatto», terminò la frase lei. «Ma di certo non voglio farlo per mestiere. Cantavo con mio padre quando ero piccola. Lui suonava la chitarra e io lo accompagnavo con la voce. Facevamo degli splendidi duetti insieme.»

Ben laguardò. Quella ragazza era una sorpresa dietro l'altra.

«Sogno un uomo che mi lasci libera. Che non significa libera di fare quello che mi pare incurante dei suoi sentimenti», continuò Emma. «Libera di essere ciò che sono, compatibilmente con la vita che sceglieremo di condurre. Deve essere la nostra vita che si adatta a noi, non noi alla vita. Lui deve capirmi e accettarmi e io devo capire e accettare lui.»

«Quindi non sei una da colazione a letto, e fare l'amore sul tavolo della cucina. Ogni tanto mi capita di ascoltare i discorsi delle mie studentesse.»

«Ma l'amore sul tavolo si può anche fare», rispose «Ma non è tutto ridotto a questo. È viaggiare, puntare agli obbiettivi, gioire dei successi dell'altro anche se non abbiamo contribuito in nessun modo. Essere orgogliosi sempre della persona che abbiamo scelto nella nostra vita. Qualunque cosa decida di essere.»

«Io credo che l'amore sia un grandissimo compromesso. Un patto che facciamo con noi stessi prima di mettere o non mettere qualsiasi firma al mondo», intervenne Ben. «Intanto dovremmo prima imparare ad amarci per come siamo, ad accettarci nelle nostre debolezze, perché potremmo anche essere soli al mondo, ma avremo sempre noi stessi e se non vai d'accordo col tuo io, la partita diventa complicata», spiegò. «Dopodichè scegliere di accettare l'altro, di farlo entrare a sconvolgere il nostro piccolo mondo, incastrarlo nella nostra quotidianità e concedergliene una fetta è un atto di coraggio. Molte persone stanno insieme senza starci davvero. Non è solo vivere sotto lo stesso tetto, pagare le bollette, fare l'amore e andare a pranzo dai suoceri. È sopportarsi, è andare oltre, è capirsi e accettarsi. È sapere cosa intende l'altro anche senza dire una parola. È non superare alcuni limiti. È ricordarsi che siamo comunque persone a sé stanti, che esistono anche singolarmente.»

«Magari trovare qualcuno così», commentò Emma appallottolando la stagnola del panino.

«Già, magari», assentì Ben.

«Sai, credo di non essere mai stata innamorata sul serio. Ci sono state delle storie, ma nessuna che ne valesse davvero la pena.»

«Sei ancora molto giovane. Arriverà il ragazzo giusto», la rassicurò Ben.

«Non è detto che sia un ragazzo», commentò Emma a voce alta fissandolo intensamente. «E tu, hai provato un amore così grande?» chiese subito dopo.

«Credo di non aver ancora avuto l'onore», rispose lui mantenendo quel contatto visivo.

Emma sentì il cuore accelerare i battiti e una strana morsa le prese lo stomaco. Poi si sentì un suono metallico e una voce proruppe dagli altoparlanti.

«Avvisiamo i gentili passeggeri che le linee sono state ripristinate. Entro quaranta minuti saremo a destinazione. Ci scusiamo per il disagio arrecato e avvisiamo che sarete tutti quanti rimborsati del biglietto.»

Un istante dopo le luci nel vagone si fecero più intense, si sentirono urla di apprezzamento sparse per il treno e cominciarono a muoversi.

«Sembra che questo viaggio infinito sia arrivato al capolinea», commentò Ben guardando fuori dal finestrino.

«Già, finalmente», rispose Emma, ma non ne era più tanto sicura.

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora