37

5.5K 197 8
                                    

Maximilian ha vinto e la notizia con cui mi sono svegliata stamattina, ho richiesto per la prima volta in vita mia il giornale "La gazzetta del Branco" nome ben poco originale e in prima pagina c'era la notizia del tentato spodestamento. Il lupo di ventotto anni che l'ha sfidato è morto, ucciso dall'Alfa, per scoraggiare gli altri a fare lo stesso.

La parte oscura della vita dei lupi, uccidere per essere rispettati, per poi mangiare il cuore o bere il sangue del nemico per assorbirne la sua forza, nessuno ne parla, è una pratica tacita, sicuramente anche Andras l'avrà fatto, ma i lupi non amano parlarne, un po' perché in conflitto con il loro lato umano e anche perché vantarsi dei nemici uccisi diventerebbe un misuratore di forza, ponendo così uno svantaggio.

Neanche sotto tortura te lo direbbero, alcuni neanche conoscono questa pratica e pensano sia fuori uso o una leggenda, altri non tengono il conto per non rischiare di dirlo. Per loro non è omicidio o cannibalismo, perché la persona avrà una seconda vita dentro loro, è anche un modo per chiedere scusa. Sono state documentati lupi che hanno cambiato carattere, nei casi più estremi anche conformazione del fisico o colore del pelo, ma è un argomento tabù quindi non ne so molto altro.

Continuo a leggere il giornale, c'è un articolo che annuncia l'erede del branco dell'ovest e si chiede quando il Re ne avrà uno, che visto com'è il rapporto con la sua compagna penso mai, almeno non da lei. Un altro sulle ultime novità economiche e politica, che non avendo grandi basi faccio fatica a comprendere, devo chiedere a Vonoci delle lezioni a riguardo. Gli altri articoli sono di poco riguardo e interesse, così lascio il giornale sul tavolino e finisco la mia colazione.

《Buongiorno!》esclama allegramente il vecchio professore irrompendo in camera, per poco non mi rovescio il caffè addosso. 《Buongiorno, sono già in ritardo?》chiedo controllando l'orologio da polso, no mancano ancora dieci minuti alla lezione. 《No, oggi ho pensato a una lezione completamente diversa e ho appena ottenuto il permesso del Re》dice entusiasta sedendosi alla poltrona. Il nipote gli ha cambiato il tabacco con la marijuana?

《Cioè?》《Oggi, cara mia, uscirai da queste mura e starai tutti il tempo con me, imparerai a socializzare!》per poco non mi strozzo, da dove viene questa malsana idea? Tutto eccitato mi racconta cosa ha intenzione di fare, mentre lascio la colazione, per il nervoso e l'ansia di conoscere persone, mi è passata la fame.

《Io volevo parlare di politica ed economia》dico nella speranza che cambi idea 《E quale posto migliore per farlo se non al bar? Forza! Prendi quel bastone e andiamo!》esclama e a malavoglia mi trovo costretta a seguirlo, insieme a un silenzioso Enrico, che se ci fosse o meno, non cambierebbe nulla. Mi vergogno ad ammettere che il vecchio è molto più veloce di me.

La gente mi osserva curiosa, passiamo per dei vicoletti, fino a fermarci di fronte alla porta che è in mezzo a una ripida scalita. Bussa, ma nessuno viene ad aprire, a fatica si piega, predendo una chiave sotto al vaso di una pianta grassa che è lì lì per morire e apre.

《Luigia! Luigia!》urla entrando facendomi segno di seguirlo. L'ingresso è stretto, un corto corridoio azzurro con al lato sinista una scarpiera e uno specchio e al lato opposto un porta ombrelli. La prima a destra c'è un salottino, più avanti un mobile con un centrino, una pianta e un telefono e dopo a destra chiusa e un'altra a sinistra da cui esce un'aziana donna sbraitando.

