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«Fa' i complimenti a mia sorella, stasera si è superata», disse Ethan raggiungendo Mason all'ingresso del ristorante.

La serata stava procedendo alla grande, tutto impeccabile, cibo squisito, Emma che stava dando il meglio di sé e tutto sommato anche Jane sembrava aver abbassato leggermente l'ascia di guerra nei confronti di Vivian.

«Sarà contenta di sentirtelo dire», sorrise il cognato.

«Allora, hai pensato a come chiederle di sposarti?» domandò Ethan.

Il viso di Mason si contrasse in una smorfia. «No. Quando sono arrivato, oggi pomeriggio, mi ha fatto una scenata. Era furiosa con me. Poi è uscita, non so forse è venuta da tua madre, e quando è tornata sembrava più calma. Non sono sicuro che le cose tra noi stiano andando per il verso giusto.»

«Elena ha sempre avuto un caratteraccio. Non lo so da chi abbia preso, mamma è pesante ma non fino a questo punto. Credo tu sia un santo e lei una miracolata, tolto te nessuno se la prenderebbe per la vita», Ethan cercò di sdrammatizzare, ma Mason non era in vena di ridere.

«Credo che non sia più felice, forse non sono in grado di far bene il mio ruolo. Sono un uomo noioso, lo ammetto, non ho grandi momenti esplosivi nella vita. Lavoro tutto il giorno, mi occupo della contabilità del ristorante. Lo so che lei ha la parte più pesante, ma a volte sembra quasi che voglia sentirsi sempre dire quanto è brava. A me chi lo dice? Io faccio il mio, punto e stop. Ci dà da vivere questo posto, ci consente di avere una vita dignitosa, di stare bene. Adesso, spero, anche di sposarci.»

«Io ho sempre pensato che lavorare insieme uccida la coppia», commentò Ethan.

«No, io credo che se la coppia è solida e matura crei invece un ottimo lavoro di squadra. Le soddisfazioni triplicano perché sono interamente nostre e comuni.»

Ethan infilò la giacca.

«Dove stai andando?» gli chiese Mason.

«Ho un impegno», si limitò a dire vago.

«Quindi la tua cena finisce qui?»

«Preferisco vederla come un aperitivo. Spero che il bello di questa serata ancora debba cominciare.»

«Sbaglio o sento un po' di tensione nella tua voce. Centra una ragazza?»

«Dovrai passare sul mio cadavere.»

Scoppiarono a ridere entrambi. Quando Ethan vide avvicinarsi Harper, diede una pacca sulla spalla al cognato e si congedò uscendo nella notte gelida.

«Chiacchiere tra uomini?» domandò la donna.

«Mi domando quando crescerà», rispose Mason osservando Ethan attraversare veloce la strada.

«Ho una proposta per te. Non è che ci abbia ragionato su chissà quanto, vedila più come un impulso», Harper lo guardò. «Perché non compri casa mia?»

«Come?»

«Mi piacerebbe che restasse a uno della famiglia, anche i ragazzi ne soffrirebbero di meno. Toglietevi di torno dalla città, una casetta fuori, con un giardino e una camera da letto non vi farebbe male. Un'evoluzione.»

«Elena mi ammazzerà se glielo dico.»

«E se non aspettasse altro?»

«Parli come se la conoscessi da una vita.»

«Parlo come una donna. Non pensi sia stufa di stare tutto il giorno chiusa qua dentro e poi tornare in una casa che è grande come uno sgabuzzino? Cambiate aria. Ricominciate, date inizio a un nuovo capitolo della vostra vita.»

«Dici che potrebbe funzionare?» Mason ci pensò.

Il loro monolocale era sempre andato benissimo, però forse Elena si era stufata, forse staccarsi da quella zona le avrebbe fatto rivalutare anche il lavoro in un modo diverso. Stavano vivendo per lavorare, non facevano altro. E si erano persi di vista.

«La mia proposta rimane valida, non è un'imposizione.»

«Ci penserò», disse a Harper con un sorriso riconoscente.

«Ne sono sicura», rispose la cognata.

«Harper, scusami.»

Si voltarono entrambi e trovarono Reagan.

«C'è qualche problema?» chiese Mason notando la sua espressione.

«Spero di no, almeno per il momento», rispose lei. «Voglio andare alla festa e recuperare Will. Non ce la faccio più a far finta di essere una madre modello. Ho bisogno di caricare mia figlia in macchina e urlargliene quattro prima di metterla in punizione fino al giorno del giudizio. Finchè non la vedo non riuscirò a mangiare un accidenti.»

«Tu sorella non ne sarà contenta», l'ammonì Mason.

«Dì a Elena che torniamo il prima possibile e che i primi erano deliziosi.»

«Vengo con voi», disse Daniel raggiungendole e porgendo a entrambe i loro cappotti.

«E lasci Vivian qui da sola con mia madre?» Reagan strabuzzò gli occhi. Quell'uomo era fuori di testa.

«Mi sembra che si sia tranquillizzata», disse lui. «E conto sul buon senso di Oliver e di tuo padre.»

«Mi fa molta tenerezza», disse Harper poggiandogli una mano sul braccio.

«Si scopava mio marito mentre era ancora sposato», intervenne acida Reagan senza riuscire a trattenersi.

Harper ritrasse il braccio imbarazzatissima e balbettò una risposta che però non uscì. Guardò uno poi l'altra.

«Io.. non avevo capito..», riuscì a dire.

«Non credo ce ne fosse bisogno», commentò Daniel lanciando un'occhiataccia all'ex moglie.

«Senti io ci provo a comportarmi bene, ma non ho scritto santa sulla fronte, intesi? Avrò pure il diritto di togliermi qualche sassolino dalla scarpa anch'io?»

«E quando comincerai a vedere Vivian semplicemente come la mia compagna, la madre di mio figlio, invece che come la mia amante?»

«Fammici pensare..» disse Reagan puntando l'indice sul mento. «Direi che fino a quando le immagini di voi due che fornicate sulla scrivania dello studio popoleranno i miei incubi non ci sono grandi speranze.»

«Sei peggio di tua figlia.»

«Disse l'uomo che non riusciva a tenersi l'uccello nei pantaloni.»

«Perché non pensi a rifarti una vita, invece? Lo sai che finchè sarai così acida gli uomini ti staranno alla larga, vero?»

«Se gli uomini sono tutti come te potrò considerarmi fortunata» Reagan incrociò le braccia al petto.

Harper e Mason osservavano imbarazzati questo scambio di battute.

«Forse sarebbe meglio rimandare questa simpatica conversazione e andare a recuperare Will», intervenne Harper.

«Direi che è un ottimo suggerimento», gli diede man forte Mason.

«Prego, prima le signore», disse Daniel con un inchino cerimonioso tenendo la porta aperta per Reagan.

«No, vai pure prima tu. La precedenza ai bambini.»

E ricominciarono a battibeccare.

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora