«Dici che ti somiglia?» chiese Vivian stringendo il piccolo Bryan tra le braccia.
«I capelli li ha presi da te», rispose Daniel osservando la massa scura che ricopriva la testa di suo figlio. «Sei stata incredibile», aggiunse baciandola sulle labbra.
«Non ho fatto ne più ne meno di quello che fanno tutte dall'inizio del mondo.»
«Ma io sono orgoglioso di te, non di tutte», la corresse Daniel baciandola ancora.
«Hai avvisato mia sorella?»
«Sophia sta correndo qua dalla clinica. Ci pensa lei a chiamare tua madre.»
Il bambino si mosse irrequieto e Vivian lo avvicinò al seno per vedere se avesse fame. Il piccolo si attaccò subito, fecendosi guidare dall'istinto.
«Vado fuori», disse Daniel prima di lasciarla sola a riposare.
«Come sta?» gli chiese Reagan che aspettava con i genitori fuori dal reparto.
«Bene. È un maschio», annunciò.
Jacob Wood si avvicinò e gli picchiò amichevolmente sulla spalla un paio di volte. Sua moglie Jane rimase in disparte, in silenzio, leggermente imbronciata.
«Congratulazioni, allora», disse Reagan.
«Grazie. Lo dici tu a Will?»
«Glielo dirò. Magari domani passiamo con calma, così si conosceranno.»
«Non vedo l'ora.»
Rimasero per qualche istante in silenzio e Reagan considerò l'idea di andarsene. Non aveva ruolo alcuno e la sua presenza poteva rivelarsi scomoda.
«Sai, è stato diverso», disse Daniel a un tratto.
«Cosa intendi?»
«Ho pochissimi ricordi di quando è nata Will. Ero così agitato e concentrato a non svenire che la mia memoria ha omesso delle cose», provò a spiegare. «Invece oggi è stato diverso. Era come se sapessi cosa fare. Mi sono sentito nel posto giusto.»
Reagan sentì un pizzicore in fondo al cuore. Lei ricordava ancora ogni singolo istante della nascita della sua unica figlia. Il dolore e la paura provati, la gioia e la commozione. Ma erano giovani, sposati da qualche anno ma si conoscevano comunque così poco. Non poteva essere gelosa di qualcosa che non le apparteneva più e si augurò con tutto il cuore che l'amore di Daniel per Vivian fosse sincero e meritato.
«Sarai un bravo papà», si sentì dire.
«Lo pensi sul serio?»
«Penso che una persona intelligente impara dai propri errori. Tu ne hai commessi tanti e mi auguro che non li ripeterai.»
«Non lo farò.»
Daniel si sentiva stremato. Stanco come se fosse in piedi da ore. Dovette sedersi e prendersi la testa tra le mani per impedirle di continuare a ronzare.
«Credo sia ora di andare», intervenne Jacob.
Mise un braccio intorno alle spalle di sua moglie e si allontanarono lentamente lungo il corridoio uscendo dal reparto.
«Salutami Vivian», disse Reagan.
Fece solo qualche passo prima che Daniel la chiamasse indietro.
«Non essere troppo severa con Will», lo sentì dire.
Se ne andò senza rispondere.

STAI LEGGENDO
LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITI
Romans‼️DAL 4 DICEMBRE EBOOK E CARTACEO SU AMAZON‼️ È incredibile quante coincidenze in una giornata possano scatenare una sequenza di eventi che riesce a cambiare per sempre la tua vita. E l'ultimo dell'anno, si sa, la notte è carica di aspettative. @ @ ...