«Esci?» domandò Liam a sua madre.
Era seduto in salotto intento a giocare a un videogioco nell'attesa di andare alla festa.
«Sì», annuì Harper infilandosi il cappotto.
Era molto elegante e, forse per la prima volta da parecchio tempo, Liam si concesse il lusso di osservare sua madre e rendersi conto che era una bella donna. Sbocciata dopo la morte di suo padre. Quando lui era vivo, Harper era come.. grigia. Vestiva in maniera poco curata, i capelli sempre legati, niente trucco in faccia. Parecchie volte si era sentito in imbarazzo confrontandola con le mamme dei suoi compagni di scuola. Sembrava più vecchia degli anni che aveva e a casa non parlava mai. Era sempre suo padre a tenere alte le conversazioni, a chiedere a loro come fosse andata la giornata. Lei rimaneva calma, preparava la cena, li ascoltava e poi si chiudeva in camera a leggere un libro fino ad addormentarsi. Liam non ricordava più la volta che si era seduto a chiacchierare con lei, a interessarsi alla sua vita o a vedere lei interessarsi alla sua. Erano coinquilini.
Poi papà era morto, il mondo gli era crollato sulle spalle e sua sorella era scappata. Era stato arrabbiato per settimane con Emma, accusandola di non averlo portato con sé, di averlo lasciato con la mamma ad affrontare tutti i problemi. Per giorni interi Emma non aveva risposto. Non aveva dato segni di vita. Però, pensandoci adesso, Liam non aveva mai visto sua madre piangere. Non l'aveva mai vista a lutto. Le foto di papà erano esattamente dov'erano sempre state, nessuna era stata tolta o aggiunta. La loro casa era ancora perfettamente identica a quando lui era vivo. Tutto quello che riguardava i figli non era stato violato. Tutto quello che riguardava lei era stato completamente cancellato.
Harper prese la borsa e infilò dentro il portafoglio.
Sua madre aveva fatto una metamorfosi. Si era iscritta in palestra ed era dimagrita, modellando il suo corpo e rendendosi affascinante e piacente come non lo era mai stata prima. Aveva cominciato a uscire con le amiche, cosa che riteneva superflua prima. Vestiva colorato e ricercato, aveva passioni e hobby, sorrideva sempre. Aveva sempre pensato fosse una reazione al lutto, un modo per far finta che non fosse mai successo. Invece sua madre era consapevolissima di tutto, semplicemente aveva colto l'opportunità di diventare sé stessa. Senza mai togliere a loro il suo rispetto.
E lui si era comportato da idiota, incolpandola di cose che non poteva controllare, insultando il suo modo di vivere, isolandosi da lei. Era un coglione.
Un trillo del cellulare di Harper. «Devo andare. Buona serata», disse a Liam sorridendo. «Divertiti, ma stai lontano dai guai. E dall'alcol soprattutto», lo ammonì aprendo la porta.
Lui scattò in piedi. «Posso conoscerlo?» si sentì dire quasi senza rendersene conto.
«Chi?» il volto di sua madre cambiò espressione.
«Il tuo compagno. Vorrei che me lo presentassi. Ti sta aspettando qui fuori, vero?»
Harper non si stupì, né fece finta di non comprendere o gli chiese dove e come lo avesse saputo. Si limitò ad aprire la porta e a seguirlo fuori, dove un SUV nero stava aspettando col motore acceso poco distante da casa. Liam si sentiva rigido e imbarazzato, sentiva i tacchi di sua madre dietro di sé.
L'uomo alla guida spense il motore e scese dalla macchina, forse più imbarazzato di lui.
«Salve», disse Liam tendendogli la mano. «Sono Liam, il figlio di Harper.»
L'uomo guardò prima la mano, poi la donna e infine gliela strinse. «Oliver, piacere di conoscerti ragazzo. Ho sentito molto parlare di te.»
Quest'affermazione colpì Liam come una frustata. Sua madre aveva parlato di lui a quest'uomo, ma non aveva mai avuto il piacere di parlare di quest'uomo con lui. Coglione due volte.
«Volevo solo che tu sapessi che mia madre è una brava donna e devi averne cura. Se sei qui per divertirti, allora puoi andare. Ma se sei qui con l'intenzione di fare di tutto per rimanere, allora sei il benvenuto», disse.
«Non ti deluderò, giovanotto», rispose Oliver con ancora la mano nella sua.
Liam lasciò la presa e si girò verso sua madre. «Buona serata», le disse. «Divertiti, ma sta lontana dai guai. E dall'alcol.» Poi sorrise.
Harper cercò di trattenersi, ma non ci riuscì. Con un passo lo abbracciò stretto, come quando era un bimbo piccolo e doveva rassicurarlo dai mostri. Inspirò il profumo del suo shampoo, assaporò il momento e poi si staccò. Senza aggiungere una parola salì in macchina e Liam rimase lì a guardare fino a quando la macchina non sparì in fondo alla via.
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