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Una sorpresissima Vivian fece accomodare Will in salotto, mentre cercava di destreggiarsi in cucina col caffè, accompagnata dal suo enorme pancione. Si era accorta dell'occhiata che la figlia di Daniel le aveva lanciato quando se l'era trovata davanti. Era chiaro che Willow si aspettava di trovare suo padre, non certo lei. O meglio, sì lei ma non in esclusiva.

«Non conosco i tuoi gusti», si giustificò con un sorriso tirato poggiando sul tavolino un vassoio con del caffè e del succo di frutta. «So che tuo padre non ama che bevi caffè, dice che sei troppo giovane, ma dato che lui non c'è..», continuò cercando di risultare simpatica.

«Dato che mio padre non c'è posso trasgredire alle regole», concluse la frase Will senza nessun tono in particolare. «Lo fai anche tu? Quando c'è mio padre fai la gattina innamorata e quando non c'è tiri fuori la tua vera essenza?»

Vivian prese una lunghissima sorsata di caffè per impedirsi di rispondere. Non doveva dimenticare che era una ragazza ferita e un'adolescente, soprattutto. Due cose che insieme potevano rivelarsi esplosive. Il divorzio era ancora fresco.

«Tuo padre arriverà a momenti. È uscito per delle commissioni», disse solo.

Vivian guardò Will e si chiese se il bambino le avrebbe assomigliato. Lei era uguale a suo padre.

«Non hai paura?» domandò improvvisamente la ragazza alludendo al pancione. Il suo sguardo si era fatto meno ostile.

Vivian decise di cogliere al volo l'occasione. «Sì, molta», ammise.

«Dicono faccia malissimo», continuò Will. «Un dolore paragonabile a venti ossa del corpo spezzate contemporaneamente.»

«Il dolore è soggettivo. C'è chi patisce di più e chi sembra non accorgersene.» Vivian alzò le spalle indifferente. Will cercava solo di impressionarla, ma non gliel'avrebbe data vinta.

«Come farai a sapere quando è il momento?» ripresero le domande.

«Non ne ho idea», ammise Vivian. «Mi hanno detto di prestare attenzione alle contrazioni e contare il tempo tra una e l'altra. Più il tempo si assottiglia più siamo vicini al parto.»

«E come fai a capire che sono contrazioni?»

Vivian era stupita di tutte quelle domande. Non si illudeva minimamente che fossero per un sincero interesse di Will per la sua gravidanza. Era più probabile che la ragazza stesse solo cercando di ammazzare il tempo in attesa di Daniel. Chissà perché era venuta, poi. Non aveva mai messo piede in casa loro.

«Il dolore è talmente forte che sembra che qualcuno ti accoltelli proprio qui» e indicò all'altezza delle reni. «Ti manca il respiro».

Il volto di Will la ripagò enormemente. Poi le venne in mente una cosa. Se Will non era mai andata a trovarli e adesso, invece, sedeva nel suo salotto poteva trattarsi solo di una cosa grave, urgente o scomoda. Cosa poteva aver combinato quella ragazzina?

«Intanto che aspettiamo tuo padre puoi dire a me cosa ti serviva», cambiò bruscamente argomento. «Se vuoi ovviamente.»

Will sembrò pensarci un attimo.

«Voglio che tu e papà non veniate a cena stasera», sputò fuori.

«Perché?» Vivian strabuzzò gli occhi.

«Mi serve un alibi.»

«Un alibi?»

«C'è una festa e voglio andarci», spiegò Will. «Mamma non vuole e avevo pensato di dirle che cenavo da voi per andarci comunque. Ma se voi siete alla cena, io sono bloccata.»

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora