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《Si, perché no?》rispondo sorridendo un po' titubante, non riuscirò mai a fidarmi di lei completamente, ma in questo momento è meglio tenermela buona e capire se ha doppi fini, cosa che sospetto. Finisco di vestirmi, metto un filo si mascara, il rossetto rosso e i lunghi orecchini d'argento, infine il cappotto più caldo che ho. Sono pronta.

《Forza andiamo, se ti chiedono che cosa fai qui sei la mia dama di compagnia》《Va bene, grazie per la copertura》《È il minimo che posso fare. L'anello dell'Alfa lo devi portare per forza? Non è il caso di indossarlo》dice, mentre usciamo, ha ragione, ma devo averlo sempre in contatto con la pelle e non posso metterlo come una collana.

《Aspetta ho un'idea》mi fermo su uno scalino, sfilo l'anello e lo nascondo nel reggiseno, lì non dovrebbe muoversi. All'ingresso Andras ci attende, vestito di tutto punto, stasera fa concorrenza a Severius. Come al ballo ha la testa di lupo con tre occhi e il simbolo della triade, simbolo e oggetto di potere, secondo me migliore della corona che indossano gli umani.

Invece, Victoria ha una una catenella sulla riga dei capelli, che si conclude con un ciondolo a forma della triade lunare. In questo momento, mi sento la figlia della serva, inferiore rispetto a loro. Andras mi guarda, ha un espressione neutrale e il fatto di non capire cosa stia pensando, mi innervosisce. 《Andiamo》dice uscendo.

Attraversiamo il villaggio, fino a giungere all'ultima casa, che sembra cadere a pezzi. Entriamo, scendiamo dei scalini stretti e ripidi, che una guardia e Victoria mi aiutano a scendere. Sotto la catapecchia è nascosto un garage enorme, con tantissime macchine, saliamo su una anonima nera.

Dove ci sediamo è separato da un vetro dal guidatore e ci sono due fila di sedili, uno di fronte l'altro. Ci seguono poi, due guardie e Enrico, sopra le moto. Il viaggio è silenzioso, imbarazzante, mi trovo con la compagna del mio amante in pratica, che mi ama ed è geloso di me e lei sa tutto, questa cosa è così inverosimile che mi sembra di essere un personaggio di libro.

Arrivati a destinazione scendo prima io, da sinistra, poi i sovrani da destra in modo da trovarsi davanti all'ingresso e fare la loro entrata trionfale. Tutto il branco è lì ad accoglierli, mi sento di troppo, io non dovrei essere qui. Osservo tutto da lontano, nascosta in un punto scuro.

Maximilian e Olivia dimostrano di riconoscere Andras e Victoria, come i veri Alfa e Luna, piegandosi sulle ginocchia e abbassandosi fino a toccare terra con la fronte. Il Re gli consegna l'anello e poi vengono accompagnati all'interno. 《Amelia》mi chiama Giorgio, la persona che una volta faceva la guardia alla mia cella. 《Ti prego di entrare》dice, obbedisco.

La cena sarà nella stessa sala dove ha festeggiato l'arrivo della sua compagna, ci sono tanti tavoli tondi separati e sono stati invitati tutti i lupi al di sopra dell'epsilon, quelli al di sotto fanno parte dello staff di servizio. Una cameriera mi indica il tavolo in cui sedermi, quello principale in mezzo a Olivia e Samanta inoltre.

Se conoscerò bene i gusti di Andras, saprebbero che lui ama le cene più intime, con meno gente possibile e non esageratamente lussuose, come quella che hanno organizzato.

Maximilian inizia un monologo su quanto sia fiero del suo branco e quanto ammiri il Re, finché una frase non richiama l'attenzione 《Vi prego anche di accogliere Amelia, mia sorella che è tornata a casa per l'occasione! Sapete che ha avuto qualche problema nell'ultimo periodo e non era mentalmente stabile. Il Re si è presso cura di lei e la nostra amorevole Regina ha deciso di prenderla come sua dama di compagnia. Grazie a loro oggi è guarita ed è di nuovo tra di noi!》

Sicuramente i miei occhi sono diventati rossi, se già non lo erano prima, visto che Olivia guardandomi salta in aria e si allontana. Quel pezzo di merda mi ha fatto passare per una pazza! Se non mi calmo, visto l'evoluzione dei miei poteri, rischia che gli do fuoco veramente a questo giro. Potrei prende la strozzalupo dal bastone e mettergliela nell'acqua, tanto sono pazza. "Fallirà" cosa deve fallire Nikolai?

Iniziamo a mangiare, io come giusto che sia d'altronde vengo servita per ultima. Quando tutti sono intenti a mangiare e non danno più tanta attenzione ai reali, Victoria chiede a Samanta, se gentilmente potrebbe a fare a cambio posto con me, visto che sono la sua dama di compagnia e lei acconsente subito. Gli devo un favore.

《Amelia, cosa hai fatto alla gamba?》domanda Olivia, con falso interesse mentre beve un sorso di vino bianco 《Una brutta caduta dalle scale》mento, dando più attenzione alla tartare di carne nel piatto che ha lei《Spero che tu non abbia più incediato nulla, visto che vorremmo che tornassi qui》intervine l'ex Luna, per poco non mi strozzo e anche Andras.

《E se non volessi?》chiedo continuando a mangiare come se nulla fosse 《Noi siamo la tua famiglia e poi il Re ti ha dovuto sopportare per troppo tempo》《La mia famiglia è morta insieme a Roberto, inoltre non mi avete mai adottata ufficialmente, quindi giuridicamente non siete nulla e tra poco compirò ventun anni, non sarete riconosciuti neanche come tutori》ribatto devo rimanere calma, Amelia respira e trova la tua pace interiore.

《Amelia, dai retta a tua madre...》inizia Samanta, mi iniziano a fischiare l'orecchie e rimango a guardarla senza sentirla, finché Victoria non mi richiama, i bordi dei petali dei fiori del centro tavola stanno, sono anneriti e con delle scintille, stanno per prendere fuoco. Mi alzo, prendo il bastone 《Ho bisogno d'aria》dico, attraverso la sala ed esco da una porta d'emergenza, fuori.

Loro la mia famiglia? Non mi hanno mai voluto e ora magicamente si? Ecco spiegati tutti i regali di Maximilian, come se gli oggetti potessero curare qualsiasi male. Non faccio neanche parte del loro branco, quando glielo chiesi sei anni fa, mi risposero così male che non ci riprovai più e magicamente mi rivogliono? Per cosa poi? Usarmi come arma o come giochetto sessusale sicuramente, assolutamente no.

Camminando senza meta, mi ritrovo davanti al tronco di una quercia, c'è ancora un buco dalle radici ed è ancora parzialmente bruciata, qui e dove mi trovò Roberto. Tocco il tronco, se lui non fosse morto, non avrei sofferto per così tanto tempo, non sarei rimasta sola.

Mi sento osservata, mi giro e seduto qualche metro dietro di me, c'è un vecchio lupo nero spelacchiato, con gli occhi azzurri, uno leggermente chiuso rispetto all'altro per via di una cicatrice, tre tagli verticali, un orecchio tagliato e la coda più corta della norma, è messo male.

《Tu non sei del branco, non ci conosciamo, vero?》dico avvicinandomi e fermandomi quando c'era solo un metro a divederci. Inclina la testa di lato e si alza a fatica, girandosi senza smettere di guardarmi, vuole che lo segua?

La Concubina Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora