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«Ti ripeto che non sai trattare con tua figlia», esplose Jane Wood, riappropriandosi del suo ruolo genitoriale.

«E proprio tu vuoi insegnare a me a fare la madre?», ribattè Reagan seccata. «Guarda che hai combinato con lui», disse indicando suo fratello.

«Infatti speravo che ne avessimo avuto abbastanza», incalzò la dose Jane.

Ethan seguiva il litigio seduto accanto a suo padre.

«E se davvero diventasse una donnaccia solo per farti un dispetto? Saresti felice di aver fallito tutto?»

«Conosco mia figlia e ti assicuro che è solo una fase. Tutti gli adolescenti attraversano il periodo di ostilità verso i genitori. Una volta che Will avrà capito che in casa comando io si darà una regolata.»

«Comunque non capisco perché non la fai andare alla festa», si intromise Ethan.

«Perché ho detto no. E poi hai visto come me lo ha chiesto? Dovrei premiarla?»

«No, ma non è facendole la guerra che la conquisterai.»

«Daniel e Vivian ceneranno con noi. Se Will se ne va non c'è alcun motivo per cui io debba sorbirmi il mio ex marito e la moglie incinta tutta la sera», spiegò. «Will non me ne ha parlato. Non ne sapevo niente.»

«Ha detto che sapeva che le avresti detto di no», sottolineò sua madre. «Sei sempre così sulle tue, quella povera ragazzina non sa più come avvicinarti.»

«Tu lo sapevi?» chiese Reagan.

Jane si morse un labbro colpevole e sua figlia cominciò a urlare. «Allora è così che funziona? Ti metti a complottare alle mie spalle con mia figlia? Viene qui a piagnucolare quando non esaudisco i suoi capricci? Ecco che arriva la mamma stronza, presente!» Alzò in alto la mano come a scuola.

«Non dire parolacce», l'ammonì sua madre.

«Sono adulta e responsabile», disse Reagan.

«Sei divorziata!»

Un silenzio glaciale piombò in casa.

«E quindi?» il tono controllato di Reagan era estremamente pericoloso.

«Jane cara, perché non vai di là a lavare i piatti prima di dire cose di cui potresti pentirti?» intervenne il signor Wood.

Sua moglie fece finta di non aver sentito. «Significa che qualcosa hai sbagliato, no?», disse. «Daniel è un ingrato, ma se ha preferito una ragazzina la colpa è anche tua. Soddisfacevi tuo marito? Quante volte ti ho detto che passavi troppo tempo chiusa a pensare ai tuoi libri invece che in camera da letto con tuo marito? Gli uomini hanno bisogno di certe attenzioni, se tu non gliele dai se le prendono da qualcun'altra.»

«Mamma..» si udì la voce di Ethan.

«No, basta. È da un po' che glielo volevo dire», si impuntò Jane. «Will ha un'età in cui comprende. Sa tutto di quello che è successo con Daniel e se n'è fatta un'opinione. Un'opinione della quale tu non sai nulla perché non ti sei mai presa un secondo per parlare con lei. Il tuo ego è più importante di tua figlia. Che immagine le state dando tu e suo padre? Che i sentimenti vanno calpestati e si rimane impuniti?»

«Non rimarrò qui a farmi fare la morale», disse Reagan afferrando il cappotto.

La verità è che le parole di sua madre le avevano fatto più male di quello che avrebbe mai ammesso. «Vado da Elena.»

«Ti accompagno» disse Ethan.

«Devi parlare con tua figlia. Falle sapere che ci sei. Ha bisogno della sua mamma», continuò la signora Wood seguendoli in corridoio.

«Esatto», annuì Reagan. «Ha bisogno di sua mamma, non di una nonna impicciona.»

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora