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Amelia Pov's
Mi porta in un rifugio umano di montagna, da com'è ben ridotto e lo strato di polvere, direi che nessuno ci entra da almeno un anno o più. È tutto fatto di legno, abbastanza piccolino, la cucina è piccola senza fornelli, ma c'è un camino in pietra dove cucinare con davanti un tavolino coperto da un lenzuolo, Severius lo toglie e mi adagia lì sopra.

A un angolo c'è quello che penso sia un divano letto, coperto da un vecchio lenzuolo, poi ci sono altre due porte e una scala che penso porti alla stanza da letto. 《Penso che in questa situazione posso darti del tu, per caso hai bevuto sangue di lupo nell'ultimo mese?》domanda mentre apre una panca alla mia sinistra che non avevo notato.

"Severius non c'è, dove sarà andato?" grazie Nikolai la prima informazione che mi dai è completamente inutile.

《Si》rispondo, lui estrae un kit di primo intervento lo appoggia ai miei piedi e mi esamina cercando di capire cosa fare. 《Allora si capisce come sei sopravvissuta, dovresti essere morta sul colpo e per avere solo una gamba e la testa rotta, doveva essere pure un lupo grado alto. Magari lo sei stata pure per un'oretta e quel poco sangue che ti era rimasto in circolo ti ha salvato la vita》spiega iniziando a disinfettare la ferita alla testa.

《Io non voglio morire》sussurro guardando il soffitto 《Moye zvezda, tu oggi non morirai e fidati se te lo dice un essere che è morto settecento anni fa》ridacchia cercando di tirarmi su di morale 《È stato così brutto per te morire?》chiedo, mi sento così stanca.

《Per te, in questo momento è brutto morire?》ribatte con un sorriso amaro sul volto e inizia a bendarmi il capo. 《Si, sarebbe stata una morte triste, piena di rimpianti e in solitudine. Nessuno sarebbe venuto a cercarmi, forse Andras, ma a parte lui, a nessun altro interessa di me》dico, chiudendo gli occhi.

《È per questo che mi hai chiamato, non hai nessuno che si preoccupi di te?》《No, solo Andras, per favore non provare pietà di me》voglio dormire, ho troppo sonno 《Amelia》mi chiama il vampiro dandomi degli schiaffetti sul viso 《Rimani sveglia, vado a caccia e torno》dice sparendo nel nulla.

Sveglia, devo rimanere vigile, mi sento intorpidita, non percepisco neanche più il dolore alla gamba, penso di non sentire più nulla. Andras mi avrà cercato? Non so neanche che ore siano, se sono le undici, sicuramente si è reso conto della mia assenza, ma spero anche prima. Per quanto tempo mi cercherà? Domani si sarà già arreso? O lo farà tra una settimana? Magari già lo ha fatto e mi ha dato per morta.

《Eccomi. Amelia sei sveglia?》《Si》sussurro, delicatamente mi alza mettendomi seduta e mi da una bottiglietta di plastica, piena a metà di sangue. 《Te ne basterebbe di meno, ma penso che sia sangue di delta, quindi non so e berlo tutto sicuro non farà male》dice, togliendo il tappo e coprendosi il naso, l'odore ferroso di sangue fresco infastidisce anche me.

Mi avvicina la bottiglia alle labbra, mi costringo a bere e per poco non mi strozzo, non lo bevo tutto, un po' perché mi fa senso, un po' perché mi sembra giusto lasciare un goccio al vampiro e lui mi sembra apprezzare.

《Che effetto fa il sangue di lupo su di voi?》domando, mentre mi inizio a sentirmi meglio, è come bere adrenalina pura, ma non capisco la differenza con quello di Andras e forse è meglio così. 《Se ne bevi qualche goccio il sole non ti fa nulla per qualche minuto o ora dipende dalle quantità, se invece ne dissangui un'Alfa sei invulnerabile al sole per sempre》dice, prendendo un po' di legna e mettendola nel camino.

《E tu l'hai fatto? Hai dissanguato un lupo?》continuo a interrogarlo è una persona che mi incuriosisce e non poco, mi intriga. 《Sei un po' troppo curiosa, moye zvezda, ma visto che sei tu. Sì, l'ho fatto》《Scusa, non volevo essere invadente》mento, rimaniamo in silezio, lui è troppo concentrato a cercare di accendere un fuoco e io non so cosa dire senza infastidirlo.

《Lo posso accendere io》dico alzandomi lentamente e mettendomi seduta, cerco di scendere, ma la gamba è ancora rotta, ci metterà qualche ora a guarire, sempre meglio di tre mesi.  《Aspetta》ordina, sposta il divano davanti al camino, gli toglie il lenzuolo alzando un po' di polvere, mi prende a mo di sposa e mi posa sul divano. Mi allungo fino a poter toccare la legna, che in poco tempo prende fuoco.

《Ora capisco come sei riuscita a chiamarmi》commenta sedendosi affianco a me, mi scruta un attimo, si leva la giacca nera, il gilet e la camicia e me la porge, penso di essere diventata rossa come pomodoro e non riesco a staccare lo sguardo dal suo petto tatuato, ha una croce in mezzo a pettorali da cui partono due ali.

Diversi altri tatuaggi sulle braccia, che si confondono tra loro e sulle mani, sulla destra ha un leone e sulle dita la data "1353" e su quelle dell'altra mano la scritta in russo "жизнь". Certo che è proprio bello.

Moye zvezda, ricordati che posso leggerti il pensiero》ridacchia, che figuraccia 《Mettiti questa, sei tutta sporca di terra e sangue e non ti nascondo che mi dà fastidio》prendo la camicia, non penserà che mi spogli davanti a lui. 《Mi giro》dice voltandosi verso il muro, sempre meglio di niente.

Tolgo il cappotto tutto stracciato, la maglietta sporca di sangue e mi controllo l'addome, ho una grossa macchia viola sotto al seno, probabilmente, mi tocco la schiena e sporca di sangue, questo da dove proviene? Dalla testa?

《Ferma》ordina Severius con i canini in mostra.

La Concubina Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora