Liam si stava letteralmente facendo trascinare verso casa da Tolstoj. Arrancava dietro di lui con le cuffiette e la musica a palla nelle orecchie, il cappuccio del parka calato sulla testa per proteggersi dal freddo.
Continuava a pensare a Will. Quella ragazza era strana. Non che avessero mai passato molti momenti insieme, anzi per la verità lui non l'aveva mai considerata più di tanto. Sembrava un tipo schivo, taciturno. Non sapeva cosa l'appassionasse, per esempio. Non interveniva mai alle riunioni e l'unico parere che esprimeva era negli articoli del giornale, sempre maledettamente buoni. Cosa faceva nel tempo libero? Aveva un ragazzo? Probabilmente no. Era molto carina, solo un cieco non se ne sarebbe accorto e la battuta sui suoi genitori era stata crudele e infelice, era stato un idiota, avrebbe potuto risparmiarsela.
La verità era che aveva così poca esperienza con le ragazze che non sapeva proprio da dove cominciare. Tutti a scuola gli attribuivano meriti che non aveva, pensavano di lui cose che non aveva mai fatto. Le ragazze si facevano avanti alla feste o quando era con gli amici, ma lui si sentiva sempre goffo e inadeguato. I risultati erano scarsi. Tutto quello che sapeva lo doveva ai racconti dei suoi amici e ai film per adulti che cercava su internet. Bastava poi rielaborare la trama su sé stesso e renderla credibile. Agli altri ragazzi piacevano i dettagli. Ma a lui dispiaceva attribuirli a ragazze che a mala pena aveva baciato.
Will sembrava una tipa a posto, probabilmente era solo molto timida. Vivere con una madre famosa non doveva essere semplice, anzi.
Forse era lui il problema. Forse non era sessualmente attraente. Oppure forse doveva puntare a ragazze come Will, gente che non se la tirava, che non aveva grandi pretese. Il fratello di Clara frequentava un corso con lui, avrebbe potuto avvicinare la ragazza e chiederle qualche informazioni sulla sua migliore amica. Chissà se avrebbe accettato di uscire con lui. Era molto probabile che non avesse mai baciato un ragazzo. Avrebbe potuto fare un po' di pratica. Sempre se fosse stato abbastanza interessante. Le conosceva le ragazze e lui non era niente di troppo attraente, solo un secchione che sperava in una borsa di studio piena per una delle università della Ivy League. Sì, dopo la scuola giocava a rugby, ma non era mai stato troppo bravo da essere ammesso in squadra.
Will poteva essere la ragazza perfetta per uscire per una pizza, oppure per andare a fare un giro in centro e passeggiare mano nella mano guardando le vetrine. Non gli sembrava una fissata con trucco e moda, magari poteva chiacchierare di libri, o fare maratone di serie tv sul divano il sabato sera. Sarebbe stato divertente. E il sesso sarebbe venuto di conseguenza. Però lui avrebbe avuto la ragazza, una storia seria, fissa e nessuno dei suoi amici avrebbe più avuto interesse a chiedergli informazioni sulle sue prestazioni o sulle sue serate hot.
Arrivato nel vialetto di casa lanciò uno sguardo all'abitazione dei vicini. Era tutto silenzioso, forse Kate non c'era. Salì di corsa le scale che lo portavano in camera sua, anche sua madre era uscita, e si chiuse la porta alle spalle. Si fiondò alla finestra e scrutò fuori. Nessun movimento. Le tende della camera di Kate, però, erano tirate e dal vetro riusciva a intravedere un pezzo di letto e l'angolo di quella che poteva essere la scrivania.
Il suo cuore accelerò i battiti mentre il sangue pompava in un posto molto lontano dal suo cervello. Cosa avrebbe dato per essere notato da lei. Forse lei lo aveva sempre amato, ma non aveva mai osato fare niente per non turbare Emma. Ogni volta che la incrociava in giardino, si imbambolava a fissarle il sedere fino a quando non entrava in casa. E sperava sempre che lei si voltasse, gli sorridesse e magari lo invitasse a entrare. Così, in maniera apparentemente innocente. A prendere un caffè, ad aiutarla con una banalità al pc. Stupidaggini che saltano fuori in momenti come quello. In questi sogni la nonnina era in casa, magari a riposare in qualche stanza lì vicino, e lui non perdeva tempo a prendere Kate tra le braccia, baciarla con passione e possederla sul tavolo della cucina trattenendo risate e piacere nel tentativo di non fare troppo rumore. Sarebbe stato tutto tremendamente erotico e indimenticabile.
Istintivamente si sistemò il cavallo dei pantaloni e Will era già sparita dalla sua memoria.

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LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITI
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