《Oh Emanue sempre a rompe i maroni! Stavo spegnendo il fuoco sotto l'acqua!》già mi piace questa donna. 《Su Luì un po' di educazione, abbiamo ospiti》《Uuuh! Scusa cara non ti avevo visto! Prego, vieni accomodati in cucina》dice entro in una cucina piccolina, con un tavolino tondo con sopra una tovaglia con fiori gialli mi siedo, un po' in imbarazzo, mi dovrei presentare? Non ho detto nulla. Forse è meglio che mi fingo muta.

《Luigia! Dove sono le mie ciabatte?》domanda Vonoci che è rimasto davanti alla scarpiera. 《Oh signora! Che brutta vecchiaia che mi aspetta! Sono trent'anni che sono nel primo piano della scarpiera! Scusa cara, vuoi un po' di tè?》chiede diventando improvvisamente calma e cortese. 《Si, grazie》rispondo, per fortuna che non ho finito colazione, ho lasciato anche il caffè alla fine. Vonoci entra in cucina e si siede affianco a me, mentre la moglie apparecchia con il servizio buono.

《Ho pensato di iniziare pian piano, prima di inserirti nella comunità, iniziare con la mia famiglia》spiega, si alla fine è una buona idea 《E per lei va bene signora?》《Certo! Chiamami pure Luigia o nonna, come preferisci e dammi del tu. E anche se non può sembrare sono aperta di mentalità, altrimenti come farei a stare con questo?》dice appoggiando una bella torta di pasta frolla, la taglia e la mette in tre piattini dentro c'è una bella crema pasticcera.

《Amore, ti sei sprecata》critica il professore guardando la sua fetta, molto più piccola mia 《Il diabete》dice facendo sbuffare il compagno e ridacchiare me《Emanuele mi ha raccontato di te, torna sempre entusiasta dalle lezioni, sei la studentessa migliore che abbia mai avuto, ma non so molto di te, a parte che sei molto curiosa, anche se timida e che sei la concubina dell'Alfa》smetto di respirare, prima della fine della giornata se continua così avrò un infarto.

Perché lo sa? Io avevo capito che nessuno dovesse saperlo.《Tranquilla, lo sappiamo solo noi, i Beta e gli Omega ed Enrico, le persone più fedeli all'Alfa. Non sai cosa sa il branco di te?》chiede stupita, scuoto la testa, non me ne sono mai preoccupata, forse avrei dovuto.

《Il Re ha messo in giro la voce, che sei una richiedente asilo e in cambio di protezione, aiuti il branco. Il fatto che hai denunciato la presenza d'intrusi al ballo, ti sei messa a suo servizio aiutandolo a estrarre informazioni dal vampiro e il tuo brutto volo giù per la montagna, senza che tu lo sappia ha fatto acquistare un po' di fiducia e rispetto.》racconta servendomi il tè, questi retroscena non li conoscevo, neanche me lo immaginavo.

《Quindi è per questo che oggi sono venuto e ti ho portato fuori con la forza, era da tanto che lo proponevo al Re e solo stamattina mi ha datto il permesso》continua il compagno 《Ammetto che conoscendo questo mi sento un po' più tranquilla a stare qui. Anche se non l'ho ancora detto, grazie mille per ospitalità, è la prima volta che qualcuno mi invita a casa sua e non so bene come comportarmi》ammetto.

《Ed è per questo che il tuo amatissimo docente ha pensato a un programma apposito per te e ti presento la tua insegnante di usi e costumi!》annuncia indicando la moglie 《Anche se è una scaricatrice di porti》sussurra cercando di farsi sentire solo da me.

《Ti insegnerò come comportarti e cosa fare in qualsiasi situazione! Dopo le lezioni la mattina con quel lumacone, che ne dici di venire il pomeriggio da me? No tutti i giorni, tre volte a settimana》《Si, mi farebbe piacere, ma le averto non sarò un ottima studentessa, anche se ci proverò》

Angolo Autrice
Buongiorno! Capitolo un po' lungo, ma la vita di Amelia sta completamente cambiando, non è più una reclusa e forse sta iniziando a fidarsi delle persone che ha intorno e ignorare le occhiatacce. Voi che ne pensate?

In foto Emanuele Vonoci

La Concubina Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora