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Amelia Pov's
Il dottore mi rimise i punti in poco tempo, senza anestesia fu un po' fastidioso, ma nulla di insopportabile. Quando se ne andò, arrivò un anziano uomo, ricurvo, con pochi capelli, baffi e pizzetto bianco latte, vispi occhi grigio fumo, dietro a spessi occhiali di vetro.

Lo accompagnava un ragazzino, avrà avuto non più di quindici anni, portava una colonna di libri che gli coprivano il volto. Si presentò come Emanuele Vonoci il mio insegnante privato e ci mettemmo d'accordo per le lezioni, quattro ore al giorno, dalle nove del mattino fino a mezzogiorno per iniziare, dal lunedì al venerdì, nella biblioteca privata del Re.

Il ragazzino invece era Michele suo nipote, non avrebbe partecipato anche lui alle nostre lezioni, ma ogni tanto sarebbe stato presente per aiutare il nonno nelle lezioni più "tecniche" e perciò voleva presentarmelo, oltre a servirgli per portare i libri base per le prime materie che voleva insegnarmi. Mi fecero entrambi un'ottima impressione.

Non rividi Andras e ne fui felice, quando mi stava tamponando la mano e lo guardai nei occhi, mi dimenticai per qualche secondo di Maximilian e di tutto ciò che è successo la sera prima, ma poi arrivò il dottore, ricordai tutto e le immagini di lui con la sua compagna, mi seguirono anche nel sonno.

Infatti, stamattina quando mi sono svegliata avevo una pessima cera, ma mi sono ripresa una volta entrata nella cabina armadio, tutti vestiti nuovi e di ottimi tessuti, ma la prima cosa che notai fu che la gran parte erano blu.

Misi un jeans nero, un maglioncino verde a collo alto e delle sneakers, a parte il pantalone un po' grande, ma sistemabile con una cintura, mi venne quasi da piangere, non ho mai avuto vestiti nuovi, neanche cibo conto appositamente per me e che non siano avanzi. Come ho fatto a vivere sedici anni da Maximilian? Soprattutto dopo la morte di Roberto.

《Amelia, le devo ricordare di passare almeno un'ora nel salotto delle donne o nella sala comune》dice Enrico, che poverino l'ho costretto a entrare in camera e giocare con me a dama, non c'ero mai riuscita con Giorgio.

《Ti prego, dammi del tu. Allora, andiamo nel salotto delle donne》rispondo, non ne ho molta voglia, ma prima lo faccio, prima posso tornare nella tranquillità della mia tana. Prendo la pipa, con tutto ciò che mi serve per essa, tabacco, fiammiferi e posa cenere.

《Tutti i lupi del branco principale abitano qui dentro?》chiedo mentre ci avviamo. 《No, questa villa accoglie oltre alla famiglia reale, quelle dei due beta e dei tre omega e una piccola parte di guardie e domestici. Il resto abita nel villaggio qui sotto, tieni conto che noi ci troviamo nel punto più alto e la tua finestra dà troppo a destra per vederlo. In particolare questa struttura, si espande più per larghezza che altezza. Il piano terra ci sono le zoni comuni per il branco, ma anche un'area riservata al Re, con una sala da pranzo, una sala giochi.

Al primo piano ci sono gli uffici, sala riunioni, la biblioteca privata in cui dovrai fare lezione e gli appartamenti dei omega, infine al secondo piano, nella zona in cui ci sei tu, sono per lo più vuote, destinate agli ospiti, invece se vai oltre il salotto delle donne, ci sono gli appartamenti dei beta e in fondo a tutto quello del Re》spiega.

Arrivati al salotto, grazie alla Luna è vuota, non c'è nessuno e non sono costretta a socializzare, devo solo passare un'ora al suo interno. 《Invece le altre due concubine? Dove vivono?》chiedo sedendomi sul comodo divano e accendendo la pipa.

《Loro facente parte del branco dalla nascita, possiedono una casa, perciò preferiscono rimanere ad abitare lì, anche per evitare troppi pettegolezzi e poi quando troveranno il loro compagno, probabilmente, se ne andrebbero definitivamente. Passano quasi tutta la giornata in giro per la villa e rimangono la sera se richiesto》

《Tu hai trovato la tua compagna?》domando, i suoi occhi si spengono e si intristisce 《Ancora no》《E se la trovassi cosa faresti per lei?》《Qualsiasi cosa》con la prossima domanda, mi farò del male da sola, ma devo chiederglielo.

《Per fino lasciare una donna che dicevi di amare?》《Si!》risponde con decisione. Amelia non puoi illuderti dell'idea che Maximilian ti ami veramente, ma il suo istinto è superiore per ammetterlo o accettarlo.

Probabilmente l'espressione che ho ora, non è una delle più allegre, poiché Enrico si avvicina a me e posa una mano sulla mia《Amelia, non pensare che l'Alfa Andras lasci la Luna Victoria per te, è un lupo il suo istinto verso quella donna è fortissimo》

Un sorriso amaro mi sorge dalla sua frase, non era ciò che volevo sentirmi dire, ma era che serviva《Tranquillo, non pensavo al tuo Alfa, ma non potevi dirlo meglio》aspiro dalla pipa e lui, capendo che non sono più in vena di chiacchiere, si allontana mettendosi vicino alla porta.

Lui mi aveva detto di amarmi, giurato che avrebbe fatto per me, fosse cascato il mondo! Invece, basta una sconosciuta per dimenticare, tutte le dichiarazioni e promesse fatte. E io sono finita per fare la puttana, perché seppur Andras ancora non mi ha sfiorato con un dito e questo che sarò, concubina è un sinonimo più carino ed elegante.

Ho preso le frustate da sua madre per difenderlo, ho accettato di essere reclusa in una minuscola stanza, di perdere qualsiasi dignità, per lui e guardate che fine ho fatto! Solo perché è apparsa una tizia qualunque, ma che Dea Luna ha unito a lui! Che grande e caritatevole divinità! Ma sicuramente anche la Dea avrà pensato, che sono troppo mostruosa e non degna di vivere.

A pensare tutto questo, a rendermi conto veramente della situazione, la mia corazza si sgretola lentamente, fino a crollare di tutto, quando delle silenziose lacrime iniziano a solcare il mio viso.

Angolo auto
Buongiorno! Spero che stiate tutte bene, soprattutto chi abita nelle zone rosse e di alleggerirvi la giornata con questo capitolo. Fatemi sapere la vostra opinione e lasciate una stellina se vi piace😘

La Concubina Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora