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«Vieni, entra», disse Daniel a Reagan facendosi da parte.

La donna si guardò intorno profondamente a disagio. Non era mai stata a casa dell'ex marito e non ci sarebbe mai andata se non fosse successo un disastro con Will. Sua figlia gliel'avrebbe pagata sia per lo spavento sia per l'umiliazione di rivolgersi a suo padre.

«Ancora nessuna notizia?» chiese Daniel.

«Nessuna.» Reagan tirò fuori il biglietto e lui lo lesse velocemente.

«Mi spieghi cos'è successo tra voi due?» domandò poi precedendola in cucina.

Reagan si fermò sulla soglia alla vista di Vivian, con indosso un paio di jeans e un maglione bianco a coprire il pancione, i capelli neri a incorniciarle il viso. Era dannatamente bella e giovane.

«Ciao», disse la ragazza alzandosi in piedi con un sorriso imbarazzato. Probabilmente era a disagio quanto lei.

«Ciao», si sforzò di rispondere Reagan.

«Preparo il caffè.» Vivian si mise all'opera e Reagan si sedette.

«Will non si è mai comportata così, Daniel, tu la conosci», cominciò a dire. «Ha fatto una scenata oggi dai miei. Si è messa a urlare come un'ossessa.»

«Per la festa?»

«Per la festa. Dice che le sto rovinando la vita.» Reagan alzò gli occhi al cielo. «Si dice così quando i genitori si preoccupano per te, no?»

«Tua figlia ha sedici anni. Probabilmente è solo una fase, te l'ho già detto.»

«Ma io voglio sapere dov'è mia figlia mentre questa fase passa», ribattè Reagan enfatizzando sul MIA. Vivian le poggiò una tazza calda davanti. «Stasera abbiamo appuntamento a cena, cosa credi? Che mi presenti al ristorante senza sapere che fine ha fatto Will e mi comporti come niente fosse perché ho una figlia adolescente? Io la voglio trovare. E poi la metterò in punizione tutta la vita.»

«Quando è stata qua ha detto che la festa era importante perché c'è il ragazzo che le piace», intervenne Vivian. Reagan la guardò come se si fosse permessa di schiaffeggiarla. Era una questione privata tra lei e l'ex marito che diavolo voleva?

«Se me ne avesse parlato con calma ci avrei potuto ragionare su. Magari qualche giorno, a forza di insistere, mi avrebbe convinta. Ma di sicuro non posso darle il permesso quando mi accusa di cose inesistenti. Sono pur sempre sua madre e comando ancora io, se permetti.»

«Dico solo che probabilmente, parlando con le amiche, avrà in testa cose strane. Forse ha visto che loro possono andare e non voleva essere da meno. Siamo stati tutti ragazzini, le prima cotte sono difficili da elaborare», continuò Vivian senza scomporsi minimamente davanti all'astio di Reagan.

«A sedici anni non si dovrebbe avere il ragazzo», commentò Daniel.

«Non essere ridicolo», sbottò l'ex moglie. «Tua figlia non è una sprovveduta.»

Ma non era questo il punto. La questione era: dov'era finita Will? Non era a casa di sua madre e non era a casa del padre, non aveva voluto aspettarlo, quindi dove poteva essere andata a quell'ora della sera, con la neve per strada e il buio?

«Hai chiamato la sua amica?»

«Clara? Sì. Mi ha detto che non è da lei. Però ha anche accennato a questa festa.»

«E se chiamassimo la madre di questa ragazzina? È amica di Will da anni, lo so che hai il numero. Pensi che non sappia niente nemmeno lei?»

Reagan sospirò. Perché Will le stava facendo quello?

«Sì, proverò a chiamarla», sospirò infine sorseggiando il caffè. «Strano», disse poi. «Pensavo mi avresti rinfacciato tutto. Avresti dato ragione a Will incolpando me di essere troppo severa.»

«Be' tu sei troppo severa. Lo sei sempre stata», annuì Daniel. «Ma sono sicuro che stai facendo del tuo meglio.»

Questo apprezzamento da parte sua la colpì. Davvero erano stati sposati? Aveva pensato che rivederlo nella sua nuova vita le avrebbe fatto male, avrebbe riaperto ferite mal ricucite, invece non provava niente. Come se tutto il tempo tra loro non ci fosse mai stato. Stavano insieme per Will, a volte per fare l'amore, ma improvvisamente pensò a quante altre volte suo marito doveva averla tradita. Adesso le sembrava impossibile che Vivian fosse stata l'unica. Magari l'ultima. Poteva essere che davvero Daniel si fosse innamorato, e avesse deciso di ricostruirsi una vita felice. Ma negli anni dovevano essersi frapposte infinite donne tra di loro, senza che lei se ne rendesse conto e, cosa ancora peggiore, senza che gliene importasse.

«Vado a cambiarmi», annunciò Vivian.

«Vuoi venire alla cena con noi? Ormai siamo tutti qui», le fece presente Daniel.

Reagan sembrò pensarci un attimo, ma in realtà era ancora avvolta nei suoi pensieri. «Sì, d'accordo», annuì distratta.

Estrasse il cellulare e cercò in rubrica il numero della mamma di Clara. Una situazione per volta. 

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora